Terzo anno -seconda parte-

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-Ottobre 1993-
Da un mese all'inizio del terzo anno, Petunia rischiava di cadere di nuovo nell'anoressia, i suoi amici e il suo ragazzo cercavano in tutti i modi di evitare la cosa, ma sapevano che la forza di volontà doveva cercarla la ragazza. Petunia, dalla scoperta che la zia dell'amico la vuole morta, che la sua paura sono i genitori, non era più la stessa. Ignorava persino gli amici, e stava sempre sola. Era diventata molto scontrosa con chiunque, e la vicinanza dei Dissenatori non l'aiutava. Si chiedeva perché ogni anno dovesse esserci una novità, non poteva vivere la sua vita come gli altri? Si diceva che la sua maledizione era quella di essere una Potter, se fosse nata sotto un altro cognome, non avrebbe avuto tutti quei problemi. "Petunia" Astoria la scuoteva per farla svegliare e andare alle lezioni pomeridiane ma la ragazza non aveva voglia di andarci. 

"Petunia Potter ora ti alzi da quel letto, ti dai una ripulita e torni ad essere quella di prima. Ti abbiamo  lasciato il tuo tempo, ma ti stai solo rovinando e non vorrai mica tornare a star male vero? Quindi alzati e non farmelo ripetere due volte" si intromise Pansy aggressiva e Petunia si alzò dal letto. "Primo passo fatto, ora lavati il viso e andiamo a lezione." la spronò Astoria e poco dopo le tre scesero in sala comune. Blaise andò dalla sua ragazza e gli prese la mano "Fatti aiutare" le chiese e Petunia annuì di poco. Insieme agli amici si diresse verso l'aula di Difesa, contro voglia. Ma fortunatamente quella lezione riguardava i Berretti rossi e poté star tranquilla, con Blaise che le stringeva la mano e ogni tanto le accarezzava la gamba. "La prossima lezione vi sottoporrete ad un test scritto, potete andare. Petunia tu resta" disse il docente e la ragazza vide i suoi amici uscire, era sicura che la stavano aspettando fuori.

Si avvicinò alla cattedra. "Si?" chiese al docente che anni addietro l'aveva accusata di averlo definito mostro. "So che è presto, ma prima della fine dell'anno sottoporrò la classe ad una prova ad ostacoli, tra essi ci sarà anche l'affrontare un molliccio, pensavo che magari delle lezione extra potrebbero aiutarti" rispose il docente gentile. Petunia ci rifletté, non voleva tornare di nuovo ad affrontare il suo molliccio, pazienza avrebbe preso una O che una E. "La ringrazio professore, ma voglio evitare di affrontare le mie paure" rispose decisa "L'offerta é sempre valida, puoi andare" e così uscì dall'aula. Come si aspettava, gli amici l'attendevano fuori. "Che voleva?" chiese Draco e gli spiegò la situazione. "Quando sei pronta, vai." le consigliò Blaise e poi la portò via dal gruppo di amici. "Dove andiamo?" chiese mentre il moro la portava nei sotterranei. "Sei stata posta a molto stress ultimamente, un bel massaggio potrebbe aiutarti a stare meglio." rispose e Petunia sorrise, era una bella idea si.

Pochi secondi dopo, si trovava stesa a pancia in giù sul letto del ragazzo, con il ragazzo che le si era messo accanto e aveva iniziato a massaggiare il collo, scendendo verso le spalle. Petunia si rilassò completamente, e volendo di più, si tolse la camicia della divisa rimanendo col reggiseno. "Ti spiace?" chiese al fidanzato che scosse la testa, e riprese a massaggiare. Blaise, mentre massaggiava la pelle calda della ragazza, scese con una mano al fondo schiena e Petunia si morse le labbra. "Posso?" chiese il ragazzo e la ragazza annuì, accaldata. Blaise scoprì la gonna della divisa e passò a massaggiare le gambe della ragazza, sfiorando ogni tanto il suo fondoschiena. Petunia, si voltò e tirò il ragazzo su di sé "Baciami" disse solamente, e il ragazzo l'accontentò. Si baciarono, e nel mentre Petunia portò le braccia intorno al suo collo e approfondì il bacio, Blaise fu il primo a staccarsi. "Se non ci fermiamo, finisce male" sussurrò e la ragazza annuì. 

Poco dopo scesero in sala comune dagli amici, giocò a scacchi con Astoria, che vedendola giù gli chiese di fare due passi. Le due andarono nei giardini del castello, e si sedettero sulla fontana lì presente. "Che succede?" chiese poco dopo "Nulla" "Non mentire, ti conosco." e Petunia gli raccontò quello che era successo nella stanza e di quanto avrebbe voluto continuare le coccole "Blaise é un ragazzo serio, sono sicura che anche lui voleva andare oltre, ma é troppo presto e non vuole farti del male. Sono sicura che non appena vi farete un pochino più grandi potrete fare quello che vi pare." dopo quelle parole Petunia caì che si stava comportando come una bambina e che la sua amica aveva ragione, avrebbe aspettato il momento giusto. Le due, poi, entrarono al castello e Petunia venne fermata dal fratello. "Parliamo" gli disse ma Petunia sapeva di cosa voleva parlare, o almeno lo sospettava e scosse la testa. "Non riguarda te e i tuoi amici, ma la mamma" e Petunia accettò anche se scocciata.

Petunia Potter: la Potter non desiderata.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora