"Granger" salutò Malfoy, annoiato, per poi concentrarsi sulle selezioni dei portieri, dando le spalle a lei e alla Parkinson, come se non esistessero. Pansy, cercando di attirare l'attenzione di Draco, decise di rendere la vita difficile alla Grifondoro.
"Sai, Granger? Per forza non hai il ragazzo, sei così poco femminile! Non c'è un capo che sia firmato sul tuo guardaroba e... tesoro i capelli vanno lisciati!" ridacchiò la Serpeverse e continuò: "Ci credo che neanche Weasley ti vuole!"
Era possibile che tutti sapessero che le piaceva Ron, tranne Ron? Ormai era di dominio pubblico eppure quel ragazzo continuava a fare finta di nulla.
"Zitta, rospo" riuscì a dire Hermione, piccata.
"Sei solo invidiosa. Il mio Draco è bellissimo e temuto. Io ho il Principe delle Serpi e tu non puoi permetterti neanche Lenticchia."
"Non mi risulta che Malfoy sia tuo." Tutti sapevano di come Pansy morisse dietro a Draco da sei anni e di come lui la ignorasse tranquillamente. Voci di corridoio dicevano che la teneva come sfogo, altri spergiuravano che mai l'avesse sfiorata per quanto gli facesse ribrezzo quella povera ragazza. A Hermione non interessava.
"Oh, ma è come se lo fosse, Granger." poi si voltò verso di lui "Chissà perchè se ne sta lì da solo."
"Si aspetta che lo notiamo. Il modo migliore per fargli un torto è non chiederglielo."
Pansy Parkinson, ovviamente, non avrebbe mai voluto fare un torto al ragazzo.
"Dracooo!" strillò la Serpeverde "sei così assorto, a cosa stai pensando? Il gioco dei Grifondoro fa comunque pena, immagino che te ne stai accertando."
"Ti assicuro che sei in errore" rispose Malfoy "I miei pensieri erano molto più piacevoli. Meditavo sulla gioia squisita che possono dare due begli occhi nel volto di una donna graziosa" (da Orgoglio e Pregiudizio, Mr. Darcy e Miss Bingley che parlano)
Pansy rimase interdetta, mentre la Grifondoro capì e si stupì molto di quelle parole: in fondo, perché iniziare una conversazione che avrebbe escluso la Parkinson?
"Leggi molto, Malfoy, lo devo riconoscere. E, di grazia, chi è la fortunata dama?" chiese di conseguenza la Hermione.
Il biondo la guardò, sorrise quasi rassegnato, come se i suoi pensieri fossero troppo sbagliati per essere accettabili, poi se ne andò sottobraccio a Pansy. Era come un gioco che li accomunava, parlare in un linguaggio solo loro.
Un gioco pericoloso - si rese conto Draco. Quella ragazza lo stuzzicava. L'aveva odiata per cinque anni e ora, per colpa (grazie?) a uno stupido libro stava scoprendo che la Sanguersporco era l'unica che riusciva a tenerlo sulle spine, la sola che lo stimolava a pensare, a parlare. Si preferiva quando ancora non la conosceva, quando era solo una lurida Mezzosangue. Per fortuna i suoi genitori erano babbani, stava provando troppo interesse per Hermione Granger.
E poi quel pensiero, quei begli occhi castani e vivi, eccome se sapeva a chi li associava e la cosa non gli piaceva.
L'avrebbe evitata finchè non avesse finito il libro, si ripromise.
Hermione stava odiando Draco Malfoy. Il suo parlare per citazioni la innervosiva e oggi aveva sicuramente voluto insultarla con quella frase. Come? Non lo sapeva, ma sicuramente era un insulto, lui non faceva altro che insultare. Se era un pensiero irrazionale? Certo, ma non le interessava. Oh il suo orgoglio, il suo dannato orgoglio! Non poteva... non voleva vederlo!
Quella sera né Hermione, né Draco scesero a cena. Nessuno dei due voleva vedere l'altro, anche se per motivi diversi.
Draco non rivide la ragazza nemmeno la mattina dopo, sarebbe dovuto essere felice, ma non riuscì a concentrarsi, né ad avere una conversazione decente con nessuno.
"Sei intrattabile Draco!" si lamentò Blaise.
"No."
Sinceramente non sapeva perché avesse risposto "no", era un'affermazione priva di senso in relazione a quello che aveva detto il suo amico, eppure non riusciva a dire altro. No. No. No. Negazione, negare sempre e comunque tutto.
"Hogwarts chiama Draco. Ehi Serpe! Cosa c'è che non va?"
"Sto benissimo, Blaise" rispose il biondo "ora lasciami in pace."
"Dobbiamo andare a Hogsmeade, l'avevi promesso." quel rompiscatole del suo migliore amico gli saltò addosso, come per svegliarlo dal torpore.
Già, Hogsmeade! Come aveva fatto a non pensarci! Doveva andare a Hogsmeade. Sarebbe andato a Hogsmeade. Si sarebbe divertito a Hogsmeade. Magari l'avrebbe rivista a Hogsmeade.
No.
No. No. No.
Non doveva pensare di rivederla. Eppure adesso capiva, adesso sapeva quale era il pensiero che gli sfuggiva. Lui pensava ai begli occhi della Grifondoro. Se non fosse stata Sanguesporco sarebbe stato in pericolo. Doveva essere prudente.
Hermione intanto era appena uscita da Mielandia insieme a Harry e Ron e si stava godendo il paesaggio autunnale. Tutti i pensieri sulla Serpe e sul giorno prima erano spariti nello stesso istante in cui Ron le aveva sorriso.
"Domani abbiamo la nostra prima partita dell'anno!" Harry era eccitatissimo. Ron sbiancò e la ragazza gli passo le mani sulle spalle.
"Sarai bravissimo Ron! Vedrai."
"Bravo a farci vincere, Granger." si intromise una voce "Lenticchia. Sfregiato." salutò poi.
Malfoy e il suo seguito campeggiavano davanti a loro e il biondo sembrava parecchio nervoso: aveva lasciato la divisa di Hogwarts per un semplice maglioncino verde che torturava con le dita mentre i suoi occhi vagavano lontani e la sua bocca cercava di atteggiarsi inutilmente nel famoso ghigno. Non era nervoso.
Era spaventato.
Spaventato da se stesso - pensò amaramente mentre cercava qualche insulto.
"Pronti per perdere?" si risolse di dire infine, poco convinto. Perché non riusciva a essere spietato?
"Fatti questa domanda da solo Serpe", rispose Harry ormai abituato alle suo provocazioni, cercando di non far preoccupare l'amico.
"Oh, io sono tranquillissimo. Avete appena decretato la nostra vittoria scegliendo il vostro portiere" ghigno il ragazzo.
"Zitto Malfoy. Non apprestare l'aria con le tue idiozie" rispose Hermione.
Lo odiava, altrochè se lo odiava! Insultare poi Ron cosi davanti a lei! Verme. Prese i due ragazzi e se ne andarono. Girarono per Zonko e poi si presero una Burrobirra ai tre manici di scopa.
C'era Ginny che continuava a baciare il suo ragazzo e Harry che stava per vomitare. Era così palese quello che lui provava per la rossa! Era palese anche che Ginny uscisse con i ragazzi per far ingelosire Harry ma ovviamente lui non lo capiva... Ah i maschi! Beata ignoranza! Comunque non erano affari suoi e non si sarebbe intromessa.
Ron continuava a parlare di Pozioni per evitare l'argomento Quidditch, ma si vedeva che era terrorizzato. La ragazza avrebbe voluto consolarlo, avrebbe voluto abbracciarlo, avrebbe voluto... ma rimase lì e insieme tornarono a scuola.Quella sera Draco non scese a cena.
Nessuno lo notò, nessuno tranne Hermione.Nota autrice:
La storia è in piena revisione e sto risolvendo quel problema delle parole tutte attaccate (se le trovate nei prossimi capitoli è perché ancora non li ho revisionati)!
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First Impression
Fanfiction"Orgoglio e Pregiudizio è la storia di come ci si provi a capire l'un l'altro" J. Wright Una Dramione un po' diversa, che nasce da un libro babbano, un libro da mezzosangue. E' per Draco, per quello che sarebbe potuto essere. PS: non so perché ogni...