Così è se vi pare

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Hermione lesse la lettera tutta d'un fiato. Non lo avrebbe perdonato, no, in quella lettera c'era ancora troppo del suo orgoglio, ma doveva andare a sentire quello che diceva, magari era utile nella lotta contro Voldemort.
Lo fai per Harry, non per Draco - pensò per poi arrabbiarsi con se stessa Malfoy, lui è Malfoy! Ed è un Mangiamorte, te lo ha detto! Dovresti dirlo subito a Silente.

Ma non poteva. Non poteva perché sarebbe stato crudele, perché forse anche lui poteva redimersi.

Pensò al guizzo di luce che aveva visti nei suoi occhi grigi come un cielo in tempesta quando le aveva detto che era innamorato di lei.
Forse è tutto premeditato, forse è una trappola.

Ma non avrebbe negato a nessuno la libertà di scegliere.

Gli rispose con un gufo.

"Domani a colazione nel bagno di Mirtilla. Granger."

Si firmò con il cognome. Aveva pensato di firmarsi 'Hermione', addirittura di firmarsi 'Mezzosangue', ma aveva deciso per una via di mezzo. Lui si era firmato con il nome e aveva aggiunto anche quell'insulso 'tuo'. Lei non era di Malfoy e mai lo sarebbe stata.

A cena si sforzò di sorridere, di congratularsi con Ron, di non vomitare vedendo Lavanda chiamare il suo rosso "Ron-ron" neanche fosse un dolce al cioccolato! Ma sorrise, per lui, e vide Harry che la guardava e capiva.

Vide Malfoy ghignare con i suoi amici come se nulla fosse successo, nessuna parola, nessuna lettera, e questo la ferì più di quello che voleva dare a vedere.

Non era proprio giornata.

La sera, sul letto, con Ginny che parlava, non trovò il coraggio di parlarle di Draco - no, Malfoy- e di raccontarle di come lui le avesse detto che era innamorato, e la lettera, e tutto, e la sera a cena che non l'aveva considerata, nè in bene nè in male. Ginny continuava a parlare di Dean.

Ora avrebbe voluto anche un insulto, almeno avrebbe notato la sua presenza! Invece era stato a ridere con i suoi Serpeverde, non che le interessasse qualcosa. Poteva scegliere benissimo con chi parlare.

La rossa era passata a Harry.

"Hermione mi ascolti?"

"Eh? Si si dimmi Ginny!"

"Sei sicura? Ti vedo strana."

"Forse è meglio se vado a letto." troncò la conversazione Hermione, lasciando l'amica perplessa. Voleva dormire un sonno senza pensieri e senza ragioni, voleva vedere il suo viso riposato.

Quella sera Malfoy si era ubriacato e ora stava sul letto. Qualcuno ce lo aveva portato.
Pansy.

L'idiota. Il biondo non si ricordava molto della serata, ma sapeva che si era seduto da solo e aveva iniziato a bere Whysky Incendiario. I maghi minorenni non potevano bere, ma con il clima che c'era a scuola nessuno avrebbe mai fermato un gufo che arrivava a Malfoy.

Draco sbuffò e chiuse gli occhi per addormentarsi.

Si ritrovò a Malfoy Manor, avrà avuto cinque anni, e suo padre stava davanti a lui.

"Sono inferiori capisci, piccolo mio? Sono sporchi, hanno il sangue macchiato di babbani, non potranno mai essere come noi."

"Perché?" chiede il piccolo Draco.

"Vedi Draco, noi veniamo da una famiglia in cui maghi si sono sempre sposati con maghi purosangue, preservando la perfezione. Un babbano è un essere inferiore e quando un mago si unisce con un babbano viene trasportato alla sua bassezza. Nascono i Mezzosangue che sono maghi solo a metà.

A volte succede anche che due babbani abbiamo un figlio mago. Questo, Draco, è un abominio. I maghi devono rimanere puri."

"Ma papà a me sembruamo tutti uguali!"

Lucius sferzò la bacchetta lasciando un segno rosso sul viso del bambino.
Non si è mai neanche sporcato le mani - pensò il Draco diciassettenne - non mi ha mai toccato, ha sempre usato la bacchetta.

"Non esisterà un Malfoy che non capisce la purezza della razza capito?!"

"Si papà." dice il bambino biondo fra le lacrime, imparando la lezione: pensare che i babbani andassero bene faceva male.

Draco si svegliò urlando. Uscì dal dormitorio e si sentì le guance umide. Un suono di gutturale rabbia uscì dalla sua bocca. Un Malfoy non piangeva, neanche nel sonno. Pensò alle parole di Blaise.
Devi amare lei, non il suo sangue.

Era tradimento quello che stava facendo. Stava tradendo la sua famiglia. Avrebbero ucciso suo padre. La cosa non lo toccò. Avrebbero ucciso sua madre. Doveva difenderla, avrebbe costretto Silente a proteggerla. Pensò a scrivere le sue condizioni: protezione per lui e per sua madre, perdono, un bacio -ora ghignò, l'avrebbe avuto anche con la forza quel bacio. Lui proponeva aiuto e chiedeva protezione, una cosa semplice. E un bacio. Un bacio perché sarebbe potuto morire se non l'avesse baciata. Hermione Jane Granger non era di quelle bellezze che ti facevano voltare, i capelli crespi e i vestiti trasandati, sempre con il naso dentro uni dei suoi libri. Eppure i suoi occhi nocciola erano vivi e esprimevano forza, la bocca era ben disegnata e aveva una figura graziosa. Lo stava ammettendo ora, ora dopo tanto tempo, e c'era voluto un libro per capirlo. Pensò alle parole che lei gli aveva detto quando gli aveva messo tra le mani il
romanzo.
Jane Austen ha sempre ragione- la Mezzosangue aveva visto giusto, Jane Austen aveva avuto ragione anche con lui. Pensò che forse il cuore umani funzionava sempre allo stesso modo per una babbana dell'Ottocento e per dei maghi del Duemila.
Sorrise al buio della scuola. Ora aveva capito. Avrebbe fatto ciò che era giusto. Avrebbe scelto.

Hermione odiava il bagni di Mirtilla Malcontenta, come tutti gli studenti di Hogwarts. Per questo era sicura che nessuno sarebbe entrato. Aspettò Malfoy cercando di calmarsi - no, non sarebbe stata da sola su una stanza con un Mangiamorte - e pensando alla lezione con Piton che avrebbe avuto dopo, si mise a aspettare.

Il ragazzo arrivò puntuale, era lei in anticipo e gli passò un foglio.

"Queste sono le condizioni Granger, e attenta è un contratto con la fattura."

"Che significa bacio?"

" Bacio, Granger, significa bacio."

"Mai."

"E niente aiuto. Vi servono informazioni, e io voglio darvele, voglio scegliere. Ma voglio anche un bacio."
"E sia Malfoy." la ragazza firmò.

"Io devo uccidere Silente, sennò ammazzano me e la mia famiglia. Mi hanno marchiato e io... io non ho mai voluto Hermione! Non ho mai voluto essere quello che sono! Mi hanno costretto! Sono marchiato come se fossi di loro proprietà è assurdo. Io non ce la faccio più. Mio padre e la sua insulsa mania del sangue puro, quella pazza di mia zia e tutti, tutti! Devo riparare l'armadio Svanitore della Stanza delle Necessità. Ce n'è un altro da Magie Sinister, è così che vogliono entrare." Draco era sull'orlo di una crisi di nervi "il resto lo dirò direttamente a Silente, portami da lui, dopo il bacio" ora il biondo ghignava.

Hermione aveva firmato, e doveva. Lo faceva per Harry, si disse, e per il Mondo Magico.

Sentì il respiro di Draco sopra il suo. Chiuse gli occhi. Le labbra della Serpe si sovrapposero delicatamente alla sue mentre lui le prendeva il viso tra le mani. Poi lei si lasciò andare e il bacio prese fuoco. Era una danza quella che stavano facendo, con Malfoy che le mordeva il labbro inferiore facendola sussultare mentre cercava sempre di più il contatto come se volesse fondersi con lei in un unico corpo.

Hermione fu la prima a staccarsi, rossa in viso; guardò Draco che lottava contro un'esplosione di emozioni nella sua testa e ricercava l'autocontrollo.

"Andiamo da Silente" disse lei con la voce affannata. Le era piaciuto fin troppo.

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