Capitolo 6

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"Noi andiamo, saremo di ritorno domani sera" dice Carlisle mentre si avvia alla porta seguito da tutti gli altri, a quanto pare solo io e Jasper abbiamo pensato di restare a casa "Cacciate qualche puma anche per me" sorrido "Puoi starne certa Kat" Emmett ride e mi abbraccia quasi stritolandomi "Vacci piano Emmett" lo riprende Jasper "Tranquillo Jasper, non si spezza mica, è dura come una pietra" mi sfugge una risatina "Quando torno dovrò sfidarti a braccio di ferro" dice poi rivolgendosi a me "Senza dubbio Emmett, ma ora è meglio andare" Esme reclama la sua attenzione, tutti escono sparendo nelle ombre del bosco. "Io vado in camera mia se hai bisogno di qualcosa sai dove trovarmi" dice Jasper avviandosi alle scale. "É stato un lupo" dico di getto, prima che possa sparire dalla mia vista "Cosa?"

"É stato un lupo ad uccidermi" mi spiego meglio "Perché me lo dici ora?" domanda riavvicinandosi "Perché adesso non c'è nessuno in ascolto" dico abbassando lo sguardo "Com'è successo?" domanda "Ogni giorno facevo delle passeggiate di pomeriggio nel bosco vicino casa mia, un giorno, però, mi allontanai più del solito e persi la strada, si fece buio, non so esattamente che ore fossero e pioveva a dirotto. All'improvviso un lupo mi è saltato addosso. Mi ha lacerato metà addome e parte della schiena" alzo la maglietta nera che indosso mostrandogli le tre cicatrici, lentamente si avvicina per osservarle meglio e poi ne delimita il tratto con le sue dita fredde e affusolate "Credevo di essere morta ma quando mi svegliai ero viva, e mio malgrado non più la stessa. Qualcuno mi aveva salvato" cerco il suo sguardo che è ancora sulle cicatrici "Chi?" 

"Non lo so, non c'era nessuno con me quando mi sono svegliata" finalmente distoglie l'attenzione dal mio ventre e si concentra sui miei occhi "E poi cos'è successo?" chiede "Sentivo la gola bruciare, avevo sete, ma sapevo che ciò che desideravo non era semplice acqua. A un tratto sentii una scia. La seguii e trovai un cervo, in un attimo gli fui addosso e bevvi il suo sangue. Poi con il tempo ho imparato a controllarmi, ma non è stato facile. Non sapevo cosa fossi e non c'era nessuno che me lo spiegasse e che mi dicesse come fare"

"Dev'essere stato terribile" mi dice "Non immagini quanto" - "Tu invece?" gli domando dopo una breve pausa, curiosa di sentire la sua storia "Vieni sediamoci" lo seguo fino al divano del soggiorno e mi accomodo accanto a lui "É successo durante la guerra civile" si prende qualche secondo per riflettere "Ero il maggiore della cavalleria del Texas, il più giovane che ci fosse mai stato, avevo solo diciannove anni quando mi è stata affidata la carica" guarda per un attimo di fronte a se ma poi ritorna a guardare me "Poi un giorno, mentre stavo tornando a Gaveston, dopo aver evacuato una colonia di donne e bambini ho incontrato un immortale: Maria. Non era sola, con lei c'erano altre due donne, le aveva trasformate lei. Chiesi loro se avessero bisogno di aiuto ma un istante dopo Maria mi saltò al collo. L'ultima cosa che mi augurò era di sopravvivere" 

"Come hai incontrato i Cullen?" gli domando "Ero stufo di Maria e della sua continua sete di creare eserciti personali, così l'ho abbandonata e per caso ho incontrato Carlisle che mi ha accolto" Carlisle è davvero una persona d'oro, e anche se sono qui da poco la cosa non mi è indifferente. "Chi te li hai fatti quelli?" domando guardando i suoi avambracci, adesso scoperti dalle maniche della camicia, ricoperti di cicatrici dovuti a morsi "Maria mi chiese di addestrare il suo esercito di neonati e beh... Non erano molto facili da controllare" lo osservo in viso e mi perdo per un istante nei suoi occhi color topazio, proprio come i miei. Non posso credere che una persona come Jasper abbia potuto patire così tanto "Non sentirti in pena per me" rompe il silenzio "Non mi sento in pena" replico "Sento ciò che provi Katherine" 

"Non provo pena Jasper, solo che mi dispiace, tutto qui. Non lo meritavi" la mia voce si abbassa di un'ottava "Se non fosse successo non avrei mai incontrato Carlisle e adesso non saremmo qui a parlarne" cerca di alleggerire l'aria ridendo leggermente e io lo seguo "Si, hai ragione" passa un attimo in cui nessuno dei due dice nulla, ma poi è lui a prendere la parola "Come funziona esattamente il tuo dono? Voglio dire... Come ci riesci?" domanda "Non faccio nulla in particolare Jasper, mi basta solo guardare negli occhi chi voglio soggiogare e dire cosa voglio che faccia, oppure posso pensarlo, il risultato non cambia" gli spiego "Funziona su chiunque?" chiede ancora "Con umani e vampiri si. Non ho mai provato con un licantropo" osservo la sua espressione, sembra affascinato "Anche con i Volturi?" 

"Oh si" ridacchio "Una volta ho soggiogato Jane affinché usasse il suo dono su Aro, e da allora mi teme, ma allo stesso tempo mi vorrebbe con se. Periodicamente manda da me dei tramiti per accertarsi che io cambi idea, ma non si presenta mai in persona, è per questo che cambio spesso città, non voglio farmi trovare facilmente".  

Change -Jasper Hale-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora