5.

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Tramite Kathleen erano venuti a conoscenza di una seconda valigetta come quella della missione con Marcus e, con un piano ben organizzato, avevano deciso di seguire le nuove tracce con la speranza che queste portassero direttamente a lui.
La giornata era uggiosa, la noia riempiva gli spazi vuoti e Becky e Christopher se ne stavano appostati in attesa che il blindato, con a bordo la valigetta, partisse.

Kathleen gli aveva procurato un "vecchio furgone di una ditta di pulizie", così come richiesto specificatamente dai due. Lo scopo era evitare i soliti blindati che davano nell'occhio più del dovuto.
Considerata la pericolosità della missione e il rischio concreto che andasse a finire male, Kathleen si era opposta a questa loro scelta, ma senza risultato.

Becky era stata categorica. Voleva fare a modo suo stavolta e tornare il prima possibile al loro appartamento con il bottino e il giusto spirito per riprendere le ricerche di Marcus. Al contrario di Christopher, lei non pensava che la nuova missione li avrebbe portati più vicini a suo fratello, ma di sicuro con la valigetta avrebbero avuto qualcosa con cui trattare.

I due osservavano, da ore, il garage dal quale sarebbe dovuto uscire il blindato incaricato di trasportare la valigetta fino al bunker che Kathleen gli aveva mostrato, ma per il momento nulla era accaduto.

«Com'è andata con Jenna?» Christopher addentò affamato il suo sandwich, poi fece un sorso di cola.

Becky prese la sua lattina ghiacciata e l'aprì. «Non ci sono più andata.» Si piegò nelle spalle.

«Quindi hai deciso di mollare?» Diede un altro morso.

«Ne riparleremo appena torno.» Controllò ancora una volta l'ingresso del garage. «Ho sentito che parlavi con Kathleen quando sono uscita.» Posò gli occhi su di lui e sorrise maliziosa.

Christopher tossì e lasciò il sandwich a riposo sulla carta. Prese un altro sorso di cola. «Cos'hai sentito esattamente?»

Becky rise. «Diciamo che siete di poche parole. Versi, più che altro.»

Christopher sfoggiò un atteggiamento compiaciuto. «Avevamo un discorso in sospeso», distese le braccia all'indietro e si stiracchiò, «un discorso lungo e articolato.» Sorrise.

«Sei sempre il solito.» Gli tirò un pugno sulla spalla e lui scoppiò in una risata divertita. «E ora?»

Tornò serio e riprese a mangiare. «È stata chiara su quello che vuole. È impegnata con il lavoro e tutto il resto. L'agenzia che ci aveva assegnato la valigetta la sta pressando molto e non ha tempo per una relazione.»

«E tu sei d'accordo con la sua decisione?»

«Ho altra scelta?» Abbozzò un sorriso che lasciava intendere ogni cosa. «E comunque non fa mai male ritagliarsi un momento di piacere in questa vita incerta», ridacchiò. «Dovresti provare.»

Becky lo guardò distratta. Era chiaro come il giorno che la sua mente già viaggiava sulla strada del ritorno. Se c'era una ragione più che valida per tornare a casa sana e salva, quella era Jenna.
Sarebbe toccato solo a lei decidere se farla essere la sua debolezza o la sua forza e, in quel preciso istante, era più vicina alla seconda opzione.

«Qualcosa si muove.» Becky lasciò a metà la bibita e indossò il suo giubotto antiproiettile di ultima generazione, fornito dall'agenzia di Kathleen.
Si precipitò rapida verso i sedili anteriori e imbracciò un fucile d'assalto.
«Guida tu», disse al suo collega prima di prendere posto sul sedile del passeggero.
Le mani tenevano salda l'arma, mentre Christopher metteva in moto il furgone per seguire il blindato.

«La scorta sarà all'interno del blindato. È l'unico mezzo uscito dal garage.»
La guardò, ma Becky sembrava assente. I lunghi capelli biondi, tirati indietro e chiusi in una crocchia stretta, mettevano in risalto i suoi lineamenti. Il naso dritto, la bocca serrata e gli occhi di ghiaccio non lasciavano trasparire altro che concentrazione.
«Ho hackerato il loro sistema di navigazione. Conosciamo il percorso che seguiranno», continuò, mentre cercava di intercettare i suoi pensieri.

Jenna's placeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora