10.

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Becky sferrò un pugno alla porta. «Cazzo!» urlò tra i denti.

Jenna si piegò nelle spalle, spaventata da quello scatto improvviso. «Becky», si avvicinò, «smettila, ti prego. Sono ore che cerchi di aprire quella porta. Ormai avrai capito che non si aprirà.» La tirò via per un braccio. Afferrò l'angolo della sua maglia e ne strappò un pezzo. «Le tue mani sono piene di tagli.» Le tamponò le ferite.

«Sto bene.» Si divincolò e tornò a guardare la porta, ma Jenna la tirò ancora via.

«No, non stai bene! E neanche io.» I suoi occhi si riempirono di lacrime. «Ti prego.»

Becky sentì un groppo in gola. Vedere Jenna così persa le fece mancare il fiato per un istante. «D'accordo», le spostò i capelli dal viso e lo cullo tra le mani. «Ehi», cercò il suo sguardo, «tesoro, guardami.» Finalmente si guardavano negli occhi. «Non sopporto di vederti piangere.» Asciugò le sue lacrime e continuò: «Ascolta, presto usciremo da qui. C'è un amico là fuori; lui non permetterà che ci facciano del male.» Annuì convinta davanti al suo sguardo perplesso. Poi la strinse tra le braccia.
Alzò gli occhi al cielo, pregando che lì fuori ci fosse davvero Marcus. Era la loro unica possibilità di sopravvivere, sicura che non le avrebbe mai fatto davvero del male.
La strinse più forte e Jenna iniziò a calmarsi.
«Mi dispiace», le sussurrò.

«Non mi hai obbligata. Non mi sarei arresa fino a che non avresti detto di sì», le confessò, per poi guardarla negli occhi. «Vuoi che non lo dica, ma è così dal primo istante che ti ho vista, Rebekah.»

Al suono del suo nome pronunciato da Jenna, con tono tanto dolce, ancora una volta il cuore di Becky saltò un battito. «Non ho mai amato tanto il mio nome.» Prese le labbra di Jenna tra le sue, con delicatezza. «Ti avrei detto di sì già al nostro primo incontro», ammise, per poi baciarla quando il sorriso di Jenna evidenziò le sue fossette.

Tutto ciò che aveva temuto si stava avverando. Becky incolpava se stessa di non aver agito subito. Se fossero partiti prima, lei e Christopher, sarebbero già stati sulla via del ritorno con Marcus e avrebbero lasciato Jenna fuori da tutto quello, al sicuro nel suo locale.
Pensò al suo compagno di viaggio, che di sicuro era già sulle sue tracce, incazzato nero con Kathleen e la sua squadra. Si chiedeva se anche Michael sapesse del suo rapimento.
Guardò Jenna che si era addormentata tra le sue braccia, con la fronte increspata da sogni agitati. Le carezzò il viso e per la prima volta, davvero, pensò di potersi ritirare alla fine di quella missione. Nulla sarebbe stato più importante della donna che amava.
Finalmente riuscì a rilassarsi un po' e chiuse gli occhi stanchi e doloranti.

«Io non resterò qui con questa gente!» Silvia seguì Christopher, che camminava con un borsone sulle spalle, ignorando le sue contestazioni

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«Io non resterò qui con questa gente!» Silvia seguì Christopher, che camminava con un borsone sulle spalle, ignorando le sue contestazioni. «Non conosco nessuno. Inoltre ho degli impegni.» Continuava a seguirlo e lui ad ignorarla. «Mi stai ascoltando, brutto idiota?» gli si parò davanti. «Dove credi di andare? Non osare lasciarmi qui!»

Jenna's placeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora