Quinto anno -parte seconda-

33 3 0
                                    

Quando il treno si fermò, Petunia tornò in cabina e la trovò vuota. Trovò solo un biglietto 
-Tunia...scusaci per averti ferito di nuovo, ma quest'anno noi non torneremo a scuola. Volevamo solo salutarti, e sperare che un giorno potremo ricontrarci. Ti vogliamo bene- e seppe chi aveva scritto quel biglietto, e la ragazza si trovò a piangere accovacciata al sedile. A trovarla fu Harry, che era alla sua ricerca non avendola vista scendere dal treno. "Petunia, che succede" chiese allarmato e la sorella gli passò il bigliettino. Harry capì e la fece alzare "E' un gesto nobile il loro, lo hanno fatto per te. Sono sicuro che li rivedrai, un'amicizia forte come la vostra non può sparire così dal nulla" disse e quando si calmò, uscirono dal treno. Erano gli unici due e persero la carrozza, così andarono a piedi e Petunia ebbe modo anche di calmarsi. 

Quando arrivarono al castello, e subito dopo in sala grande tutti fecero un sospiro di sollievo.  Ron ed Hermione gli chiesero come mai del ritardo e se stessero bene. Harry rispose da parte di entrambi e poi ci fu silenzio per far parlare il preside. Petunia guardava il tavolo verde argento e vide la mancanza dei suoi amici, i posti vuoti. Si rese conto, anche, che gli studenti erano dimezzati, e pensò che anche per loro le cose non erano facili. "Il ministero si sta immischiando negli affari di Hogwarts" sentì dire da Hermione e guardò una donna minuta vestita di rosa che aveva preso il posto di Silente al leggio. Quella donna non gliela raccontava giusta, e guardò il tavolo dei docenti, dove vide Severus guardarla preoccupato, e seguendo con lo sguardo notò che anche il preside era preoccupato, ma per altre cose. 

Quell'anno i suoi genitori erano stati sostituiti, e non li avrebbe visti fino a Natale, e si sentì sempre più abbandonata. Quando la cena iniziò, il clima che si respirava era cupo, pesante, e anche il cielo finto del soffitto era grigio, non blu come a solito. Petunia finì la cena e salutò gli amici, si diresse verso il dormitorio e quando fu in stanza, sola, gli venne di nuovo una crisi di pianto e quella notte non dormì, ma fissò i letti che un tempo appartenevano alle sue amiche, ora vuoti. Alle prime luci dell'alba, Petunia era già pronta e lasciò la stanza, in seguito il dormitorio e si recò verso la Sala Grande, dove una volta messo piede, vi trovò già qualche docente al tavolo docenti, tra cui Severus che appena la vide gli fece un mezzo sorriso, ma Petunia ignorò e si sedette al tavolo verde argento. 

Stare lì, sola, non gli piaceva. Solitamente scherzava con le sue amiche, e accanto a lei sedeva sempre Draco, ora invece era sola. Si chiese dove fossero, come stessero, e se un giorno sarebbero tornati, a cosa avrebbe portato il ritorno del mostro, pensò a tante cose. Man mano che il sole sorgeva alto in cielo, la sala grande si riempì ed Harry fece cenno alla sorella di sedersi con lui, ma Petunia stanca degli sguardi che stava ricevendo, scosse il capo e andò via dalla sala grande. Odiava stare al centro dell'attezione e si chiedeva cos'avessero da guardare. Mentre usciva dalla sala grande, venne fermata dalla docente vestita di rosa. "Signorina Potter, prego rientri in sala e faccia colazione" disse con una strana vocina da bambina che fece disgustare la ragazza. "Perché? Non è vietato lasciare la sala grande" chiese con tono duro "La prego, torni dentro e si segga. Non vorremmo mai che vada in giro per il castello a raccontare altre frottole, devo tenerla d'occhio." rispose sempre con lo stesso tono, ma con una punta stizzita.

"Io penso che sono libera di andare e dire cosa voglio e dove voglio. Se ora vuole scusarmi, devo andare al bagno, che fa viene con me?" chiese ironica, quel loro scambio di battute non passò inosservato e ora avevano lo sguardo di tutti addosso. "Vada pure, ma l'aspetto questa sera nel mio ufficio per scontare la punizione." "Punizione? Non ho fatto nulla" disse alzando di poco la voce "Ha usato un tono che non mi è piaciuto e ho il potere di poterla mettere in punizione. Questa sera alle nove nel mio ufficio" e poi andò via. Petunia ebbe l'impulso di lanciarle una maledizione, ma strinse i pugni e uscì dalla sala grande. Salì verso l'aula di Trasfigurazione e cercò di calmarsi. Poco dopo arrivò anche il fratello che andò da lei "Non ha nessuna ragione per punirti" "Lo so, e anche lei lo sa. Ma come ha detto Hermione, il ministro vuole che non si sappia nulla di quella sera e mi fa tenere sotto controllo dal rospo rosa" rispose sbuffando ed Harry le accarezzò i capelli. 

Petunia Potter: la Potter non desiderata.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora