9. Estetismo e simbolismo

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Si ritrovarono uno accanto all'altro davanti ai lavandini, intenti a lavarsi le mani

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Si ritrovarono uno accanto all'altro davanti ai lavandini, intenti a lavarsi le mani. Louis aveva già la schiuma fino ai gomiti quando Harry si sistemò al suo fianco e iniziò a sfregare mani e unghie con il sapone.

Nessuno dei due disse niente all'inizio, cosa di cui Louis fu segretamente grato. Aveva paura che Harry potesse rinfacciargli il suo comportamento immaturo e inappropriato al pub, ma il riccio pareva non essersi nemmeno accorto della sua presenza. Si preparava all'intervento con concentrazione, aveva lasciato ogni distrazione fuori dalla porta.

Diversi infermieri erano già in posizione, così anche l'anestesista e il cardiochirurgo del Saint Barths, Greene. Louis ricordava il litigio che avevano avuto quando Bonnie aveva chiesto di essere operata da Harry, gli era dispiaciuto sminuire la sua autorità, eppure non aveva avuto scelta.

Lei era già sdraiata sul lettino. Aveva chiesto di essere addormentata all'ultimo per poter scambiare ancora due parole con il suo medico preferito e adesso aspettava, torcendosi le mani in grembo e lanciando occhiate a loro due.

Louis non sapeva perché fosse entrato lì. Non era richiesto un neurochirurgo per un intervento del genere, quindi non aveva scuse: era lì perché gli mancava guardare Harry operare, fine della storia.

Negli ultimi giorni, l'odio che provava per Harry aveva iniziato a trasferirsi verso se stesso: perché non riusciva a lasciar andare il passato? Perché si metteva in ridicolo con comportamenti e situazioni imbarazzanti? Si sentiva patetico, ecco la verità.

Sciacquò via la schiuma con forza, pensando che almeno aveva con sé la cuffia colorata da Nora, un pensiero che non smetteva mai di consolarlo. Fu grato alla mascherina sul viso, avrebbe nascosto la sua espressione durante tutto l'intervento.

"Louis."

Si fermò in mezzo alla porta, che si era aperta a scorrimento per farlo passare. Teneva le mani alzate così da non toccare niente e deglutì, non osando girarsi per guardare Harry. Rispose guardando dritto davanti a sé: "Sì?"

"Ho bisogno che mi auguri buona fortuna."

Un guizzo di divertimento gli percorse il petto, come una lingua infuocata capace di risvegliare parti di lui aride da tempo. Ruotò la testa di poco, il giusto per poterlo guardare con la coda dell'occhio. "Come hai fatto a operare durante questi sei anni?"

Harry si aspettava una risposta simile, perché sorrise e le sue spalle si rilassarono appena, così poco che una persona non attenta l'avrebbe perso, ma Louis si accorgeva di tutto, soprattutto quando riguardava Harry. "Assecondami. È Bonnie."

"Buona fortuna, Dottor Styles."

Harry gli passò accanto, superandolo. "Grazie, Dottor Tomlinson."

Entrò nella sala operatoria con passo deciso, rompendo il ghiaccio con una battuta e facendo ridere l'intera equipe. Era una creatura affascinante, Louis l'aveva sempre pensato. In pubblico, agli eventi eleganti, davanti alle telecamere, davanti ai pazienti, era una persona sicura di sé e sempre allegra, capace di conquistare chiunque.

The Broken Hearts Club || [larry stylinson]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora