Luke la aspettava nella sala Comune, e il suo viso di illuminò appena la vide. Era bella, intelligente e famosa, tutto ciò che poteva desiderare.
"Ehi pensavo... abbiamo una giornata libera e fa caldo, facciamo un giro per il giardino e poi saliamo sulla Torre di Astronomia?"
"Io amo le stelle e i pianeti" esclamò Hermione entusiasta. Non avrebbe permesso ai pensieri negativi di rovinare quella bella giornata.
Si avviarono giù per le scale fino al portone d'ingresso, dove alcuni Serpeverde, tra cui Malfoy, venivano infastiditi da Pix. Hermione rise sommessamente mentre Luke la prese sottobraccio per uscire dal castello. In quel momento Malfoy si girò; fu un attimo, un solo attimo in cui i suoi occhi furono attraversati da un lampo di rabbia e dolore, poi tornò a ghignare come sempre.
"La Sanguesporco con un ragazzo? Sarà cieco" ridacchiò Astoria mentre Draco stringeva le labbra.
"Oppure sei cieca tu." le rinfacciò Luke, sorridendo pacatamente e trascinando la ragazza verso i giardini.
"Io la ammazzo" sputò Hermione.
"Dai su, non sa neanche quello che dice. E se riprova a insultarti, ci sono io!"
Non sapeva che Hermione voleva ammazzarla per Draco.
I giardini erano splendidi come sempre e un incantesimo faceva in modo che fosse sempre primavera. Erano circondati da cespugli, piante rampicanti,e fiori di ogni genere. Alberi secolari formavano un verde viale dove tirava un leggero venticello.
Hermione si tolse la felpa e la fece sparire dentro la sua ingegnosa borsetta, rivelando la canottiera con la stampa.
"Che cosa è?" le chiese il moro.
"Uno Stregatto Astratto!" rise forte lei alla faccia interrogativa di Luke. "E' un sorriso senza un gatto, quello che ho sulla maglietta. A volte prende il posto della luna."
"Esistono gatti con il sorriso?"
"Solo nel Paese delle Meraviglie, dove tutti sono matti." poi contnuò "E' un libro babbano che io amo tantissimo."
"Dovrò leggerlo." sorrise Luke per poi porgerle una rosa viola, una varietà che lei aveva visto solo nei giardini d Hogwarts, ma che esisteva anche tra i babbani.
Rosa viola... Incanto. Hermione scosse la testa sorridendo e buttò all'indietro il suo ammasso informe di capelli, che stava iniziando a prendere verso in un mosso spettacolare. Aiuto di Ginny, e anche del fatto che stava crescendo; non era più la bambina del primo anno, ora era una donna, una donna forte. E non le doveva interessare di un Serpeverde, pensò perdendosi nel verde di quel Grifondoro così dolce, affascinante, e così diverso da Malfoy. Il biondo slavato perdeva figura davanti al caos nero dei capelli di Luke.Passeggiarono ancora per il giardino godendo l'uno della compagnia dell'altro.
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Draco era dentro la stanza delle Necessità a leggere quel gufo che gli toglieva il respiro. Doveva spedire quella bottiglia, subito, e doveva avvertire Silente che aveva spedito quella bottiglia, in caso contrario sarebbe stato un bel caos.
Subitò inviò la bottiglia di idromele barricato a Lumacorno, sapendo che non si sarebbe insospettito, poi iniziò a scrivere un gufo per Hermione. Si bloccò. Le immagini della bellissima grifondoro sottobraccio a un ragazzo che assomigliava più a un modello che a uno studente gli affiorarono nella mente e, senza pensarci, strappò il foglio.
Lo dirò direttamente a Silente.
Era tutto pronto, non doveva far altro che continuare a far finta di essere fedele ai Mangiamorte. Astoria lo aspettava fuori, come sempre da quando era tornato ad Hogwarts, sembrava che suo padre pensasse che avesse bisogno della badante, anche se sapeva che lei lo doveva tenere d'occhio per conto dell'Oscuro Signore. Non si fidava di lui come non si fidava di suo padre, Lucius.
Con un sospiro uscì dalla stanza e si riunì con Astoria, scendedno verso il portone.
"Draco, rimaniamo fuori!"
"Mhh."
"Lo prendo come un si, caro Draco!" civettò la mora, sbattendo le sue lunghe ciglia nere, palesemente finte. Si trovavano sotto la torre di Astronomia a camminare, lui pensando e lei civettando. Sentì una risata conosciuta. Draco alzò gli occhi e riconobbe, in cima alla torre, i ricci della Granger. Rideva, rideva in un modo che con lui non aveva mai fatto e il biondo non potè fare altro che ignorare le fitte al cuore, che gli ricordavano che quella risata era per un altro: indicava la luna e gli mostrava la maglietta. Prese un paio di orecchie oblunghe, prese dal negozio dei Weasley anche se preferiva dire che erano un regalo, e con un incantesimo le fece salire vicino ai due Grifondoro, mentre Astoria stava raccogliendo fiori.
Vedi, quello che ti dicevo prima! La luna è il sorriso dello Stregatto!
"Un sorriso un po' inquietante, ammesso che i gatto sorridano."
"Nel Paese delle Meraviglie si!"
"Ma non è impossibile?"
"Nulla è impossibile nel Paese delle Meraviglie"
Draco tolse l'incantesimo e si avvicinò alla Serpeverde, chiedendole di rientrare.
Il giorno dopo Hermione lo schiantò.
Draco si stava trascinando svogliatamente verso l'aula di Trasfigurazione, stranamente in anticipo, quando si ritrovò a terra, dolorante. Davanti a lui c'era Hermione.
La ragazza era sconvolta: le occhiaie di una nottata in bianco erano ben visibili, la divisa di Hogwarts era un modello maschile, preso probabilmente a casaccio per stare comoda, i capelli erano tenuti fermi da una matita babbana, le guance rosse erano le guance di chi ha pianto.
"Che è successo?!" la implorò Malfoy, ma lei se ne andò senza degnarlo di uno sguardo. Solo a metà mattina venne a sapere da Blaise che la Lenyicchia era quasi morto per colpa di un idromele avvelenato da Lumacorno.
Tutti i pezzi del puzzle ora si ricomponevano, e Draco decise che non poteva perderla.
Iniziò a correre incurante di tutto e di tutti, con l'unico scopo di trovarla, senza accorgersi di una figura femminile che lo seguiva indisturbata. iniziò a urlare davanti al ritratto della Signora Grassa finché qualche Grifondoro non aprì la porta.
"Hermione" disse subito lui.
"No, sono Calì, che vuoi Malfoy?"
"Hermione"
La ragazza non sapeva se essere più sconvolta dal fatto che Malfoy bussava alla Sala Comune Grifondoro o dal fatto che chiamava Hermione per nome. Salì al dormitorio per cercare la ragazza, che scese inviperita."Che vuoi, Malfoy?"
"Questa l'ho già sentita. Senti, ho saputo di Weasley..."
"Va via."
"Posso spiegarti!"
"Vai via!"
"Hermione, ti prego, nel nome di quello che siamo..."
"Eravamo."
"Hermione, io non ti ho dimenticata... sono passati pochi giorni!"
"Torna da Astoria."
"E' lei il problema?"
"E' tutto il problema! Siamo noi il problema! Siamo sbagliati, un Serpeverde e un Grifondoro non potranno mai amarsi. Lasciami andare da Luke, come tu sei andato da Astoria. E stacci lontano, soprattutto da Ron."
"Fammi spiegare di Astoria!"
"Devi spiegare Astoria, devi spiegare Ron. Sai che ti dico? Devi spiegare troppe cose, Malfoy. Sparisci per sempre."
"Hermione io ti..."
La ragazza sussultò, non doveva permettergli di dirgli queste cose.
"Vai via. Sei un Mangiamorte e tale rimarrai per sempre."
Una figura si mosse sullo sfondo.
"Salazar!!." soffiò Malfoy sentendo il rumore.
"Va da Silente subito, io non sarò con te questa volta." detto questo Hermione rientrò nella Sala Comune, lasciando Draco da solo, spaventato, con il braccio del Marchio che bruciava.
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First Impression
Fanfiction"Orgoglio e Pregiudizio è la storia di come ci si provi a capire l'un l'altro" J. Wright Una Dramione un po' diversa, che nasce da un libro babbano, un libro da mezzosangue. E' per Draco, per quello che sarebbe potuto essere. PS: non so perché ogni...