0. Fantasmi

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Zayn Malik correva come un maratoneta di fronte all'ultimo rettilineo prima del traguardo

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Zayn Malik correva come un maratoneta di fronte all'ultimo rettilineo prima del traguardo.

L'esperienza gli permetteva di sviare carelli colmi di strumenti lasciati in mezzo alla strada, barelle vuote, colleghi e pazienti, intenti a camminare a diverse velocità. Riconosceva quasi tutti e gridava uno scusa di tanto in tanto, per sentirsi meglio dopo aver violato la regola numero uno.

Mai correre nei corridoi di un ospedale.

Curvò a destra con troppo slancio, sbattendo la spalla contro al muro e imprecando tra i denti, pur continuando senza fermarsi. Stringeva al petto un referto medico, ormai stropicciato dalle sue stesse mani, e la divisa lilla chiaro svolazzava dietro di lui. Quella casacca gli era sempre stata troppo grande.

"Malik, rallenta o finirai per schiantarti!" urlò qualcuno, un'ombra indistinta data la velocità con cui gli sfrecciò accanto.

Ignorò il consiglio e continuò ad avanzare imperterrito.

La sala mensa gli apparve davanti come un miraggio lontano, la porta socchiusa un invito a entrare. Ci si fiondò dentro rallentando appena, aprendola con una spinta del fianco contro il pomello, fermandosi solo una volta arrivato a destinazione. Il petto si muoveva su e giù con il ritmo di uno stantuffo, l'ossigeno bruciava a contatto con la gola.

Se non altro, sono in un buon posto per sentirmi male, pensò.

"Lou—Louis!" ansimò, portandosi le mani alle ginocchia. Tentava di inspirare e di calmare il trotto impazzito del suo cuore. Tra le dita il foglio si piegava sempre di più, ma ciò non cambiava le parole che stavano scritte lì sopra nero su bianco.

Louis Tomlinson alzò appena la testa dal suo piatto di insalata. Era a metà di un boccone e non smise di masticare, con la mascella prominente impegnata nello sminuzzare le foglie fino a renderle impalpabili. Sollevò un sopracciglio, in attesa.

Indossava una divisa blu scuro molto stropicciata, il risultato di parecchie ore pressata sotto a un camice chirurgico, e la cuffia era ancora sulla sua testa, blu come la divisa, solo di una sfumatura più chiara e con disegni fatti a pastello sopra. Sua nipote l'aveva decorata e chi aveva osato prenderlo in giro non ci aveva riprovato due volte, si parlava per esperienza.

"Ho una pausa di dieci minuti, poi devo tornare in sala operatoria, è urgente?"

Il suo tono era freddo, come capitava spesso quando lavorava e doveva rimanere concentrato, ma uno scintillio nei suoi occhi indicava non fosse infastidito. A poche persone riservava un trattamento di favore, il suo amico Zayn era una di esse.

"Ho il risultato degli esami", disse Zayn, finalmente riuscendo a parlare in modo normale. Si tirò su e posò il foglio sul tavolo, schiaffandoci sopra la mano aperta e aspettando che Louis lo fissasse, "non ti piacerà, credo, chi lo sa che ti passa in quella testa", aggiunse con un sorriso di sfida.

The Broken Hearts Club || [larry stylinson]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora