30. La risposta alla fatidica domanda

3.8K 272 341
                                    

Le persiane chiuse illuminavano la stanza con strisce di sole, che si allungavano fino ad accarezzare il corpo di Harry, deformandosi sulla sua pelle nuda

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Le persiane chiuse illuminavano la stanza con strisce di sole, che si allungavano fino ad accarezzare il corpo di Harry, deformandosi sulla sua pelle nuda. Doveva essere mattino inoltrato e Louis si stiracchiò, sbadigliando, sentendosi già meglio di quella notte appena passata.

Il tè caldo aveva sempre fatto miracoli per i suoi raffreddori e anche stavolta aveva funzionato, si sentiva solo la testa pesante, ma stava bene. Harry sembrava ancora addormentato. Nella semi oscurità, le sue ciglia creavano ombre sugli zigomi, il suo petto si alzava e abbassava in profondi respiri e il suo viso era rilassato, privo di rughe di preoccupazione.

Era così bello che Louis non seppe trattenersi. Allungò una mano tra loro, sfiorando quelle labbra piene, tracciandone il contorno. Salì verso l'alto, toccando la guancia con la punta delle dita, poi la tempia, scostando un ricciolo ribelle. Il respiro di entrambi si era fatto più intenso, Louis perché voleva ciò che non poteva avere, Harry perché si stava piano piano svegliando.

Il neurochirurgo percorse la strada al contrario, scendendo lungo la spalla, il bicipite, l'avambraccio; i muscoli definiti lo attiravano come una luce per le falene, chiamandolo per nome. Quando raggiunse una delle mani di Harry, chiusa a pugno di fianco al cuscino, quella si aprì, mostrandogli il palmo. Gli occhi verdi si erano socchiusi e lo stavano fissando.

Tante volte in passato Louis si era svegliato con quella visione davanti, persino in quello stesso letto, ma stavolta fu come un pugno dritto nello stomaco, capace di risvegliarlo da un torpore durato anni. Sapeva, nella luce veritiera del mattino, di avere quei sentimenti scritti in faccia.

A sorpresa, Harry fermò la mano di Louis e intrecciò le loro dita, portandosi il dorso alla bocca e baciandolo. Sorrise. "Potrei abituarmi a un risveglio simile."

Il cuore di Louis ebbe uno spasmo doloroso, o forse era solo un dolore intercostale, si disse con un guizzo di sarcasmo. Ritrasse la mano e si sdraiò sulla schiena, respirando forte. "Non darmi false speranze."

"No", disse Harry, muovendosi fino a sovrastarlo con il suo corpo, senza pesargli addosso, "ho bisogno di tempo per pensare e anche tu, lo stiamo facendo, ma non ti sto mentendo. Ogni momento con te mi porta più vicino alla risposta giusta."

A Louis non importava più che fossero entrambi appena svegli, con il fiato appesantito dal sonno e la testa che urlava di fermarsi, perché a volte c'era qualcosa di più immediato della razionalità. "Qual è la risposta giusta?"

Harry non rispose a parole. Si abbassò, tracciando la guancia di Louis con la punta del naso. Non trovando ostacoli o rifiuti posò la bocca sulla sua, baciandolo con dolcezza. Le sue labbra erano calde, quasi bollenti, e Louis si arrese subito a quel contatto. Allacciò le braccia attorno alle spalle del riccio, spingendolo verso di sé.

Le ultime tracce del tè all'eucalipto si diffusero tra loro, accompagnate da lievi stoccate delle lingue a contatto. Harry lo maneggiava come se fosse stato una bambola di porcellana, leccando nella sua bocca in modo dolce e passionale, non c'era fretta in quel momento perfetto.

The Broken Hearts Club || [larry stylinson]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora