14. La scarpetta di cristallo

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La nipotina di Louis, Nora, era affetta dalla sindrome di Down, ma non fu quella la cosa che sconvolse Harry

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La nipotina di Louis, Nora, era affetta dalla sindrome di Down, ma non fu quella la cosa che sconvolse Harry. Dal momento in cui l'aveva vista, una sola domanda vorticava nella sua testa come un tornado di piccole dimensioni pronto a ingrossarsi: quanti anni aveva?

Lei gliel'aveva detto alzando le sue manine tozze, indicando quel sei che perseguitava Harry costantemente. Allora la domanda nella sua testa era diventata un'altra: ricordava che Lottie fosse incinta al momento della sua partenza per New York, quindi perché Louis non gli aveva detto nulla?

Era forse uno dei motivi per cui Louis non era partito con lui? Non gli era sembrato particolarmente preoccupato per sua sorella al tempo, ma i ricordi erano sbiaditi, e questo cambiava le cose. Creava altri quesiti.

Perché l'aveva tenuto nascosto? Perché non gliel'aveva rinfacciato quando Harry aveva deciso di partire? Perché non gli aveva chiesto supporto, o un consulto medico? Era un chirurgo da pochissimo allora, eppure le sue conoscenze di cardiologia l'avrebbero aiutato. Circa la metà dei bambini con sindrome di Down nasceva con difetti cardiaci, lo sapevano entrambi.

Voleva chiedergli spiegazioni e fu per quello che seguì Louis fino a casa di Nora. La bambina era felice di averlo lì ed Harry usò quella scusa per restare. La Mustang sfrecciava rapida e silenziosa tra le vie di Londra, un gioiello, mentre Nora batteva le mani e cantava una canzone sul sedile posteriore. Aveva acquistato fiducia in Harry, era meno timida.

Lottie viveva a meno di venti minuti di distanza dall'ospedale e presto salutarono Nora. Stette a guardare Louis che usciva dall'auto e la stringeva forte, dandole un bacio tra i capelli, dopo che lei gli ebbe mostrato il disegno. Dal suo posto Harry non riuscì a vederlo, ma si trovò lo stesso a sorridere davanti a quella scena.

Quando Louis mise di nuovo in moto, Harry si rese conto che era la terza volta che si trovavano da soli in quello spazio ristretto e fatto di costosa pelle, anche se durante la seconda occasione Louis era ubriaco e assonnato. "Devo portarti da qualche parte?"

"L'hotel va bene", ribatté Harry, usando un tono che imitava quello scocciato di Louis. Si beccò un'occhiataccia e rise: era diventato più facile stare in sua presenza dopo aver conosciuto Nora, non avrebbe saputo dire come mai. La bambina aveva lasciato una sensazione di leggerezza e semplicità nell'aria.

I loro problemi relazionali sembravano, d'un tratto, banali e stupidi.

Il pomeriggio iniziava a sfumare nella sera più in fretta rispetto ai mesi estivi, il cielo preferiva una sfumatura di azzurro intenso, le nuvole si ammassavano candide, facendo presagire una notte fresca e non piovosa. Harry guardava fuori dal finestrino, cercando un modo per affrontare l'argomento senza sembrare invadente.

"Lo sapevi", disse infine. Non riuscì a elaborare meglio.

Louis inserì la freccia e si spostò di corsia con un movimento sinuoso del palmo sul volante. "Sì."

The Broken Hearts Club || [larry stylinson]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora