17.

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«Chris, siamo qui da due ore, ormai.» Becky parlò attraverso il suo dispositivo, dando un'altra occhiata in giro.

Christopher restò in silenzio, facendole cenno di attendere. Fece un giro su se stesso, per poi scrutare gli angoli più nascosti. Un lieve fruscio ne attirò l'attenzione e la sua mano strinse forte il coltello che aveva sistemato sotto il giubotto. Un rumore di passi che calpestavano i vetri rotti si avvicinò lento, mentre la luce della luna illuminava, poco per volta, una figura imponente che si dirigeva verso di lui. Ancora qualche passo e il volto di Marcus lasciò l'oscurità. Un velo di barba ne ricopriva il viso.

Christopher lasciò d'istinto il coltello e si trattenne a malapena dal fare un passo verso suo fratello. Si guardarono in silenzio, per un istante che sembrò durare più del dovuto.

«Dille di uscire», esordì il maggiore dei due.

Christopher portò in fuori il mento. «Prima mostrami se sei armato.»

Marcus sollevò la maglia e fece un giro su se stesso, allargando l'altro braccio. «Non mi toglierò i pantaloni», aggiunse con un ghigno, «dovrai avvicinarti, per controllare.»

Non finì la frase, che suo fratello gli era a un palmo dal viso e con un piede gli divaricava le gambe, per poter verificare che non nascondesse armi nei pantaloni. Quando fu sicuro che fosse disarmato, premette un tasto sull'auricolare e invitò Becky a raggiungerli.
L'attesa e il silenzio sceso in quello che poco tempo prima era stato il bel locale di Jenna, divenne solenne, quando il passo sicuro della bionda risuonò tra le quattro mura.
«Te l'avevo detto», sussurrò al suo partner, poi si rivolse all'altro «dovresti scusarti.»

«Per cosa? Per averti salvata due volte? O per averti risparmiata una?» accennò un sorriso beffardo.

Becky si avvicinò a gran passo. «Come hai potuto fare questo a tuo fratello!» gli urlò a muso duro e gli puntò una pistola sotto il mento. «E Jenna? Lei non c'entrava niente in tutto questo!»

Marcus guardò Christopher. «Sul serio? Io vengo disarmato e lei porta una pistola?» Con un movimento deciso, le piegò il polso e le strappò la pistola dalla mano, per poi posarla sulla sua fronte. «Se avessi voluto farvi fuori, non sareste qui.» Fece scivolare via il caricatore e lanciò la pistola lontano. «Grazie a me, quel giorno vi hanno lasciati andare. E comunque, la tua ragazza l'hai messa tu in quella situazione.»

«Vaffanculo, Marcus», intervenne suo fratello, puntandogli il dito e tirando Becky per un braccio, verso di sé. «Mi sembra di sentir parlare Kathleen.» La smorfia di disprezzo che aveva stampata sul volto, attirò l'attenzione di Marcus, che in risposta accennò un sorriso.

«Ma guarda, qualcuno sta imparando come si sta fuori dall'ombra di mammina.»

Christopher si lanciò verso di lui e gli sferrò un pugno.

«Ragazzi!» Becky si frappose tra i due «Davvero volete perdere tempo con queste stronzate?» spinse via Christopher e puntò anche lei il dito contro Marcus, poi lo abbassò, senza dire nulla.

«Era ora», aggiunse il maggiore. «Quella donna vi sfrutterà fino all'ultimo e quando non le servirete più, vi butterà via.»

«Dimentichi che anche tu hai lavorato per quella donna», lo incalzò suo fratello.

«A maggior ragione. Per caso si è preoccupata di venirmi a recuperare, in tutto questo tempo?» Ci fu uno scambio di sguardi tra Becky e Christopher, e Marcus rise a quella reazione, attirando di nuovo gli sguardi su di sé. «In fondo non è neanche colpa sua», fece spallucce e sollevò l'indice per indicare il soffitto, «quelli dei piani alti decidono, lei obbedisce. Le interessa solo scalare la vetta.»

Jenna's placeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora