Quinto anno -prima parte-

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La fine della scuola significava tornare a casa, Petunia dopo la terza prova non era più la stessa, davanti ai suoi amici, alla sua famiglia, fingeva di stare bene, ma la notte stretta tra le braccia di Severus, piangeva e si dava colpe che non erano sue, come la morte della sorella. Severus, non la lasciò mai, la teneva stretta a sé e la lasciava sfogare, confortandola di tanto in tanto. Della sua frequentazione con il docente, Petunia ne mise a conoscenza i genitori, che non le avevano proibito di frequentarlo e che l'avevano presa bene, a loro importa solo della sua felicità. Ma nessun altro lo seppe, era una cosa che avrebbero tenuta nascosta. Fuori dalle mura del castello, Voldemort con i suoi seguaci stavano seminando il terrore, ma il Ministero non prendeva la cosa seriamente, e dava di matto quando se ne parlava. Oltre al ritorno di Voldemort, ci fu anche un'evasione di massa di altri mangiamorte. Sulla gazzeta del profeta non se ne parlava, ma qualcosa era cambiato e tutti parvero percepirlo.

Chiusa la scuola, Petunia tornò con la famiglia a casa, promettendo a Severus che si sarebbero visti di tanto in tanto. Quell'estate sarebbe stata diversa, lo sapeva, lei era diversa. La morte della sorella la rese scontrosa, nervosa e paranoica. Vedeva cose che non c'erano, e nessuno -nemmeno Severus- parvero calmarla o aiutarla. James decise che sarebbe stato meglio per lei andare alla casa di Sirius, dove si incontrava l'ordine della Fenice, almeno sarebbe stata con i Weasley e magari si sarebbe distratta. Petunia, seppur sapesse che con il suo comportamento stava ferendo la famiglia, non se ne importò, pensava che il suo dolore era più importante di altre cose. 

La notte era sempre in preda degli incubi, ripercorreva sempre quella notte, in quel cimitero e quella luce verde che aveva tolto la vita alla sorella. Ormai non c'era sera che gli abitanti di Grimmauld Place non sentivano le sue urla, e puntualmente James, Lily ed Harry si alternavano per dormire con lei e starle vicino. Due settimane dopo, Petunia fu invitata a partecipare alla riunione dell'ordine, dove c'era anche Severus, ma la ragazza non uscì dalla sua stanza. "Sev, ti prego fai qualcosa...nessuno di noi riesce a parlarci" disse una sera Lily al suo migliore amico disperata, così come James. "Posso provarci" disse incerto l'uomo, e dopo la fine della riunione, andò nella sua stanza, e trovò la ragazza stesa sul letto, sotto le coperte che fingeva di dormire. Chiuse la porta e si stese al suo fianco "Petunia, piccola" sussurrò portando una mano ad accarezzarle i capelli, ma la ragazza non diede segni. 

"So quello che stai passando, so che il senso di colpa ti sta divorando, anche io ci sono passato, e sai pensavo che non ne sarei uscito mai, che mi sarei ciondolato nel dolore per sempre, ma qualcosa è cambiato. Qualcosa, o meglio qualcuno mi ha aiutato, seppur inconsapevolmente, a tirarmi su e credere che anche io -dopo tutti gli errori commessi- meritavo qualcuno al mio fianco." iniziò a parlare l'uomo senza smettere di accarezzare i capelli della ragazza, che stava ascoltando "Petunia, tu mi hai aiutato in tanti modi, senza nemmeno che te ne accorgessi, ti prego di darmi la stessa possibilità di aiutare te, so che il dolore non andrà via facilmente, ma se saremo in due ad affrontarlo, vedrai che non sarà così male" concluse tirando il corpo della ragazza contro il suo e la strinse dolcemente. Petunia aveva sentito ogni parola, e sapeva che quelle parole erano sincere, e lentamente si voltò fino a guardare l'uomo che aveva scoperto di amare.

"Io...scusa" disse solamente chinando il capo, l'uomo sorrise dolcemente e gli alzò il viso "Non chiedere scusa, non hai fatto per chiedere scusa. Mi permetti di starti vicino ed aiutarti?" chiese accarezzandogli il viso "Puoi farlo" rispose la ragazza prima di stendersi sul corpo dell'uomo e coinvolgerlo in un bacio carico di passione, ad entrambi era mancato quel contatto così intimo, quelle sensazioni che si provocavano a vicenda. "Quindi, sono la tua salvatrice?" chiese una volta staccatasi dal bacio "Si" rispose imbarazzato -e non poco- l'uomo, la ragazza sorrise e si tenne stretta a lui "Non lasciami mai, non voglio stare senza di te...promettimi che non andrai mai via da me, anche se sarò io stessa a dirtelo..." disse stringendo la tunica nera dell'uomo "Ti prometto che non andrò via, che ti proteggerò e ti starò vicino." rispose l'uomo deciso e Petunia suggellò quella promessa con un bacio.  

Poco dopo, entrambi scesero le scale che portavano alla cucina, e Petunia la prima cosa che fece, fu quella di stringersi ai genitori, che con uno sguardo ringraziarono l'uomo, che fece solo un cenno col capo. "Mi potete perdonare?" chiese la ragazza, non solo ai genitori, ma a tutti i presenti, che ovviamente lo fecero, anche se la capivano e il resto della serata Petunia fu più serena, la vicinanza di Severus le faceva bene. Chiunque intorno a tavolo vedevano come la ragazza guardasse innamorata l'uomo, tutti si erano resi conto che Petunia era se stessa solo quando c'era la presenza dell'uomo. Mentre Petunia, dopo cene, accompagnava Severus alla porta, i pochi rimasti in cucina parlarono di quella frequentazione "Però, chi se lo aspettava eh" disse Sirius bonariamente "La vita è sempre un incognita, ma se Petunia è felice, non possiamo vietargli quella felicità." rispose James tenendo la moglie sulle gambe e sorridendo al fratello "Sai, mi sono ricreduto molto su Piton" aggiunse Sirius e tutti lo guardarono sconvolti da quella confessione "Ehy!" disse l'uomo fingendosi offeso, scatenando l'ilarità di presenti. 

I due mesi passarono, a Grimmauld Place i giovani della casa si divertirono grazie alle invenzioni dei gemelli Weasley, ovviamente nascondendosi dalla madre che non era molto contenta di quelle loro invenzioni. Tavolta, Petunia lasciava la casa per andare a casa di Severus e stare insieme, succedeva spesso nel weekend, e Petunia era finalmente tornata ad essere la solita Petunia. Molto presto, ecco che i bauli si riempivano di nuovo, e il primo settembre i ragazzi arrivarono sull'Hogwarts Express per iniziare il quinto anno, quell'anno avrebbero avuto anche i G.U.F.O (Giudizio Unico per Fattucchieri Ordinari) che avrebbero preceduto i M.A.G.O, gli esami finali che si tenevano al settimo anno, e che ti davano la spinta verso il mondo del lavoro. 

Harry, così come Ron volevano diventare Auror, mentre Petunia voleva seguire il suo sogno di Guaritrice, e si sarebbe impegnata per farsi che quel suo sogno si avverasse. Sul treno Petunia stette sia con i rosso oro che con i suoi amici. "Allora, dopo Hogwarts che volete fare?" chiese la ragazza ai suoi amici verde argento "Io penso Medimago" rispose Draco e Petunia gli sorrise "Magari lavoreremo insieme" disse dandogli il cinque "Io penso Auror" rispose Pansy e Petunia gli sorrise "Sai, con il caratterino che ti trovi, potresti benissimamente diventarlo" "Sperando che la nomina della mia famiglia non mi ostacoli" rispose Pansy sospirando. Petunia la guardò comprensiva, con il ritorno di Voldemort, le famiglie dei suoi amici dovevano prendere posizione. "Ti allontanerai di nuovo?" gli chiese Astoria guardando la ragazza.

"No, voi avete detto che i vostri genitori vi hanno dato il permesso di farvi da parte" rispose guardando le due ragazze "Lo hanno detto è vero, ma ora lui è tornato in carne ed ossa..." disse Pansy guardando la ragazza "Ti hanno ucciso una sorella, anche se la odiavi, era sempre sangue del tuo sangue....se qualcuno di loro dovesse ucciderti qualcun altro?" continuò Astoria e Petunia si chiese se volevano convincerla ad allontanarsi "Voi non avete colpa, così come me siamo solo pedine innocenti in una guerra di adulti." rispose guardando le due ragazze "Non vorremmo mai fare a meno di te, sei troppo speciale ed importante per noi, ma devi allontanarti da noi....loro ti terranno sott'occhio, altri serpeverde potrebbero venderti a loro...devono tutti capire che tu ci odi, che non siamo più amici" disse Draco guardando la ragazza negli occhi 

"Quindi...mi state dicendo che dovrei odiarvi e che dovrei ignorarvi?" chiese Petunia guardando i tre ragazzi "Si, ma per il tuo bene. Purtroppo come hai detto tu, siamo pedine in una guerra di adulti, ma tu almeno fai parte del lato della luce, degli eroi, noi facciamo parte di quella parte marcia, oscura che vuole uccidere la tua famiglia e chi li aiuta. Sapevamo che questo giorno sarebbe arrivato, e sappiamo anche che col tempo le cose cambieranno, già per Blaise le cose sono cambiate. La madre lo ha fatto ritirare, ora è lui l'uomo di casa e deve fare quello che p giusto, non mancherà molto che anche noi verremo costretti e tu resterai male, lo sappiamo. Ma se risolviamo ora, quando arriverà il momento di decidere, tu non ne resterai ferita" rispose Astoria e Petunia non seppe cosa rispondere. Da un lato era commossa che loro stavano sacrificando la loro amicizia per proteggerla, ma dall'altro lato aveva paura che avrebbe dovuto combattere contro di loro in una possibile guerra. "Io...devo pensarci" rispose e uscì dalla cabina.

Passeggiò per il treno con la mente piena di pensieri, si fermò poco prima della cabina del capo treno e guardò fuori dal finestrino. Sapeva che lì fuori Voldemort stava radunando un esercito, che molto presto avrebbe preso possesso del mondo magico, e ricordò la sorella uccisa per aver sbagliato, era così che lui puniva chi sbagliava, e si chiedeva cos'avesse pensato la sorella pochi minuti prima di morire per sempre. Così sarebbero finiti i suoi amici? Uccisi come la sorella? Erano troppe le domande, e poche le risposte. Ma, Petunia non sapeva che quelle risposte le avrebbe trovate molto presto, e non in modo piacevole.

Petunia Potter: la Potter non desiderata.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora