Praticamente innocuo

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"Beh Matt dimmi degli studi" sorrise Hermione.

"Vanno benissimo, ho il massimo dei voti e probabilmente finirò un anno prima."

"Oh no, anche tu come lei no!" sbuffò Draco annoiato "già a scuola non si può sopportare lei, è una terrificante so-tutto-io, nonché la stre... studentessa più brillante della sua età. Ormai è diventato il suo soprannome. Ancora risento Piton chiedere cosa ottieni mescolando radici di asfodelo in in polvere in un infuso di artemisia e rivedo lei alzare la mano, il suo primo giorno di scuola! Una Sangue..."

"Abbiamo detto abbastanza" urlò Hermione interrompendo lo sproloquio dannoso del Serpeverde.

"Che poi voi che scuola fate?" chiese Matt, un po' sorpreso da quelle parole che non conosceva.

"Scuola di giornalismo" anticipò Hermione, prima che Draco riaprisse bocca.

"Studiate cose parecchio strane in questa vostra scuola"

"Oh beh, si, diciamo che è particolare. Molto bella però" rispose Hermione.

"E insomma sei la prima della classe..." Matt le rivolse un sorriso sbilenco. La ragazza aveva sempre adorato questa particolarità, le persone con il sorriso storto la incuriosivano.

"Della scuola..." sorrise, per la prima volta, Draco.

"Dovremmo festeggiare."

"Non lo porterò in discoteca." disse sicura la Grifondoro, indicando Malfoy.

"Paura che te lo portano via?" rise Matt "ehi oggi è venerdì e io sono qua invece che in un locale, mi devi qualcosa, e poi da quanto è che non metti piede in discoteca?"

"L'estate scorsa, Matt, ora dai, voglio presentare Ester a Draco."

Ester era la ragazza di Jules, un'italiana che si era trasferita a Londra quando Hermione aveva appena sei anni, nonchè l'unica ragazza del quartiere. Si presentò a Draco e salutò la Grifondoro, gesticolando in maniera esasperata come sempre, poi decise di rimanere appiccicata a Jules per il resto della serata.

Quando anche Matt si dedicò ad altro, andando a sperimentare i pochi videogiochi che Hermione aveva, Draco si permise di fare la domanda che più gli urgeva.

"Cos'è una discoteca?"

"Per la barba di Merlino! Tendo a dimenticare quanto non sai!"

"Sai Hermione, non c'è bisogno che mi ricordi quanto poco so dei babbani. Ne sono fieramente consapevole."

"E' un locale" tagliò corto la ragazza per non litigare "dove c'è la musica e si balla. Ma non i balli che sai tu, roba come quella di Jules... ehi Jules! Fai vedere a Draco come balli!"

Jules era un ballerino di break dance, e uno dei migliori che Hermione avesse mai visto.

"Ovviamente in discoteca non si balla così" sussurrò Hermione al Serpeverde "ma la cadenza con cui muoverti è quella, e la musica è tutta uguale. Poi tu puoi anche permetterti di non ballare, anche se qualche gaffe mi eviterebbe di uccidere qualche ragazza."

"Gelosa Granger?"

"Ti piacerebbe."

"Che dovrei indossare?"

"Oh, ho una maglia da uomo spettacolare di sopra" e, nel vedere Draco aprire bocca, aggiunse "l'ho presa io. Matt, vieni su!"

I due ragazzi entrarono in camera mentre Hermione rimase fuori. Non sapeva veramente perché non fosse entrata, ma Malfoy la metteva in soggezione, e pensarlo senza maglietta la faceva avvampare. Non sapeva neanche perché aveva deciso di fargli provare la maglietta quel giorno, ma voleva assolutamente vederlo con una t-shirt babbana addosso.

Da dietro la porta sentì Matt esclamare.

"Wow che tatuaggio"

Perché ovviamente Draco aveva un tatuaggio. Un tatuaggio. Draco. Lucius. Voldemort.

Che cosa?

"Che cosa?" urlò Hermione entrando nella stanza e vedendo una cosa che non avrebbe mai immaginato"Tu... tu... sei uno di loro. Matt. Fuori."

"Ma..."

"Fuori!" la ragazza era fuori di sè, il Marchio spuntava chiaro sulla pallida pelle del biondo "Sei uno di loro."

"Dovremmo dare spiegazioni al tuo amico babbano poi. Mossa intelligente, Granger." le rispose Malfoy, grondando sarcasmo, appena il moro uscì dalla stanza.

"Non mi interessa. Che lo scoprissero! Oh, io sono la strega più brillante della mia età e non avevo capito che tu sei un Mangiamorte! Tu, lurido, bastardo Purosangue."

"Potrei benissimo insultarti e chiuderla qui, lo sai Granger?"

"Siamo tornati ai cognomi, Malfoy?"

"Mi hai chiamato lurido Purosangue!"Draco era veramente arrabbiato "mi lascerai parlare, questa volta?"

Hermione aprì la bocca, poi la richiuse, e con uno scatto si mise a sedere sul letto.

"Ottimo. E' successo quest'estate, dopo che mio padre ha fallito all'ufficio Misteri. Silente lo sa. E' stata come una condanna a morte, in quel giorno ho pensato che la mia libertà fosse morta. Dovevo riportare lustro al nome dei Malfoy, o morire. Non ti credere, Hermione, non mi avrebbe ucciso il Signore Oscuro, mio padre si sarebbe volentieri preso carico dello scomodo atto, per lui valgo quanto il nostro elfo, se non meno. Non avrebbe avuto rimorsi. Sarò additato tutta la vita, sai? E' lì che ho pensato per la prima volta a come ti potevi sentire quando ti sentivi additata come Sanguesporco, perché anche io sono etichettato, ora, e non importa cosa farò, io agli occhi del mondo sarò sempre un Mangiamorte. Avevo deciso di compiere la mia missione e poi porre fine alla mia inutile esistenza. E' lì che sei entrata tu, nel momento più buio della mia vita. Un Marchio non decide chi sono e che scelte faccio, io solo devo prendermi la responsabilità delle mie azioni, e ho fatto la scelta giusta. Non ho mai voluto il Marchio Nero, mai, e quando l'incantesimo Morsmorde ha squarciato il cielo il mio urlo è stato di dolore, a differenza di quella pazza di mia zia. Non mi hai fatto solo innamorare, mi hai salvato, anche se non hai mai voluto farlo. E ora sono qui, ho accettato di venire tra i babbani e ti sto chiedendo di guardare il Marchio e pensare che io ho scelto, pensa che è il simbolo del mio dolore, perché è con il mio dolore che state ricevendo la vittoria. Ti chiedo di amarmi perché sono Draco, e non odiarmi per un teschio e un serpente sul mio braccio. Io non sono un Mangamorte, non sono un Malfoy. Ripudio il nome della mia famiglia, se questo servirà a farmi amare da te. Io sono Draco, e sono tuo, per sempre."

Hermione si avvicinò a Draco e gli asciugò una lacrima traditrice lungo la guancia.

"Draco Malfoy che piange..." sussurrò per poi baciarlo lentamente, per consolarlo, per amarlo, per promettergli un per sempre che le faceva più paura del Marchio, ma sul quale avrebbe scommesso mille volte.

Perché lui era Draco. Lui era suo.

E lei, lei era solamente e irrimediabilmente sua.





Angolo autrice:

Beh ciao:) volevo chiedervi di passare dall'altra mia storia: Lost Love. E' su Alice nel Paese delle Meraviglie ma è un po' particolare e ne vado molto fiera, spero che passerete:)

First ImpressionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora