-Anche nell'ultimo fascicolo, non abbiamo trovato nulla-
-Ah-
-Fratellino, mi stai ascoltando o stai vivendo uno dei tuoi soliti filmini con Lucy nuda?-
Nuda?
No, sarebbe un eufemismo.
Me la immagino con addosso un intimo provocante. Poi, si avvicina a me e mi mette un frustino sul petto.
-Cattivo bambino- dice con tono poco convinto -oggi ti punisco. E decido io come-
Va bene tutto. Farei qualsiasi cosa pur di mettere le mie mani su quelle due cazzo di tette.
-Natsu!-
-Ahia!-
Maledetti cellulari!
-Mi ascolti?!-
-No, Zeref-
-Neanche lo neghi-
-È la pura verità-
-Solo perchè ti ha invitato a cena, devi fare il cretino a questo modo?- e sospira.
Guardo verso la porta di casa.
Incredibile.
Ieri pomeriggio, dopo che è tornata da una seduta dalla psicanalista Levy, è entrata in casa e mi ha chiesto di uscire.
Lo avrete capito, no?
Sapevo perfettamente che Lucy avrebbe parlato con Levy, era una cosa organizzata. Se lo sapesse, mi prenderebbe a schiaffi, o meglio, mi tirerebbe un vaso in testa. Ma chi se ne importa.
Ho raggiunto il mio obiettivo.
E ora sono qui, davanti alla porta di casa che l'aspetto per andare a cena insieme, mentre Emily baderà ai nostri figli.
Poi...
Ghigno.
Beh, so solo che sarà una notte di fuoco, di quelle che piacciono a me.
Cazzo, credevo di morire. E poi, quanto ancora dovevo aspettare?
Mentre Zeref continua a blaterare, la vedo uscire di casa.
-Ora, riattacco-
-È arrivata?-
-Già, e non posso perdermi questa occasione per mangiarmela con gli occhi, non credi?-
-Un piccolo assaggio visivo, fratellino-
-Mi conosci-
Lo sento ridere.
-Ci vediamo mercoledì-
-Ciao, Zeref- e riattacco.
Per i prossimi tre giorni, non mi dovrò sorbire mio fratello: piccola vacanza con moglie e figlio. Che vuole di più?
Lucy si avvicina con un gigantesco cappotto peloso.
-E questo che sarebbe?- domando stizzito.
Merda, ma così non vedo un cazzo!
-I-il cappotto-
-Ci vedo. Intendevo dire che non vedo come sei vestita-
-È-è un sorpresa- e arrossisce.
-Se sei in costume, non usciamo nemmeno-
-Smettila, N-natsu! Sono vestita. Ora, per favore, saliamo in auto-
La squadro un'ultima volta, poi saliamo.
-Dove è questo ristorante?- domando.
-Vicino alla Cattedrale di Caldia-
Si chiama Thunder e qualcosa.
Lo gestisce un tizio che conosce Erza: si chiama (forse) Freed. Si è anche occupato di alcuni servizi di catering, pure al mio matrimonio.
Lo ricordo perchè non faceva altro che correre dietro a Laxus per sapere se aveva fame o sete. E che cavolo! Eravamo io e Lucy gli sposi, non lui.
Vabbè, ormai è acqua passata.
-Eccolo. È quello- dice Lucy e indica un gigantesco edificio, sormontato da un fulmine.
Si può essere più strani?
Beh, si. Se penso che Gajeel scopa con Levy usando il ghiaccio.
Come faccia, devo ancora capirlo...uhm, forse glielo dovevo chiedere per questa sera.
Non importa, farò alla vecchia maniera.
-Vuoi scendere, Natsu?-
Forse, ha ragione Zeref: mi faccio troppi filmini.
Entriamo all'interno.
Certo che è davvero un bel posto, devo ricredermi.
-Signora, se vuole lasciare il cappotto- dice una ragazzina con l'uniforme da cameriera.
-Signor Dragneel!- mi sento chiamare.
Arriva correndo un idiota dai lunghi capelli verdi, legati con una coda.
-Fred!- esclamo.
-Ehm...mi chiamo Freed, ma fa lo stesso. Sono felice che sia qui. Le ho riservato il tavolo con vista sulla città-
-Grazie. A proposito- e lo guardo meglio -perchè ha un grembiule con i cuoricini?-
-Ho perso una scommessa con Bickslow. Per punizione, devo portare questo coso per tutta la durata della giornata. Ma basta indugi! Appena sua moglie è pronta...-
Ci voltiamo entrambi a guardarla.
Mi blocco.
Il vestito...cazzo, è lo stesso della sfilata: corpetto rosso, gonna blu, uno spacco che farebbe vedere le mutande, e due tette strizzate come cocomeri.
-Cavolo- sussurra Freed -se lo faccia dire, sua moglie è uno schianto-
-Non dirlo a me...ehi! Non la guardi come se fosse un dolce-
-Oh, scusi!-
Lei si avvicina.
Respiro il suo profumo.
Vaniglia e fragola. I miei preferiti.
-Lucy...- e le metto un braccio intorno alla vita -sei bellissima-
Arrossisce leggermente.
-Ti e-era piaciuto. Erza me l'ha prestato-
-Oh! Ha fatto bene- poi mi avvicino al suo orecchio -sarà anche più bello quando te lo strapperò via, amore mio-
Stavolta, avvampa e mi allontana infastidita.
-N-non ci pensare nemmeno! D-deve tornare s-sano e salvo-
-La vedo dura- e rido.
Lei mi ignora.
Seguiamo Freed dentro il ristorante.
-Ecco, il tavolo. L'antipasto arriverà tra poco. Intanto, godetevi un pò di vino. Il migliore sul mercato-
-G-grazie- farfuglia Lucy.
Oddio, che sedie meravigliose! Dovrei chiedergli dove le ha trovate.
E poi, che vista!
-Guarda. Si vede tutta Magnolia-
-Si, Lucy- rispondo stralunato, mentre osservo rapito la 'vera' vista.
Bianche, morbide, grandi e piene.
-Forse si vede casa nostra- la sento dire.
Merda, ho una voglia matta di affondarci la testa dentro e leccare tutto: la sua pelle morbida, fino giù alla...
-Natsu? Ma che stai facendo?-
Mi riscuoto.
-Cosa faccio?-
-Non lo so. Mi sembra che tu stia sbavando. Hai fame?-
Oh, si! Ho una fame.
Ho fame del suo dannato corpo.
-Diciamo di si. Potresti non sporgerti così verso di me? Ti vedo tutto, e francamente è difficile non saltarti addosso- e indico le sue tette.
-P-porco! Non mi stavi neanche ascoltando, v-vero?-
Scoppio a ridere.
-Antipasti!- strilla un tizio alto, dai capelli blu a spazzola e un tatuaggio sulla faccia a forma di omino di carta.
-Non urlare, Bickslow!- lo rimbecco.
Lo conosco tramite Freed, sempre per quella cosa del matrimonio. Nel tempo libero, si occupa di decorazioni per stoviglie; lavora spesso con Evergreen e Elfman. Come si faccia a passare intere giornate a parlare di piatti e piattini, mi è davvero incomprensibile.
Forse, se parlassero di vasi, potrebbe interessare a Lucy.
-Oh, scusa! Sono felice per la vostra riconciliazione- e fa l'occhialino a Lucy -ah! Bel vestito, ragazza!-
-Sparisci- gli intimo.
Se ne va sghignazzando.
-Riconciliazione?- mi chiede lei, appena Bickslow si toglie dai piedi.
-Ne vuoi uno?- e le passo una tartina.
-Natsu- dice con tono di rimprovero -che stai combinando?-
I suoi occhi diventano fessure.
Gajeel avrà parlato. Mai gli affari suoi quello!
-Niente, Lucy. Mangia, per favore-
Mi fissa qualche altro istante, poi inizia a prendere qualcosa.
-Sai, Natsu...-
-Uhm?-
-Questa cena mi ricorda quella volta-
-Quale...ciomp...volta?-
Cavolo, che buoni questi cosi!
Si mette a guardare la vista di Magnolia.
-Quella sera, Ultear ci chiamò per dirci dove sarebbe avvenuto lo scambio-
Guardo pure io la vista (stavolta sul serio).
Tutta la città è percorsa da piccole luci: alcune sono fisse, mentre altre si muovono da una parte all'altra. Da bambino, passavo le mie notti insonni a guardare questa stesa città dalla mia camera da letto.
Ero solo, e fantasticavo su mondi lontani, paesi sconosciuti, avventure improbabili, a fianco di supereroi dei fumetti. Adesso, invece sono con lei, e di certo non sono più solo.
-Si, ricordo- mormoro -ma non pensarci-
I suoi occhi mi guardano.
-Non ho potuto fare a meno di ricordarlo. Strano, no? In un posto simile a questo, abbiamo vissuto un momento tanto terribile-
E tutto per colpa mia, penso.
Me lo porterò sulla coscienza per il resto dei miei giorni, ma lei non lo saprà mai.
La serata passa tranquilla: parliamo di tutto, lancio qualche frecciatina, ricevo le solite minacce del caso.
Alla fine, ci ritroviamo in camera da letto, soli, in una casa silenziosa.
Nessuno dei due parla.
-S-senti-
-Cosa, Lucy?-
-V-vado in bagno, e m-mi preparo, v-va bene?-
-Come vuoi-
Lentamente, raggiunge il bagno e chiude la porta.
Cazzo, si!
Inizio a saltellare come un cretino.
Contieniti, Natsu. Nemmeno avessi vinto la lotteria.
Afferro il cellulare, lo spengo e lo mando a farsi un bel giro nel cassetto del comodino.
Raggiungo la cassettiera, e apro un cassetto speciale.
Cavolo! È pieno di polvere, ma ci credo! Non lo facciamo da dicembre, direi che è già tanto se mi ricordo chi sono.
Eccola!
La mia fida scatola di preservativi.
Non sono normale: la sto fissando come se fosse il culo di Lucy. Ma cercate di capirmi, credevo di morire, e invece ora...
Oddio! L'attesa di quello che faremo mi sta mandando fuori di testa.
Mi strappo via i vestiti e li lancio dentro l'armadio.
Tutto nudo, raggiungo il letto e mi metto sotto le coperte.
Mi aspetto di essere torturato a dovere, stanotte; è la sera perfetta: niente figli tra le palle, gatto fuori in giardino, telefono staccato...cazzo, andrà bene, me lo sento.
-N-natsu...-
-Si, tesoro?-
-P-puoi spegnere la luce?-
-Perchè?-
-T-tu fallo. T-tanto ci vediamo lo s-stesso-
Eseguo.
Arrivati a questo punto, mi farei anche legare al soffitto.
Nel buio della stanza, vedo che la porta del bagno si spalanca.
-M-ma sei già n-nudo?- farfuglia.
-Scusa. Mi sono fatto prendere dal momento- dico angelico.
-S-stupido-
La vedo avvicinarsi. Sale sopra di me e si mette a cavalcioni.
Le mie mani esplorano il suo corpo meraviglioso.
-Dove hai preso questo coso?-
-L-levy mi ha consigliato di ordinarlo su u-un sito-
-Ah si? Bel consiglio il suo-
Sapevo anche questo.
Sorrido.
Il corsetto è fatto di pizzo, mentre sulle spalle ha una specie di stoffa trasparente, che le arriva fino al sedere.
-F-facciamo così- dice lei -i-inizio io. Mi hai tolto l'opportunità d-di spogliarti-
-Vuoi che mi rivesta?-
Scuote la testa.
-Sarai tu a spogliarmi, ma solo se riuscirò a farti g-g-g-eme-e...-
-Gemere?- la aiuto.
Annuisce.
-Smettila di imbarazzarti, Lucy. Non è la prima volta-
-V-voglio ricordarmela, però. N-non come l'altra volta-
-Pure io-
Si avvicina e mi bacia.
La stringo tra le mie braccia, e cerco di far aderire i suoi seni al mio petto.
Mi piacciono i giochi, ma spero che non duri a lungo, perchè presto si accorgerà che l'amichetto là sotto non è in vena di aspettare.
Passa a leccarmi il collo e ad accarezzarmi la cicatrice. Poi, scende giù, sfinendomi di baci e carezze gentili.
Mi trattengo dal ringhiare: non voglio dargliela vinta subito. Deve impegnarsi di più.
Le sue piccole mani massaggiano i muscoli delle mie braccia, mentre con la bocca bacia prima l'avambraccio, poi il polso.
Alla fine, emetto un ringhio soffocato quando mi morde un capezzolo.
-T-togliti il reggiseno- balbetto.
-M-ma...-
Riprendo fiato.
-Non hai sentito? Ho ringhiato-
Senza indugiare oltre, si toglie il reggiseno.
Al chiaro di luna, le vedo: le desidero da morire, le voglio baciare, leccare, mordere, rendere mie.
Le mie mani le prendono subito.
-N-natsu...il gioco...-
-Il gioco è finito- e le strizzo i capezzoli.
Lei inarca la schiena e si protende verso di me.
-Brava. Adesso, levati questo coso dalle spalle e pure le mutandine-
-Eh? M-ma cosa...-
Oh basta!
Non voglio aspettare oltre.
La metto sotto di me.
Ha il fiato corto e gli occhi languidi che mi fissano con desiderio e timore.
Le tolgo le mutandine con studiata lentezza.
Ora, siamo completamente nudi, solo le coperte ci dividono.
L'ho fatto apposta: le nostre intimità sono vicinissime, ma allo tesso tempo lontano. Questa cosa mi sta facendo impazzire.
Per un pò, nessuno dei due si muove: siamo troppo presi a catturare ogni singola espressione sul volto dell'altro. Anche nella penombra posso vedere il suo imbarazzo e sentire i suoi respiri pesanti, che si confondono con i miei ansiti famelici.
-Tocca a me, amore mio- dico infine.
-T-tocca c-cosa?- farfuglia.
-Ti devi ricordare di cosa sono capace- e calo su di lei.
Le mie labbra baciano quella pelle tanto desiderata: i suoi seni diventano rossi. Li lecco, li mordo, gioco con i capezzoli.
Lei si dimena e freme sotto di me. Mugola versi strani e afferra i miei capelli, mentre butta la testa all'indietro e inizia a gemere sempre più forte.
-I-io...- la sento dire.
-Cosa?- e le bacio la pelle dell'ombelico.
-C-credevo che t-tu...ah!...c-credevo che tu a-avessi perso i-interesse-
La fisso stupito.
Interesse? Per lei?
-Da dove viene fuori questa cretinata, Lucy?-
-Beh, e-ecco...s-smettila! Non riesco a p-parlare-
-Ma la mia mano ti vuoi toccare la...-
-P-può aspettare! D-dicevo, credevo che non ti interessassi più, perchè facevi l'indifferente e...-
La bacio.
La mia lingua penetra nella sua bocca, le voglio togliere il respiro. Non voglio sentire queste stupidaggini.
Levy mi ha dato dei buoni consigli, ma ho rischiato che questa tonta non capisse un bell'accidente.
Ci separiamo.
-Io perdere interesse, amore mio? Ma te lo puoi scordare. Ti verrò a noia- e metto un dito dentro di lei -non ti sognare nemmeno di vedermi disinteressato-
Geme tanto da urlare subito dopo.
-N-natsu...-
-Zitta, e facciamo l'amore. Perchè adesso, ti voglio. Ti voglio davvero-
-P-pure io ti voglio-
Mi abbraccia.
-Ti amo- mormora.
La guardo.
-Ripetilo-
-T-ti amo, Natsu-
Scendo verso il basso e inizio a baciare l'interno coscia.
-Dillo ancora-
-T-ti...ah!-
-Ancora, ho detto- e bacio la sua intimità.
-T-ti...oddio!...Non ce la f-faccio, s-se fai c-così-
-Lucy, dillo di nuovo-
-T-ti...cavolo...ti amo! Oh, si! T-ti a-amo, Natsu-
Sorrido soddisfatto.
Lecco la sua entrata con avidità.
Le sue mani afferrano le coperte con disperazione. Sento che mugola e geme.
Sono al limite, e pure lei.
Prendo la scatola.
-Non facciamo stupidaggini, ti va?-
-E-e chi ha detto che le voglio f-fare?- mormora.
Pronto, penso.
Avverto uno strano peso al petto, ma non ci faccio caso.
-Ci sei?-
Non risponde e divarica le gambe.
Lo prendo per un si.
Mi stendo su di lei.
Penetro dentro il suo corpo come se stessi scivolando sul ghiaccio.
Mi fermo.
Le nostre mani si intrecciano.
-Ti amo, amore mio- sussurro.
-Anche io, Natsu-
Con lentezza, prendiamo il ritmo.
Gli affondi sono leggeri e gentili. Non voglio fare in fretta.
In questo momento, i nostri sguardi sono persi l'uno nell'altro, non esiste niente se non questo sguardo infinito, pieno di desiderio e possessione.
Mai come adesso sento cosa provo davvero per lei: non è amore, non è piacere. Non è niente di tutto ciò.
È completezza.
Si, sentirsi completi. Il suo corpo non mi appartiene, perchè è anche il mio corpo. Siamo separati, ma allo stesso tempo siamo uniti, ma non uniti dal rapporto stesso. No, non sarebbe sufficiente.
Siamo uniti da un filo invisibile, quasi una corda, che inizia dentro di me e termina dentro di lei, e viceversa.
Penetro ancora di più in lei.
Ringhio, mentre lei geme senza ritegno, ormai prossima all'orgasmo.
Lo sento; sono vicino.
-T-ti prego...- mormora.
Mi abbraccia ancora di più. I suoi seni sono schiacciati contro il mio petto.
Finalmente, avverto un calore famigliare provenire dal basso ventre, seguito subito dopo da un urlo liberatorio.
-Natsu!-
Lei mi segue subito dopo.
Crollo sul suo corpo sudato.
Sento che la sua mano mi accarezza i capelli.
-Volevo chiederti una cosa- dice dopo un pò.
-Cosa?-
-Vorresti s-sposarmi?-
Alzo la testa e la guardo.
-Che domande fai stasera, Lucy?-
Non so come, ma riesco a rialzarmi.
Di nuovo, la sovrasto.
-Ecco perchè- proseguo -adesso, devo punirti-
-M-ma che fai?-
Le afferro i polsi.
-E-esci-
-Da dove?-
-H-hai capito, maiale!-
-No, non ho capito, amore mio- e rido.
-I-idiota!-
Mentre si agita, getto uno sguardo al comodino e vedo il suo cellulare.
Mi gelo.
-Natsu? Che hai?-
Attaccato al cellulare, c'è un piccolo pendente, di quelli che si illuminano quando uno chiama o riceve messaggi.
Mi allungo e lo prendo.
-Lucy...-
-Si?-
-Dove hai preso questo pendente?-
-L'ho trovato sul letto la mattina dopo che te ne eri andato. Credo che sia un tuo regalo-
Non ci credo, penso, il contenuto della scatola...
-Senti...-
Non finisco la frase.
Inizio a tossire senza controllo.
Il cellulare cade a terra.
-Natsu! Che ti prende?!-
-I-io...coff...Lu...-
Cado sul pavimento.
N-non respiro.
La vista si annebbia.
Ho un ultimo ricordo: Lucy in piedi con la coperta che chiama qualcuno.
Poi, il buio.
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Fairy Bride - Book Three - Between Time (Nalu Fanfic)
Fanfiction(Seguito di "Fairy Bride - Book Two - Into the Shadow") Il tempo passa in fretta, e si sa, le persone cambiano, crescono. Succede a tutti, compresa Lucy. Aveva solo ventiquattro anni, quando ha incontrato l'uomo che l'ha cambiata, e ora ne ha trentu...