Hermione portò la madre fin nella sua stanza.
"Questo è successo prima che noi litigassimo. Ora... è tutto cambiato, mamma. E devi sapere anche che lui è molto ricco, è un nobile, quindi ha molti soldi, e gli piace fare le cose in grande, voleva far ingelosire Ron. Evidentemente si può permettere di sprecare soldi per aggraziarsi le persone quando gli servono e..."
"Hermione, fammi vedere questo dannato regalo!" la signora Granger aveva alzato pochissimo la voce, ma il tono convinse la ragazza a non aspettare e tirò fuori lo splendido abito.
"Per tutti gli dei dell'Olimpo" mormorò sua madre e Hermione sbuffò mentalmente al pensiero della fissazione di sua madre per la mitologia greca. Era una dentista, ma aveva fatto il classico e certe abitudini sono dure a morire, per non parlare delle passioni, quindi tutti in famiglia si dovevano sorbire le sue citazioni di mostri e dei greci. la reazione di sua madre davanti al vestito era stata simile alla sua reazione, anche se lei si era messa a piangere dalla felicità. Jane guardava il verde acqua, colore preferito di sua figlia, del vestito, si soffermava sui brillanti che non lo appesantivano, studiava la stoffa pregiata che scivolava sotto le mani come se fosse acqua.
"Di qualcosa, mamma."
"E' stupendo... e immagino che tu non lo abbia ringraziato abbastanza."
"Anche troppo, l'ho ringraziato anche troppo. Ora non voglio parlarne. Bell'abit, stupendo, mi sta d'incanto" e Hermione rabbrividì ricordando quali erano state le parole di draco quella sera "scendi, fai i complimenti alla Serpe e tutto è finito."
"Hermione Jane Granger"
"Mamma... ti prego! Non litighiamo prima che arrivi tutto il quartiere!"
Hermione rimise velocemente il vestito dentro l'armadio, nascondendolo il più possibile, e cercando di non venire sopraffatta dai ricordi, da quei ricordi che avrebbero potuto ucciderla. Era stato tutta una finzione, ma per cosa? Cosa voleva ottenere? Una rivincita su Harry? La ragazza guardò la sua camera babbana e inevitabilmente la sua mente registrò tutte le piccole differenze con il dormitorio Grifondoro, a partire dai colori, camera sua era verde acqua, di una delicata tinta pastello, così diversa dai forti colori rossi e oro dei Grifondoro. Accanto a lei non c'era il letto di Ginny, ma una scrivania, e davanti a lei una piccola libreria con i libri babbani che amava: Orgoglio e Pregiudizio, Mansfield Park, Emma, Persuasione, Cime Tempestose, il Conte di Montecristo e poi, per ultimo ma non per ultimo, la Guida Galattica per Autostoppisti e i suoi quattro seguiti; Hermione sorrise al pensiero di suo padre che gli regalava quel libro, mentre lei storceva il naso alla fantascienza, non sapendo che l'avrebbe amata. Prese in mano la Guida e risfogliò quelle amate pagine, che le avevano insegnato a ridere.
"La Guida Galattica ha sempre ragione. E' la realta, spesso, a essere inesatta."
La ragazza sorrise all'ennesimo non senso di quel libro. La realtà era la cosa più importante per lei, la razionalità, il sapere che c'è un ordine e la logica la rassicuravano. Per esempio, Malfoy aveva giocato con lei, poi era arrivata Astoria, piùbella e, logicamente, lui aveva cambiato idea. poi Astoria li aveva visti e lui ora era qui.
Aspetta... Astoria ci ha visti e lui è qui a nascondersi, quindi... Astoria deve averlo detto a suo padre! Quindi... Lo sorvegliava!
Quanto era stata stupida a non pensarci prima, leo che si vantava del suo freddo ragionare, si era fatta trascinare dalla gelosia, senza fermarsi ad ascoltare.
Senaz neanche rendersene conto, stava correndo per le scale.
"Draco! Lei ti sorvegliava!"
"Si" rispose semplicemente il ragazzo, che stava imparando un gioco da tavolo con i signori Granger.
"E non me l'hai detto! Avresti potuto dirmelo! Non ti avrebbero scoperto e noi saremmo ancora a Hogwarts e tu non saresti in pericolo di vita! E' tutta colpa tua!"
Draco rise mentalmente. Hermione era intelligente, vero, ma era anche donna, e, come donna, doveva avere sempre ragione.
"Te lo volevo dire, ero venuto per dirtelo ma... devi spiegare troppe cose."le disse scimmiottandola "e non mi hai fatto spiegare Astoria."
"Ah."
Il campanello di casa Granger trillò, ed entrarono due signori con cinque ragazzi al seguito.
"Lui è Draco, un amico di mia figlia." la signora Granger fece le presentazioni enfatizzando la parola amico e facendo l'occhiolino alla signora davanti a lei.
"Io sono la signora Barlett, e loro sono Matt, di venti anni, Jules, dell'età di Hermione, Jonhatan di quindici anni, e i miei piccoli gemelli Christopher e Simon, undici anni."
"Oh, non hai detto il codice fiscale, mamma." sbuffò Matt con evidente sarcasmo "dov'è la mia bella Hermione?" sorrise poi.
Draco iniziò ad arrabbiarsi. Possibile che tutti i ragazzi che assomigliavano a modelli con capelli neri e occhi azzurri, dovevano fare il filo alla sua Hermione?! In un scatto le cinse la vita.
"La mia Hermione." sputò tra i denti, lasciando Matt interdetto.
Vide la ragazza arrossire.
"Scusalo è un po' geloso." sorrise lei, lanciando un'occhiataccia al biondo che la stringeva ghignando.
"Oh nessun problema con i fidanzati gelosi, tranquilla. E chi lo avrebbe mai detto, la piccola Herm con un bellissimo biondo con gli occhi ghiaccio. E anche nobile, mi dicono!"
Hermione maledì mentalmente sua madre e la voglia di spettegolare.
"Tra poco arriveranno i Corwell, con l'unica ragazza di tutto il quartiere." sorrise Jules. "così conoscerai la mia ragazza." disse rivolgendosi a Draco.
"Sarebbe bellissimo." rispose il biondo, mentre pensava che almeno aveva un babbano in meno da uccidere.
Era lì, tra babbani che scherzavano con Hermione e la trattavano come avrebbe dovuto trattarla lui in quei sei anni, e mentre lei aveva legato in tutti e due i suoi mondi, lui non era riuscito a farlo neanche nel Mondo Magico, mentre lei era un ponte, un qualcosa che avrebbe potuto unirli tutti, anche se lui non voleva essere unito. Mezza giornata senza bacchetta e già stava impazzendo, nessun congegno magico, niente scope e solo automobili, calcio, uno sport insulso dove dei babbani rincorrevano un pallone non incantato, al posto del Quidditch, e poi niente posta via gufo, aggeggini che dovevano sostituirli che vibravano sempre, Draco stava per impazzire.
Eppure sorrise, per Hermione. Non le avrebbe rovinato la festa.
PS:
Volevo precisare che tutti i libri che ho citato in questo capitoli, li ho letti, e tutte le citazoini che uso sono prese da libri che ho letto e amato. Lo dico perché odio le persone che, per esempio, citano Orgoglio e Pregiudizio o altri classici perché va di moda, e magari non sanno neanche chi è Mr Collins! Detto questo, la risposta è 42 ;)
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First Impression
Fanfic"Orgoglio e Pregiudizio è la storia di come ci si provi a capire l'un l'altro" J. Wright Una Dramione un po' diversa, che nasce da un libro babbano, un libro da mezzosangue. E' per Draco, per quello che sarebbe potuto essere. PS: non so perché ogni...