Capitolo 11

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-Dove sono finiti!?-
-Calma, Erza-
-Sono calma!-
-Hai appena spennato una povera orchidea-
-Mamma, sei arrabbiata?-
-Giusto un pò-
-Zitto, Jellal..pronto!? Levy, finalmente! Sono quaranta minuti che chiamo. Sai dove sono?...Che cosa?! E i figli?!...Se li trovo li ammazzo. Fammi sapere-
-Allora?-
-Allora, sono spariti! Spero per loro che non ritornino fuori tanto presto, stavolta ci lasciano le penne!-







-La vuoi piantare di ridere, Gajeel? È una cosa seria-
-Non per me- e ride -ma si può sentire? Che figura da idioti!-
-Meglio chiamare Gray, magari ne sa qualcosa-








-Chi era al telefono?-
-Era Levy. Mi ha chiesto notizie, ma non so niente di niente-
-Andrà tutto bene, Gray-sama-
-Se lo dici tu, Juvia. Ma sono ugualmente preoccupato: sono spariti da sette giorni-
-Uhm...dalla festa?-
-Si-
-E i loro figli?-
-Sono con Emily. Dio solo sa dove si sono cacciati-









-Non sono tornati?-
-No, signorina Mavis-
-Ti hanno detto qualcosa prima di sparire, Emily?-
-Purtroppo non ho visto nessuno dei due. Il lunedì mattina ho trovato un messaggio in segreteria: mi chiedevano di badare ai bambini-
-Scusami se ti ho chiamato. Avrai un bel da fare-
-Oh non si preoccupi! I bambini riposano-
-Hanno provato a contattarti?-
-No, neanche un messaggio-
-Va bene. Chiamo gli altri, vedo se sanno qualcosa-
-Si, signorina Mavis- e riattacca.
Padrone, pensa, è sempre così avventato.












-A-aspetta-
Sospira.
-Allora? Vuoi farmi penare? In auto, non volevi che ti togliessi le mutandine-
-L-lo so, ma voglio vedere se a-abbiamo i pre-pre...-
Oddio! Come mi vergogno anche solo a dirlo.
-Si, ci sono. Possiamo continuare? Stare così appoggiato sui gomiti, non è una posizione comoda-
Ma che stiamo facendo?
-A-aspetta...-
-No-
La sua bocca lascia umidi baci sul mio collo, mentre la mano destra inizia a giocare con la zip dei miei pantaloni.
Gemo appena sento la sua mano calda sull'orlo delle mutandine.
-N-non posso- ma neanche io credo alle mie parole.
All'improvviso, ricordo 'quella' notte, la nostra ultima notte. Adesso, c'è qualcosa di diverso: calore, desiderio, passione.
Credevo che non avrei mai provato nulla del genere, e invece...
Lui si strappa via la camicia, avverto il rumore sordo della stoffa che si rompe.
-S-stupido...era costosa-
-Chi se ne frega- e si toglie anche i pantaloni -di fronte alla donna che amo, non starò di certo vestito-
Diventa famelico, affamato, vorace.
Avviene tutto attraverso i vestiti: mi apre la camicetta e bacia a lungo la porzione di pelle tra i seni e quella del collo.
Oddio! Mi sembra di essere nell'altro mondo.
Le mie mani esplorano il suo corpo, tonico, muscoloso, perfetto.
Alla fine, un pò per le frenesia, un pò per il desiderio di essere nudi, mi tolgo il reggiseno.
Lui si blocca.
Che cosa imbarazzante che sto facendo! Sono in vendita!
Mi copro, ma lui è più svelto; allunga le mani e mi ferma i polsi sulle coperte.
Ho il fiato corto. Respiro a fatica.
-Cazzo...- mormora.
-C-cosa?-
Non dirmi che sono ingrassata?
-Sono....sono magnifiche. Bellissime, stupende...-
-S-stai facendo i complimenti alle mie tette- dico acida.
Lui sorride e quasi mi sciolgo.
-Si, hai ragione. Ma- e mi bacia un capezzolo -vederle di nuovo mi fa sentire a casa-
-P-potrei...ah!...ingelosirmi-
-Uhm? Davvero? Allora, devo porvi rimedio-
I miei pantaloni vanno a farsi benedire, insieme alle mutandine.
Nuda.
Avvampo.
Ecco, sembra sciocco, ma mi vergogno.
Ma che mi prende?
-N-non dovremmo fermarci?-
-Perchè?-
Mi va a fuoco la faccia: è tutto n-nudo!
-C-copriti!- farfuglio.
-Oh! Smettila. Guardami. Ho detto guardami!-
A fatica, pianto i miei occhi nei suoi.
-Lo vedi?-
-Non l-lo voglio v-vedere-
-Non parlo dell'amichetto. Mi vedi, amore mio?-
Annuisco.
-Voglio amarti-
-Eh?-
-Voglio fare l'amore con te. Adesso-
Sono spiazzata.
L'ha detto come se fosse la cosa più naturale del mondo.
-Allora- sussurro debolmente -prendimi. Sono tua-
Ho bevuto? Forse, solo un pochino.
Si getta su di me.
Gemiamo come non mai, appena le nostre intimità si strusciano l'una contro l'altra.
La sua lingua inizia a violarmi. Sono un fascio di nervi, pronta a scattare come una molla; gemiti infiniti, abbracci, carezze, sorrisi, capelli in disordine, sudore, le nostre mani intrecciate.
Le sue labbra marchiano le mie gambe con il fuoco, mentre io ricambio con dei baci sui pettorali.
Entrambi fremiamo di desiderio inappagato: le nostre carezze non sono più sufficienti, le mie mani corrono sempre più in basso, le sue, sui miei seni.
-B-basta...- mormoro.
Nel silenzio, sento che apre una bustina.
-Sono tuo. Ti appartengo- sussurra vicino al mio orecchio.
Con lentezza maniacale, divarica le mie gambe.
-Togliti le mani dalla faccia, sciocca-
-S-sono imbarazzata. N-non lo f-faccio da due anni-
Non risponde, avvicina la bocca alla mia intimità.
Oddio! Inarco la schiena, e lo afferro per i capelli.
Smettila, penso, mi fai uscire di testa. Ma niente, non riesco a parlare: la sua lingua accarezza la pelle morbida della mia entrata.
Oh cazzo!
-T-ti prego...-
Si ferma e mi guarda. Sembra posseduto; ha fame, tanta fame.
-Era solo un assaggio, tesoro-
Si stende su di me, poi lo sento.
-Non fare t-troppo in f-fretta-
Avverto un leggero dolore.
Faccio una smorfia.
-Devo fermarmi?-
-No. Ti voglio- ammetto -c-continua-
Lo stringo al mio petto, i miei seni contro i suoi pettorali.
Alla fine, si ferma.
-Ci sono-
Gli prendo il viso tra le mani.
-Lo so. Mi sei mancato- e lo bacio.
Lui ricambia con passione.
Iniziamo a muoverci all'unisono. Sembra di essere ad un concerto solo per noi: i gemiti, i fruscii sono le note di questa canzone silenziosa.
Si sente lontano il rumore delle auto che sfrecciano sulla strada, mentre le luci dei lampioni sfidano la spessa coltre delle tende, ma niente di più.
Il sudore imperla i nostri corpi nudi, uniti. Siamo come febbricitanti, quasi in preda ad un desiderio assurdo di raggiungere qualcosa di inafferrabile.
Le spinte si fanno intense. Un lieve formicolio corre dall'inguine fino alla testa, ogni volta che lui affonda dentro di me.
-Ti amo- mormora -ti amo-
-D-dillo di nuovo- singhiozzo.
Si, sto piangendo.
Ma di felicità.
È lui. Ora, è lui, l'uomo che amo.
-Ti amo, amore mio-
-Ancora-
Sorride e mi bacia.
-Ti amo-
Al culmine, lancio un urlo. Anzi, urliamo insieme.
Riprendo fiato.
Sono stremata.
-S-spostati. V-vorrei dormire-
Lui non risponde e rimane immobile.
Ehm...si, è ancora d-dentro.
-P-per favore-
Lentamente, esce. Emetto un flebile gemito.
Faccio per prendere le mutandine, ma lui me le strappa di mano.
-Ma che cavolo fai?-
-Voltati- ordina.
-Cosa? Sei impazzito?-
-Ho detto voltati-
-Perchè?-
Si avvicina e mi costringe a sdraiarmi.
-Perchè siamo solo all'inizio, tesoro-
Gemo visibilmente: due dita sono dentro di me.
E di nuovo, la passione riprende il sopravvento, i gemiti si trasformano in urli, i sorrisi in sguardi affamati e...





Fairy Bride - Book Three - Between Time (Nalu Fanfic)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora