Le scoregge di vacca ci manderanno all'inferno. Scoregge di vacca servite calde sui tavoli di ogni ristorante, ogni città, ogni quartiere di questo fottuto mondo del cazzo. Mentre la guerra esplode i ricchi non smettono di mangiare, ve lo assicuro; al contrario, si strafogano nevroticamente nell'incertezza del domani. Certe volte non saprei dirvi chi sia più bestia tra noi e le bestie. La natura umana è una strega crudele ubriaca di potere e niente cambierà mai questo strano disegno. Nuoto in questa piscina di merda e delle volte ci affogo. Penso: alla fine siamo tutti complici, me compreso, cameriere cinque stelle, con camicia stirata in lavanderia...servitore di caviale agli Oligarchi del pianeta. Solo quattro mesi prima , ad Ibiza, aspettavo che chiudesse il supermercato per poterne raccattare un po' di sushi scaduto dalla monnezza e adesso...guardatemi Cazzo!
Vendere l'anima al diavolo ha i suoi vantaggi.
Qualche anno fa la gente voleva che leggessi un libro della quale non ricordo il titolo. Quello che so è che parla di un tizio che ha perso tutto e che si ritrova - suo malgrado - a mangiare dalla spazzatura proprio come facevo con i miei amici hippie all'epoca. Ma c'era qualcosa di diverso in lui. Eh sì. Questo tizio qui era assai più speciale di tutti noi messi assieme. Tanto "speciale" da parlare con Dio. Vi chiederete: "proprio a lui, con tutti gli stronzi che ci sono nel mondo, doveva parlare il Signore?", me lo chiedo anch'io. Beh, fatto stà che ogni notte la Sua voce gli si presentava in sogno profetizzando qualcosa che lo potesse aiutare a risollevarsi e - ovviamente - queste "cose" lui se le scriveva. Morale della favola. Il barbone che parlava a Cristo ha venduto milioni di copie e adesso vive in una reggia a Beverly Hills mentre i poveracci di tutto il mondo continuiano a picchiarsi per un pezzo di pane rancido davanti i bidoni della Coop. Capito come si fa? Ricapitolando: tre mesi di spazzatura, Dio, Soldi.
La semplicità del genio in tre passi.Quella mattina mi svegliai alle sei e un quarto. Pisciai, sciacquai il viso, riscaldai un toast e rollai una canna. Alle sette in punto ero sulla metro. Due fermate.
Poi mi toccava fare a piedi i restanti due kilometri che mi separavano dall'armadietto numero 008 - il mio - dell'hotel Vela, il più famoso di tutta la città di Barcellona. Li percorsi fumando la canna girata a casa. Una volta arrivato raccattai i vestiti in lavanderia, li indossai, bevvi un caffè, timbrai e mi presentai in sala. La via Crucis era finita; avanti con la crocifissione.La condanna a morte di ogni sventurato sulla terra è diversa per tutti. Ognuno con la sua strada, ognuno con la sua fossa.
Se c'era una cosa che un ateo come me invidiava a Gesù era che lui quello schifo lo aveva dovuto soffrire una volta sola mentre io avevo appena firmato sei mesi di contratto. Dio mio, come faceva la gente? Come poteva andare avanti giorno dopo giorno facendo le stesse cose, inseguendo le stesse mete, ascoltando le stesse canzoni. E poi le bollette, i figli, i pannolini, i cani, i vicini, l'inquinamento acustico, i gas di scarico, i cessi pubblici, gli aggiornamenti aziendali, le quote di bilancio, il calcio, le elezioni, lo spread, la benzina, le bombe al fosforo...come cazzo ci riusciva? Il ristorante in cui lavoravo era situato al primo piano dell'hotel. Uno dei lati era stato costruito direttamente davanti la spiaggia della Barceloneta. Il mare era in tempesta quel giorno. Alle otto del mattino, mentre sistemavo i primi bicchieri sui tavoli stravolto dalla sbronza del giorno prima, cercai di ritmare i respiri con il movimento delle onde sullo sfondo. Pensai: "sei vivo e sei uno schiavo. Ora chiediti se la tua libertà vale più della tua vita. Se è cosi togliti questi vestiti ed esci subito da questo posto orribile senza voltarti mai indietro".
Non mi mossi. Non mi spogliai. In verità non feci proprio un cazzo di niente; solo rimasi immobile per un attimo lunghissimo mentre i clienti cominciavano a riempire i tavoli. Tedeschi, Spagnoli, Italiani, Israeliani, Arabi, Americani, Russi, Cinesi e tutto il resto del repertorio.Tik- tak, tik- tak, quanto tempo rimane prima dell'esplosione Nucleare? Il nervosismo era un fedele amico che mai mi abbandonava. Ero piuttosto sicuro che se avessi avuto un AK-47 in casa - quello stesso giorno, probabilmente a fine turno - sarei ritornato carico fino ai denti e avrei ammazzato ogni anima che mi fossi trovato davanti. Fu nel momento in cui mi accorsi che non sarebbe stato semplice procurarsi un Kalashnikov in Catalunya che una vaga tristezza cominciò a pervadermi. A quel punto un francese mezzo alticcio mi chiamò. Era un tizio dai capelli biondo spento; aveva labbra biancastre, occhiaie scarne e vestiva Luis Vuitton. Era un individuo chiaramente incapace d'intendere e di volere, lo capì perché mi guardava attonito dopo aver fatto cadere una tazzina di sugo al pomodoro sul tavolo. Era il sughetto destinato alla bistecca da 78€ che aveva sul piatto e il poverino non sapeva più cosa fare. Così tanti milioni in banca e così pochi neuroni nel cervello. Pensai: "questi qua non sono i signori della terra, sono solo dei piccoli pezzettini di merda cresciuti in cattività. Mi avvicinai con un finto sorriso spalmato sotto la mascherina.
"Ho fatto un casino" disse.
"Non c'è problema signore" , risposi buttando nel cesso la mia stessa dignità , "ci penso io".
Pulii quella merda. Lui mi sorrise.
"Grazie" disse.
"Prego" risposi.
E così via per otto interminabili ore.La vita dei poveri scorre più lenta di quella dei ricchi. La proporzione è di quasi 1 a 2. Il che rende un lavoro di otto ore pesante come uno di sedici, un mese son due mesi e dieci anni sono venti. Un povero che arriva a percepire la sua pensioncina lo fa sempre con mezzo piede nella fossa appunto perché 40 anni sono 80 e nessuno salva anima e corpo dopo 80 anni di lavori forzati. Ebbene sì, credo che anche l'anima - ammesso che esista - muore se mal nutrita, come ogni cosa in questo mondo.
Lavoravo in mezzo alla fica. L'ottanta percento del personale in sala era femminile e questo mi piaceva. Lavorare con una donna non è la stessa cosa che farlo con un uomo. La guerra giornaliera con le donne si sposta dal piano fisico e posizionale a quello mentale. Per un uomo ci sono giorni in cui può essere molto snervante doversi districare nei meandri dei pensieri femminili mentre ti tocca servire dei rincoglioniti cronici viziati. In ogni caso avevo un bel da fare nel vedere tutti quei culi, quelli tette. Tante, forse troppe. Quante donne ci sono nel mondo? Quante ne sforniamo al giorno? Voglio dire, il flusso è costante o c'è rischio che si fermi? Stiamo affogando in un mare insensato di passere depilate qui ed è bene che lo sappiate. Ne presi subito d'occhio una. Era piccola e magra. Dei lunghissimi boccoli biondi le cadevano da dietro le spalle e la seguivano ovunque andasse. Si chiamava Charlotte. Charlotte era come un composto gassoso imprigionato in malo modo in un contenitore di splendido argento luccicante. Tremava d'energia. Con la mente fotografai l'eventuale notte passata insieme a lei mettendone a fuoco gli aspetti dinamici. L'avrei aperta in due una così. Quelle cosce, quelle natiche piccole e sode che non conoscevano cellulite, l'andatura fragile e stranamente decisa ... cristoiddio, l'avrei assassinata!
Un giorno a fine turno si avvicina e mi fa
"Dove vai adesso, Giuseppe?"
"A fumare dell'erba" dissi, ed era vero. Non potevo fumare a lavoro, non questa volta. C'erano troppi controlli. Il mio Club distava solo qualche centinaio di metri dal Vela.
"Oh, anche a me piacerebbe fumarne una" disse lei.
Fu così che portai Charlotte a La Kalada.

STAI LEGGENDO
Diario Di Uno Stronzo
Short StoryATTENZIONE: contenuto per adulti e linguaggio esplicito. Alcool, droghe e sesso...la strada per l'inferno è lastricata di piacevoli ostacoli.