Una goccia.
Sento odore di sudore e sporco.
Un'altra goccia sul viso.
Ancora mezza intontita, riesco ad aprire gli occhi.
Cavolo, è tutto buio.
Che cosa è successo?
Ah, si! Ora ricordo.
Ero andata a casa per decifrare quel biglietto, quando degli uomini mi hanno catturato, buttato in un auto e portata chissà dove.
Lentamente, la mia vista si abitua all'oscurità. Ci sono alcune luci a neon piene di piccoli insetti che vorticano intorno alle lampade, mentre a terra vedo correre dei topi, e qualche cavalletta.
Cerco di muovermi, ma mi accorgo che ho le mani legate.
Legate?
Oddio...sono legata al muro?!
No, non legata. Incatenata sarebbe la parola esatta: ho i polsi costretti dentro degli anelli, il ferro scalfisce la pelle, provocandomi delle leggere fitte.
Da quanto sono qui? Avverto del dolore nei polsi, probabilmente da parecchio.
Anche le gambe sono legate a degli anelli.
Tiro un sospiro di sollievo quando mi rendo conto di essere vestita. Per un momento, ho temuto il peggio...beh, non che questa situazione sia di certo delle migliori, ma almeno non sono completamente nuda alla mercé di...
Di chi?
Provo a guardarmi intorno, ma anche stavolta mi rendo conto che ci riesco solo a fatica. Non dirmi che ho un anello al collo?!
Pare di si, visto che non posso girare la testa.
Ecco perchè sento doloro al collo e alle spalle: è per colpa di questa posizione inusuale.
Vengo distratta da un rumore, un sospiro quasi un sibilo.
Cosa è stato?
Mi accorgo solo ora che non sono da sola in questo posto; di fronte a me c'è una sedia. Qualcuno è incatenato ad un sedia!
Un sedia strana, piena di fili elettrici.
Chi è?
Vorrei parlare, ma...oddio! Ho la bocca chiusa dal nastro adesivo!
Aspetta un attimo. Io sono incatenata al muro, mentre la persona di fronte a me è legata ad una sedia.
Allora è stata rapita con me?
Ti prego. Dimmi che non è Emily.
La figura si lamenta, ruota la testa e...
Zeref?!
Oh no! Hanno preso pure lui!
-D-dove sono?- farfuglia.
Non lo so, penso.
Cribbio! Non posso parlare!
-L-lucy? Oddio! Ti hanno presa?!-
Annuisco.
-Caspita! E non puoi nemmeno parlare! È stato lui, secondo te?-
Annuisco di nuovo.
Forse ha saputo che abbiamo usato il contenuto della scatola? Allora, siamo nei guai: quell'uomo ha buttato via tutta la sua esistenza dietro a quella cosa, e ora noi lo abbiamo privato del suo premio.
Posso solo immaginare quanto debba essere incazzato. Però, non ha senso, perchè catturarci? Farebbe prima a ucciderci tutti, no? A questo punto, dovrebbe essere guidato dalla vendetta più pura, visto quello che abbiamo fatto.
Non riesco a inquadrare questa sua mossa.
-B-raditire...!- riesco a balbettare.
-Eh? Bramire?-
Faccio segno di no.
-Ridire?-
Di nuovo, no.
-Tradire?...Che vuol dire quel cenno? Che ci sono andato vicino?...Uhm...ci sono! Traditore!-
Annuisco.
-Chi?...Un secondo. Il traditore di cui parli è la persona a cui ha fatto riferimento Natsu? Quella che ha lavorato con Precht per tutto questo tempo?-
Scuoto la testa.
-No?-
Mi agito per fargli capire che deve stare zitto.
-Non devo parlare?-
Faccio segno di si.
-Scusa...che stupido...-
Non posso fargli capire di chi sto parlando. C'è un'elevata probabilità che qualcuno ci stia ascoltando, e non possiamo permettercelo.
Finalmente, sono riuscita a capire chi è la persona, o meglio, a intuire chi possa essere.
Eliza...
Eliza ci ha tradito sin dall'inizio. Anzi, credo che abbia tradito la madre di Natsu sin da quando è iniziata tutta questa faccenda. Non posso fare a meno di pensare che lei sia dietro a quello che sta succedendo: ho pensato a lungo a quello che ha detto Natsu e mi sono posta una serie di domande.
Chi tra di noi ci ha aiutato a trovare la scatola nella banca di Crocus? Chi sapeva tutto su quello che succedeva? Inoltre, chi ha aiutato Mest a mettersi in contatto con Natsu, ricevendo direttamente le informazioni su Precht?
La riposta è sempre lei. È anche vero che non ne ho la certezza; dobbiamo ancora fare ricerche e capire.
Natsu ha fatto bene a non perdere tempo con questo problema: sarebbe stato inutile, e ora credo che abbia altre cose per la testa.
Oddio...neanche riesco ad immaginare quanto debba essere arrabbiato. Starà dando di matto, per non parlare delle sue smanie: sarà sicuramente incavolato con mezza Magnolia, e manderà al diavolo l'altra metà giusto per sicurezza.
Credo che l'unica scelta possibile sia di essere calcolatori.
Devo capire che cosa vuole da noi quest'uomo, ma sopratutto dobbiamo cercare di sopravvivere. Non è escluso che ci possa uccidere, in uno scatto di rabbia: Natsu e gli altri hanno bisogno di tempo, di tempo per arrivare a trovarci.
Pensa Lucy.
-Mi hanno preso mentre uscivo dalla Seven- sento dire a Zeref -ero andato ad una riunione per conto di mio fratello. Quando sono sceso, ho visto la mia auto davanti all'entrata. Sono salito, ma non c'era il mio autista; due uomini mi hanno addormentato, mentre un terzo guidava. Erano le cinque del pomeriggio, mi chiedo che ora sia adesso-
Cerco di alzare la testa verso l'alto.
Inutile, non ci riesco.
Gli faccio cenno con gli occhi di guardare in alto.
Anche lui vede una piccola fessura nel soffitto: entrano alcuni raggi di luce, e a giudicare dall'intensità, deve essere il tramonto.
-Il tramonto, quindi- conclude -saranno almeno le sette di sera-
Forse le otto, penso.
-Non capisco perchè ti hanno tappato la bocca-
Me lo chiedevo anche io.
Vogliono far parlare solo Zeref? Che sia così?
Ma perchè?
Sanno che potrebbe tradirsi, sanno che potrebbe rivelare qualcosa.
Non siamo soli in questo sotterraneo, ne sono sicura. Eppure, sono certa che c'è un motivo per cui io non posso parlare.
I miei pensieri vengono interrotti da una luce improvvisa. Una luce che ci abbaglia entrambi per qualche minuto.
-Bene, bene- dice una voce -vedo che i nostri ospiti sono svegli-
Lentamente, inizio a distinguere una figura: è un uomo, forse sulla sessantina, capelli bianchi molto lunghi, e una benda sull'occhio destro.
È lui. È l'uomo con cui ho parlato quasi tre anni fa ad Alvarez.
Deve aver cambiato aspetto, compresi capelli e benda sull'occhio: non voleva farsi associare alla sua vera identità.
-Azuma- dice -sei pronto?-
Alle spalle di Zeref, compare un altro uomo. Ha la pelle scura e una folta chioma di capelli castani, indossa degli strani abiti verdi e un paio di stivali color della terra.
-Si, signore. Sono pronto-
Il primo dei due si avvicina e mi strappa con violenza il nastro adesivo.
Mi brucia la bocca, e le labbra sono secche da morire.
-Benvenuta, Lucy Heartfilia-
Il mio nome sembra quasi un insulto: lo ha detto con odio e veleno.
-Non le ho fatto niente- commento -perchè avercela con me?-
Mi prende il viso per il mento con forza e brutalità, sembra quasi che mi voglio staccare la testa.
-Fa parte di questa storia, giusto?-
-Umpf-
Non riesco a parlare!
-Inoltre- e vedo comparire una lama scintillante -non ti ho dato il permesso di parlare, o sbaglio?-
Un dolore sordo si spande per tutto il corpo, senza che io possa fare nulla; qualcosa di caldo inizia a gocciolare sulla mia gamba destra: con quel coltello ha aperto una ferita su tutto il braccio.
-Lucy!- urla Zeref.
Mi mordo le labbra.
Se si aspetta che lancerò un urlo per compiacerlo, ha sbagliato pollo.
-Che peccato. Avrei preferito tu ti lamentassi-
Nemmeno per sogno, penso, nemmeno per sogno.
Dovessero strapparmi la lingua, non emetterò neppure un suono.
Precht inizia a girare in tondo.
-Bene. Partiamo dalla cosa più facile- inizia -perchè siete qui. Direi che ve lo sarete chiesto, no?-
-Che vuole da noi?!- esclama Zeref.
Azuma gli tira uno schiaffo.
-E credo che abbiate anche capito il motivo- continua Precht impassibile -la scatola è quello che voglio; ora che è vostra, possiamo parlare di come farete a darmela-
Lui mi guarda a lungo.
-E se non fosse in nostro possesso?- lo sfido.
Non risponde e fa un cenno all'altro. Quest'ultimo si avvicina ad un monitor, tocca qualche tasto e la sedia di Zeref inizia a tremare.
Lui urla e si muove in maniera convulsa, come se fosse senza vita.
Oddio! È una sedia elettrica!
-La smetta!- imploro.
Azuma si ferma.
-Mi dispiace, ma odio le bugie, Lucy- sibila Precht.
Ho capito: qui comandano loro, un passo falso e ci possono uccidere. Una parola detta male, e ci fanno a pezzi.
Va bene, comandate voi, eh?
Per il momento, lo posso accettare, ma non potete avere nessun controllo sui miei pensieri.
Sono un Heartfilia, so come devo agire.
-Partiamo da zero- continua lui.
Zeref...
Devo dare in modo che non gli capiti nulla; Mavis sarà preoccupata da morire. E pensare che erano riuscita a ritrovare la loro tranquillità domestica. E adesso sono di nuovo separati, sempre per colpa di quella cosa.
No, no. Non posso pensare a questi problemi! Devo rimanere concentrata, nonostante il dolore, nonostante la paura...no, aspetta. Io non ho paura, almeno non di loro.
Ho paura che possano fare male a Zeref per colpa mia.
Ho paura di non farcela a rimanere fredda e concentrata: un minimo sbaglio, e sono persa. Non una lacrima dai miei occhi, non un urlo.
Non starò al loro gioco, starò solo al mio.
-Dimmi dove si trova, e lo lascerò libero- continua Precht, indicando Zeref.
-E io?-
-Oh, tu rimarrai qui. A garanzia che Natsu Dragneel faccia il suo dovere-
-Perchè ha preso noi?-
Mi guarda a lungo. È indeciso se rispondermi, o fare del male a Zeref.
-Finchè sei in mano mia, tuo marito non mi può toccare- ammette infine -inoltre, sei di sicuro a conoscenza di quello che riguarda la scatola. Sai ogni cosa, anche il luogo dove la tiene quel verme di Dragneel-
Improvvisamente mi coglie un pensiero: se ha rapito me e Zeref per sapere dove si trova la scatola, vuol dire forse che non ha saputo?
Vuol dire che i suoi leccapiedi non hanno saputo che il contenuto non esiste più.
Merda...se lo sapesse, sarebbe la fine: ci ucciderebbe.
No, deve credere che il contenuto esista ancora, non posso permettermi di vacillare ora.
-Sei sempre stato tu- proseguo -non è vero?-
-Chi credevi che fosse? Ultear? Quella stupida viveva nel mondo dei ricordi e della passione per tuo marito. Le avevo detto di toglierti dai piedi-
Lo guardo sorpresa.
-Quindi è per questo che mi ha incontrata quel giorno ad Alvarez?-
-Dovevo conoscere la mia vera avversaria- sibila, sedendosi su una poltrona.
Avversaria? Io?
-Ultear era una stupida- spiega -era ossessionata da Natsu: lei aveva nella testa solo il suo cazzo. Credeva che dicendogli che Neal era suo figlio, avrebbe ottenuto qualche punto a suo favore per ottenere la scatola: pensava che me la sarei bevuta. Ma figuriamoci! Il suo gioco è sempre stato quello di sedurlo, di portarselo a letto, tutto qui. Essere la sua amante, magari? Perchè no? Aveva scopato essere più ripugnanti, ma Dragneel...no, andare a letto con lui sarebbe stato il suo sogno, il coronamento del suo sogno: per tutta la vita, aveva sperato di poter tornare da lui, e lui? Lui se ne è infischiato, proprio come le avevo detto-
Un fitta di dolore mi coglie per un istante.
Che male il braccio! Ma devo resistere.
Se lo faccio parlare, Zeref potrà riprendere fiato.
Resistere...dobbiamo resistere.
-Era uno strumento. L'hai portata alla follia, solo per i tuoi scopi- commento.
-Sapeva quale sarebbe stata la sua fine, per lei contava solo Natsu. La scatola non aveva nessuna rilevanza- poi cambia tono, diventa freddo come il ghiaccio -per me invece, ne ha. Mia figlia non valeva nulla in confronto alla scatola e a quello che contiene-
Sussulto.
Ha detto f-figlia?
-U-ultear era tua figlia? Ma allora...-
-Si, Ur era la mia donna. Non ci sposammo mai, e io seppi di essere padre solo dieci anni fa. Quando la trovai per strada, incinta, sporca e affamata, mi resi subito conto che somigliava da morire a Ur. Non collegai questa somiglianza ad un figlio, non mi passò nemmeno per la testa. La presi con me: avevo bisogno di qualcuno che si infiltrasse tra la gente, che sapesse sedurre e ottenere informazioni, senza destare sospetti, e lei era perfetta. Solo dopo decisi di fare un esame sulla sua identità, e scoprii chi era davvero. Ormai però, le aveva inculcato nella testa che la scatola l'avrebbe aiutata a riottenere l'amato perduto. Il resto lo conosci-
Ne parla come se la sua vita non avesse avuto valore.
-Ma- conclude -lei era una puttana- e si alza.
Si avvicina a me.
-Tu invece...tu sei una donna capace-
Il suo volto è di fronte al mio. I miei occhi si specchiano nei suoi: sono come due lame, due coltelli, due pozzi pericolosi dove nessuno vorrebbe cadere.
-La lasci stare...umpf!- urla Zeref, subito zittito da un calcio di Azuma.
Non ho paura, mi ripeto, non ho paura.
-Una donna in grado di tenere testa ai Dragneel, di combattere da sola, di riprendersi da un proiettile e di costruire una famiglia in mezzo alla morte stessa. Una donna in grado di sfidare i suoi nemici in un'aula di tribunale, senza pensare alla possibilità che la possano fare fuori....Natsu Dragneel ha denaro, potere e conoscenze, ma non può reggere il confronto con te, Lucy Heartfilia. La donna che ha fatto la guerra al padre e che non ha mai avuto paura di dire quello che pensava. Il vero stratega sei tu-
Cerca di lusingarmi, di mostrare che prova del rispetto per me, ma non ci casco.
Riprende a camminare.
-Buffo, non trovi? Volevo fare fuori i Dragneel e ci sono quasi riuscito, ma intanto dietro le quinte si muoveva il burattinaio, la persona con le idee chiare sulle mosse del nemico. Lo ammetto: all'inizio ti ho sottovalutata. Credevo che tu fossi una delle tante puttane dei Dragneel. Una donna facile che aveva sposato un riccone solo per denaro. Ma poi, quando seppi che lo avevi sposato una seconda volta, beh...le cose sono cambiate-
-Allora perchè non mi hai ucciso? Perchè non lo hai fatto ora, mentre ero da sola a casa con Natsu in ospedale?- esclamo.
-Perchè? Perchè c'era troppa gente intorno a te, troppe possibili notizie sui giornali. La tua morte sarebbe diventata un problema, e avrei rischiato di oscurare Natsu e le sue imprese per ritrovare quella scatola. Il polverone sollevato dalla tua scomparsa non mi avrebbe permesso di seguire le sue mosse-
-Ammetti anche di esserci sempre stato tu, dietro a tutte queste morti?-
Spalanca le braccia in segno di finta resa.
-Mi arrendo- dice sarcastico -mi hai beccato. Contenta?-
Igneel, Erin, mio padre, Irene, Ultear, poi Midnight, Levy, Juvia, Erza, Jack e io stessa...siamo stati tutti vittima di quest'uomo.
Non ha esitato ad attentare alle nostre vite, non ha esitato a farci uccidere.
-Che cosa vuole farci? Ancora mi è incomprensibile-
La sua espressione cambia.
Mi tira uno schiaffo, facendomi sbattere la testa sul muro.
Rimango intontita per qualche momento.
-Dovevo farlo- sibila -non mi piace parlare di certe cose-
-Lucy! Lo faccia a me! Non a lei!-
-Non si preoccupi, signor Zeref. Sarò da lei. Prima devo rispondere alla sua domanda. Alza la testa. Alzala, sgualdrina!- mi urla.
Sento che mi prende per il mento.
Non posso svenire, non devo farlo.
-Non capisci?- mormora con dolcezza mascherata da crudeltà -quella scatola è il modo che ho per riscattare mio padre. I Dragneel hanno sterminato la mia famiglia, li hanno fatti a pezzi, solo perchè conoscevano il loro segreto. Erano innocenti, cazzo!- e mi lascia andare -la loro unica colpa era sapere la verità! Trucidati per una scatola! Quando lo seppi, capii che non potevo rimanere con le mani in mano: le loro voci mi tormentavano. Mi dicevano che avrei dovuto vendicarli. Grazie a Ur, diventai impiegato alla Seven e poco a poco, conquistai la fiducia del nonno Dragneel. Quel pezzo di cretino si fidò di me e mi rivelò cosa conteneva la scatola-
Si volta di scatto: il suo sguardo è fuoco puro.
-Una medicina- e scoppia a ridere -una medicina che mio padre aveva fabbricato per salvare il culo dei Dragneel, affetti da una malattia ereditaria! Ti rendi conto?! I miei genitori erano stati fatti a pezzi per una polvere di merda!-
Il tono della sua voce si alza ad ogni parola.
Non si rende conto che ha buttato via la sua vita per nulla?
No, non può. È come la figlia: ossessionato dalla vendetta, ossessionato dal suo obiettivo.
Le forze mi stanno abbandonando; sto perdendo troppo sangue, potrei anche svenire, lo sento. Ma non devo, non so cosa faranno a Zeref.
-Beh? Non dici nulla?-
Non ce la faccio.
Diventa sempre più difficile tenere gli occhi aperti.
-Azuma, guarda un momento-
L'altro si avvicina.
Mi tocca il polso sinistro e poggia due dita sul mio collo.
-Uhm...signore...-
-Cosa?-
Vorrei urlare di dolore appena tocca la ferita.
-Che c'è?-
-Credo che abbia perso troppo sangue-
Zeref ringhia un insulto a denti stretti.
-E allora? Fa' qualcosa! Non ho finito con loro!-
Il leccapiedi sospira.
Come fanno a seguire i suoi ordini?
Sento qualcosa che mi entra in una spalla...una siringa?
In pochi secondi, mi sento un'altra persona: sono vigile, non ho più sonno. Potrei anche correre per decine di chilometri.
-Bene, bene- si compiace Precht.
-C-che le avete fatto?- chiede Zeref.
-Solo un pò di adrenalina- spiega Azuma -si è ripresa, signore. Ma quando avrà finito, dovrò medicarla-
A che scopo tenermi sveglia?
Non posso fare a meno di pensare a Natsu.
Natsu...
Ora che tutto stava andando per il meglio, è successo un casino.
Di nuovo.
Smettila Lucy! Non è il momento!
-Ogni cosa a suo tempo- risponde con sufficienza Precht -ogni cosa a suo tempo-
Deglutisco a fatica.
Ho sete.
La gola secca brucia ogni volta che ingoio saliva.
-Passiamo ad un altro modo per avere quello voglio-
-Lascia andare Zeref!- esclamo -ti giuro che ti dirò dove sta la scatola!-
-Ammetti di saperlo, quindi? Non importa. Procediamo-
Vedo Zeref accasciarsi su se stesso.
-Oddio! Che state facendo?!-
-Solo un pò di sonnifero a tuo cognato. Si sveglierà tra poco- spiega Azuma.
Ma non ha senso!
-Ti starai chiedendo perchè, giusto? Sei così intelligente- scherza Precht.
Eh? È impazzito?
-Si- dico -me lo sto chiedendo-
Sul suo volto, compare un sorriso famelico, intimidatorio, pieno di scherno e veleno.
Per la prima volta da quando sono qui incatenata al muro, tremo. Non per la paura, ma per la consapevolezza di quello che sta per accadere.
-Sei la prossima-
-Eh?-
-Da questo momento, ci delizierai con le tue di urla, Lucy-
Sussulto.
Natsu...
Sbrigati, perchè non so per quanto potremo reggere.Sevizie e torture.
Lucy e Zeref sono davvero in pericolo, ma devono resistere. Come farà Natsu a trovarli?-3 capitoli alla fine.
L'amika e Bevvy
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Fairy Bride - Book Three - Between Time (Nalu Fanfic)
Fanfiction(Seguito di "Fairy Bride - Book Two - Into the Shadow") Il tempo passa in fretta, e si sa, le persone cambiano, crescono. Succede a tutti, compresa Lucy. Aveva solo ventiquattro anni, quando ha incontrato l'uomo che l'ha cambiata, e ora ne ha trentu...