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🔴 In questo capitolo sono presenti descrizioni di scene di sesso e linguaggio scurrile.


La casa era immersa nel silenzio, in una notte fresca dei primi di ottobre.
I corridoi erano stati sgomberati e chiusi ai più.

Lien aveva appena raggiunto Marcus, che se ne stava seduto a bere una birra con Christopher e Becky, mentre discorrevano di eventuali vacanze che avrebbero fatto, una volta finita quella brutta faccenda.

Si appoggiò allo stipite della porta, sorridendo con dolcezza.
Marcus era diventato un'altra persona da quando si era riunito con suo fratello e la loro amica di sempre.

Sembrava passata una vita, da quando si erano conosciuti alla cava.
Si lasciò rapire da un ricordo.

Era appesa a testa in giù ad una gru, con delle grosse catene, lasciata penzolare nel vuoto, costantemente minacciata di morte.
Marcus, invece, era stato appena trasportato privo di sensi, all'interno della fossa più grande.
Gli uomini di Victor lo accerchiavano, con le armi puntate su di lui.
I polsi e le caviglie, legati con le fascette, avevano iniziato a sanguinare.

Riprese i sensi a suon di calci allo stomaco.
Non riusciva a credere ai propri occhi. L'uomo, nonostante la sua stazza, sembrava ridotto al solo ricordo di ciò che lei credeva fosse stato un tempo.
Incassava ogni colpo, continuando a tenere le labbra sigillate.

Quando fu portata davanti a lui, la fecero mettere in ginocchio, minacciando di spararle se non avesse parlato, ma nessuno dei due cedette.
Per giorni furono torturati e minacciati.

Quando, per l'ennesima volta presero lei, Marcus si decise a interrompere quel massacro.
Incrociò il suo sguardo, il volto livido e gli occhi leggermente a mandorla, aperti a stento.
Sentì la rabbia crescere dentro di sé e odiò Kathleen, come mai nessuno prima di allora.
«Non so dove sia, ma vi aiuterò a trovarla.»
Furono le sue ultime parole da prigioniero, prima di essere bendati e trasportati al bunker di Victor.

Un velo di tristezza le adombrò il volto.

Marcus si accorse della sua presenza e scattò in piedi.
«Ehi, non ti abbiamo sentita arrivare.»
Le rubò un bacio a stampo, prima di trascinarla con sé e farla sedere sulle proprie gambe.

«Ci stavi spiando?» sorrise Becky, porgendole una birra.

Lien ne prese subito un sorso, storcendo il naso.
«Come fate a bere questa roba?» posò la bottiglia sul tavolo «Non volevo interrompere la vostra piccola serata in famiglia.»

Christopher abbozzò un sorriso e sollevò la sua birra, inclinandola verso di lei «Beh, ormai fai anche tu parte di questa famiglia.» Ne prese un sorso e gli altri due lo imitarono.
«Quindi il tuo amichetto ha tutto ciò che occorre per fermare Victor?»

«Così pare. Nicholas è una risorsa preziosa per il gruppo. Anche se non sembrava possibile, alla fine siamo entrati in sintonia.»

«Anch'io non lo credevo possibile, ma quei due ormai sono dei nostri. Non so se il malupino resterà, ma il suo compare non sembra volersi scollare da qui. Per di più, ora si scopa il novellino.»

«Non riesci proprio a trattenerti tu, vero?»

«Marcus non conosce mezze misure.» Christopher lo guardò di sbieco.
«Non ti azzardare a parlare così davanti a Silvia.»

«Oh, povero cucciolo. Hai paura che la tua fidanzatina capisca che in realtà sono solo la tua versione più anziana?»

«Non dire stronzate! Io e te siamo completamente diversi.» istintivamente si voltò a guardare Becky, cercando nei suoi occhi una sorta di conferma.

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