Quarto anno -seconda parte-

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Dopo la cena, tutti gli studenti furono mandati nei propri dormitori, Petunia si fermò a parlare prima col fratello e poi raggiunse gli amici e il fidanzato nella sala comune. Blaise si avvicinò e la strinse dai fianchi dolcemente "Dormi con me?" chiese e Petunia annuì, non era proprio stata con il ragazzo e voleva rimediare. Così si prese il tempo per cambiarsi e raggiunse il fidanzato nella sua stanza. Una volta lì, si stese accanto al fidanzato, che chiuse le tende del letto e la strinse. "Oggi sei stata distante" disse poco dopo e la ragazza lo guardò "Lo so, mi dispiace. Ho talmente tanti pensieri ultimamente che mi tengono occupata." rispose sincera. "Lo posso immaginare, ma puoi sempre parlarne con me, lo sai." "Si, lo so amore" e gli lasciò un bacio sulle labbra. Poi i due si addormentarono.

Il mattino seguente, al castello tutti erano eccitati di poter mettere il proprio nome nel calice e sperare di esser scelto e vincere la gloria eterna. Molti ragazzi delle scuole ospitanti avevano messo il loro nome nel calice, c'erano anche alcuni nomi di studenti di Hogwarts, tra cui i due gemelli che provarono ad ingannare il calice stregato da Silente e che vennero trasformati in due ragazzi con delle folte barbe bianche e capelli dello stesso colore. Petunia guardava quei ragazzi e si chiedeva perché partecipare ad un torneo per rischiare la vita. Lei, se avesse avuto la giusta età, non ci avrebbe neanche minimamente pensato a mettere il suo nome e rischiare la vita. Le cose con i suoi amici verde argento andavano bene, dopo i primi momenti di imbarazzo, era tornato tutto alla normalità e Mia diventava sempre più scostante da tutti, e si rintanava ore ed ore in biblioteca o con il docente di Difesa. 

Parlando del docente, Petunia ammise che Malocchio Moody -che aveva preso il posto di suo padre e degli zii momentaneamente- era strano. Più lo vedeva e più sospettava che ci fosse qualcosa che non la convinceva, ma non sapeva cosa. Sapeva che Azkaban era piena grazie a lui, ma il modo in cui parlava, la lezione sulle tre maledizioni e come godesse nel vedere il povero ragno torturato, la misero in angoscia. Si può diventare così tanto pazzi a causa del proprio lavoro? Si chiese mentre usciva dall'aula di difesa con lo stomaco chiuso. Lei sapeva cosa avesse provato il  ragno, ricevere la maledizione cruciatus non era affatto una passeggiata, e rimanevano segni indelebili. "Stai bene?" chiese Draco alla ragazza una volta giunti a Rune antiche. "Si, a me quel docente non piace, ho una brutta sensazione verso di lui." rispose sedendosi al suo solito posto. 

Finì anche quella lezione e andarono a pranzo unendosi al resto degli amici. Nel mentre del pranzo, al tavolo rosso oro iniziò un litigio tra Mia ed Harry. La ragazza accusava il fratello di averle voltato le spalle e di non essere un buon fratello, Harry a sua volta si difendeva e difendeva anche Petunia che era stata messa in mezzo. Petunia guardava la situazione e vide la sorella guardarla strana e subito dopo uscì dalla sala. "Ha in mente qualcosa" disse Draco, sapendo di ciò che aspettava alla sua amica, ma che non poteva dire. "Sai qualcosa?" chiese Petunia e il biondo scosse la testa. Il pranzo finì e andarono a lezione di pozioni. Petunia aveva addosso una strana sensazione e sperava di sbagliarsi. A lezione si sedette vicino al fratello a cui confidò le sue preoccupazioni e il fratello la tranquillizzò. 

Finita la lezione, Severus chiese alla ragazza di restare e così fece, una volta soli il docente si avvicinò alla sua studentessa preferita "Come stai?" gli chiese gentile "Ho una strana sensazione, ho come un presentimento che sono in pericolo" rispose sincera, parlare con il professore le veniva naturale, lo considerava come uno zio. "Da quanto ti senti così?" "Subito dopo aver saputo dell'attacco alla mamma, e Mia non me la racconta giusta, ho paura che c'entri qualcosa con l'aggressione alla mamma." rispose sospirando e il docente gli accarezzò la spalla "Tranquilla, qualsiasi cosa accadrà, non sei sola" e Petunia gli sorrise per poi uscire molto più serena. Fuori dall'aula l'aspettava la sorella, che non  gli diede il tempo di fare nulla che venne schiantata e perse i sensi. Quando aprì gli occhi si trovò in una stanza fredda e buia. Provò ad alzarsi ma aveva il corpo pesante e dolorante, come se fosse stata colpita più volte con violenza. Mentre cercava di riorganizzare i ricordi, una porta di ferro si aprì e si richiuse forte. 

Petunia Potter: la Potter non desiderata.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora