L'oracolo

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Una donna si svestiva lentamente sciogliendo i lunghi capelli neri con due ciocche bionde dalla lunga treccia che glieli aveva tenuti raccolti fino a poco prima. Il peplo scivoló lentamente lungo i fianchi fino a rimanere per terra, tolse i bracciali e i calzari poi scavalcó gli indumenti  con le lunghe gambe pallide. Successivamente si avvicinó ancheggiando sensualmente alla grande vasca piena di schiuma per immergersi fino alle spalle e insaponarsi lentamente la pelle mentre delle ancelle accendevano candele profumate e incensi che impregnavano l'aria di odori vari. Qualcuno spalancó la porta con violenza facendo sobbalzare la donna nella vasca. La figura appena entrata si diresse a passo di marcia verso la vasca per poi essere fermato dalla fuga delle ancelle che volevano evitare l'ira della donna.
«Mia regina, mi duole disturbarla anche durante il bagno, ma l'oracolo ha espressamente chiesto di voi» la regina sorrise magnanimamente all'uomo e si alzó scoprendo le sue nuditá, celate fino a quel momento dalla schiuma che ora le scivolava lungo il corpo. L'uomo si costrinse a puntare lo sguardo sui suoi calzari, ma la regina, non contenta, lo mise di nuovo alla prova.
«Mio caro, perché non aiuti la tua regina a uscire dalla vasca?» l'uomo sudó freddo e deglutí a vuoto: quella donna aveva un certo fascino, si diceva che Afrodite le avesse fatto dono di una striscia della sua preziosa cintura che ammaliava gli uomini. Si avvicinó lentamente al bordo della vasca con un telo di lino in mano, la regina sorrise contenta prima di avvolgersi, con tutta calma, nel telo di lino bianco che, una volta umido, nascondeva ben poco le forme di lei.
«E cosí l'oracolo finalmente si é deciso a parlarmi, quell'uomo é tremendamente capriccioso» indossó una lunga vestaglia di seta porpora sopra l'asciugamano di lino e si incamminó lasciando indietro l'uomo che, ripresosi velocemente, la raggiunse e le si affiancó velocemente. Ogni persona che incontravano lungo il corridoio di marmo bianco e rosa si spostava di lato per favorire il passaggio alla regina e si inchinava rispettosamente. Lei, come suo solito, li sorpassó tutti senza degnarli di uno sguardo, accennando appena un saluto con il capo ai nobili. Arrivó alla stanza in cui era tenuto l'oracolo e si fece aprire la porta dalla guardia che la stava osservando, cercando di celare con la visiera dell'elmo lo sguardo pieno di desiderio che le stava rivolgendo.
«Buona sera mio caro oracolo» disse una volta entrata « hai deciso di rivolgerti a me in quanto tua regina allora» l'uomo seduto su un pagliericcio sporco, coperto da laceri stracci non la degnó di uno sguardo mettendosi, invece a fissare il cielo stellato dalla minuscola finestrella sbarrata che aveva la stanza. L'uomo aveva i capelli blu notte lunghi fino alle spalle, lasciati sciolti e incolti cosí come la lunga barba ispida che si era formata sul viso martoriato. Aprí e chiuse piú volte l'occhio illuminato dalla luce della candela della donna. Un taglio lungo la tempia sporco di sangue rappreso solcava il suo viso, mentre un grosso livido e un gonfiore innaturale si stagliava sulla pelle pallida proprio intorno agli occhi lilla. La voglia a forma di fiore dell' oleandro, posta proprio sotto l'occhio destro, si illuminó di una sinistra luce verde. La regina sbuffó spazientita quando vide che l'oracolo non la calcolava minimamente.
«Ebbene?! Prima mi fai chiamare poi non parli?» la candela si spense e il fumo, diventato rosso, si avvicinó all'uomo che venne avvolto da una nebbiolina rossa. I capelli si schiarirono fino a diventare candidi come il giglio, poi si colorarono di rosso cremesi, gli occhi si persero nel vuoto e l'uomo affidó il suo corpo alla potenza divina dell'oracolo.
«Mia carissima regina» pronunció quel "carissima" con evidente sarcasmo «il suo regno sta per giungere al termine, il sangue del vostro regal sangue fermerá la vostra subdola esistenza» la regina si portó una mano alla bocca. Impossibile! Tutti quei provvedimenti presi, tutte quelle iniziative, tutto quello che aveva fatto per fermare quel terribile responso divino si era rivelato inutile!
«Impossibile! Non ho piú parenti in vita»
«Vi ucciderá, vi ucciderá, vi ucciderá» l'uomo inizió a canticchiare fuori di sé mentre la regina perdeva quel poco di pazienza che aveva
«Chi? Dimmelo! Oh sciocco di un oracolo, non sfidare la regina!» l'uomo la guardó divertito
«Colei che morta sará la regina fermerá, ai principi il regno renderá e festa si fará» la regina furibonda lo fissava con i pugni nervosamente chiusi e le unghie conficcate nel palmo della mano poi, irritata, fece chiudere la porta di pesante legno massiccio e uscí dalla stanza gridando ordini alle guardie
«Punite quell'uomo per la sua impertinenza!» le guardie tremarono, di questo passo l'oracolo avrebbe punito anche loro «Voglio che le sue urla arrivino alle orecchie dei bei principini! Che capiscano con chi hanno a che fare!»
La porta si chiuse davanti all'uomo che si accasció al suolo, abbandonato dalla potenza del dio e si mise a guardare fuori dalla finestrella in attesa della sua punizione. Finalmente quella donna sarebbe stata spodestata e lui avrebbe riguadagnato la sua libertá, magari lei lo aspettava ancora ai margini del bosco di latifoglie che li aveva ospitati e nascosti numerose volte durante le loro folli fughe amorose. Sorrise al ricordo di lei con una bisaccia piena di erbe medicinali, un fascio di ortiche sulla lunga gonna e numerosi fiori pericolosi intrecciati ai capelli dorati. Si era innamorato di lei al primo istante, appena i loro occhi si erano incrociati. Da quando la regina aveva preso il potere la sognava ogni notte, sognava il loro ricongiungimento, il loro futuro incontro sotto quel grande albero che li aveva visti insieme molte volte.
La porta della cella si aprí cigolando mentre Robert si svegliava dalla botta alla testa presa appena risvegliato la prima volta. Controlló che la guardia fosse uscita poi, lentamente, si tiró a sedere. Che era successo in quei giorni? Ricordava perfettamente il loro fallimentare tentativo di salvare Lya. Erano entrati silenziosamente nella base e non li avevano scoperti fino a quando Raphael si era staccato dal gruppo ed era scomparso. A quel punto un gruppo di soldati li aveva accerchiati e si erano trovati a dover  combattere a mani nude contro uomini armati dallo stesso Efesto. Poco tempo ed erano stati sporaffatti, bloccati e imprigionati. Ricordó di aver visto una figura femminile aggirarsi in quel mare di corpi e preso dall'ansia aveva gridato il nome di Lya, la ragazza si era girata e poi il nero...la botta in testa sicuro. I ricordi gli vorticarono davanti agli occhi per qualche secondo. Aprí lentamente gli occhi e istintivamente cercó di toccarsi la testa dove era stato colpito, ma non ce la fece. I gracili polsi erano bloccati da pesanti e corte catene e lo stesso valeva per le caviglie. Appena queste si distesero un poco ricaddero pesantemente trascinandosi dietro Robert che ricadde sull'umido pagliericcio che puzzava di sangue, urina e vomito. Lentamente gli occhi si abituarono al buio e lui inizió a scorgere le figure dei fratelli stese a terra. Le torce nel corridoio illuminavano poco e niente l'interno della cella, solo ogni tanto, quando la guarda di turno passava con la propia torcia, la luce si faceva piú intensa illuminando le due ciotole gettate a terra dentro le quali galleggiavano cose non meglio definite. Con le lacrime agli occhi Robert pregó tutte le divinitá possibili di proteggerli e di proteggere Lya. Guardó fuori dalla finestrella munita di sbarre che dava all'esterno quando inizió a sentire urla umane che lamentavano dolori lancinanti. Sobbalzó spaventato e con le mani cercó di coprirsi le orecchie mentre si mordeva le labbra. Le urla si fermarono per poi ricomiciare con maggiore intensitá, solo tra un urlo e l'altro sentí tre rassicuranti parole
«La regina morirá!» una luce rossa squarció il cielo e un boaro scosse il palazzo.
Mai far arrabbiare la divinitá che protegge un oracolo.
Oleandro, nella sua prigione, scosso dal dolore, ansimava e a ogni respiro fitte lancinanti gli trapassavano il corpo. Altre ustioni si erano aggiunte alle precedenti. Fortunatamente il suo dio aveva ascoltato le sue preghiere e lo aveva salvato anche oggi. Pianse dal dolore e dalla gioia mentre un vento fresco entrava dallo squarcio nella parete dal quale erano cadute le due guardie che stavano arroventando nuovamente i ferri. Ringrazió le ninfe dell'aria che gli stavano carezzando dolcemente la pelle con le loro mani fresche e si mise in attesa.
Una freccia si conficcó nel centro bersaglio poco distante, poi un'altra e un'altra ancora. Tutte centro e ognuna aveva spaccato quella scoccata prima finendo nel suo stesso punto. Il ragazzo che le aveva appena scoccate si avvicinó al bersaglio a grandi falcate per poi staccare le frecce dal bersaglio e gettare quelle rotte su un mucchio lí vicino. Si mise l'arco in spalla e si diresse verso le stalle con passo stanco, anche oggi aveva esasperato il suo corpo con estenuanti allenamenti. Un urlo squarció l'aria. Dolore. Sollevó lo sguardo verso la torre in cui era rinchiuso Oleando, pover'uomo, chissá che cosa aveva detto alla regina questa volta per farsi punire cosí. Certo che se la regina avesse continuato cosí ancora per molto prima o poi, protetta dal Fato o meno, Zeus l'avrebbe fatta uccidere, sempre che prima non decidesse di folgorarla lui stesso. Abbassó lo sguardo a terra e calció un sassolino
«La regina morirá» sollevó di scatto la testa in tempo per vedere una potente luce rossa squarciare il cielo e colpire la torre facendo crollare una parete delle mura e facendo rimbombare la terra sotto i piedi. La regina morirá ...sarebbe stata anche l'ora! Un gruppo di ninfe del vento comparve nella polvere sollevata dal crollo ed entró nella torre. Prima che andasse a sbattere contro la porta della stalla si fermó e l'aprí per poi entrarci. Lentamente si avvicinó al suo destriero, uno dei pochi non bianchi con gli occhi rossi come la maggior parte dei cavalli della regina: il vantaggio di essere il comandante... Sí avvicinó al suo cavallo dalla criniera di fuoco, il manto bruno come terra bruciata e gli occhi neri come l'inchiostro poi montó a cavallo e uscí al trotto sotto la pioggia, segno dell'ira di Zeus.
«Quindi ora che siamo soli mi racconterai la tua storia?»
«Cercheró di farla breve sperando di non crollare...»
«Ti ascolto e ti ascolteró»
«Allora da dove partire»
«Dall'inizio?» suggerí ridendo Xander
«Giá dall'inizio...spiritoso» Lya fece un respiro profondo e inizió a raccontare
«Vivevo con i miei genitori in quella casetta vicino al lago, in pratica la casa in cui sono stata inghiottita dal baule. Tempo dopo ci traferimmo in cittá e lí io conobbi Clara e i miei conobbero Beatrice e il marito, una coppia italiana fantastica» sorrise al ricordo «Le nostre due famiglie legarono molto e un triste giorno rimanemmo a casa con Beatrice mentre suo marito accompagnava i miei genitori da qualche parte, non ricordo» si grattó distrattamente la spalla nuda «Comunque...ebbero  un incidente mortale da cui si salvó solo il padre di Clara che scampó di poco alla morte che poi se lo prese piú avanti quando io oramai vivevo da loro. Mi hanno adottata sai?» Lya sorrise con le lacrime che iniziavano a pizzicare gli occhi, Xander la osservava e piano piano vedeva quanto potesse essere fragile quella ragazza che mentre continuava a raccontare si stringeva le ginocchia al petto e giocava con le due collane, quella fragile ragazza che sfidava gli altri e i pregiudizi sul ragazzo. Xander sospiró mentre Lya, dopo una breve pausa, riprese a raccontare «In tutto quel tempo ho continuato a trascinarmi nella mia vita cambiata drasticamente» Lya sospiró «Dimenticavo di introdurre un paio di personaggi. Steve, il mio ex, che all'epoca mi lasció poco prima che io apprendessi la notizia della morte dei miei, forse per evitare di venir trascinato a fondo da tanta angoscia...Mentre ero all'ospedale per sapere se sperare o meno» Lya inizió a singhiozzare e Xander andó nel panico. Lui e la parola consolare non andavano insieme a braccetto per le strade di Cupidian. Sbiancó mentre Lya singhiozzava piú forte.
«Emh susu non piangere» Lya prese un respiro profondo mentre calde lacrime le scivolavano sul viso. Xander era sempre piú nel pallone, il fallimento del suo misero tentativo lo aveva lasciato senza piani di riserva. Si avvicinó a lei e delicatamente le tolse le lacrime dalle guance con il pollice. Lya sobbalzó e lo guardó con gli occhi spalancati, lui si allontanó velocemente e si buttó sul suo letto invitandola a proseguire il racconto, Lya annuí ancora scossa dai ricordi poi proseguí
«All'ospedale conobbi un ragazzo, anche lui lí per una grave perdita...e per cosa sennó, che stupida...» stava per darsi una manata sulla fronte quando si ricordó del diadema e si fermó giusto in tempo
«Bhe ci conoscemmo e ci frequentammo a lungo quando lui sparí misteriosamente. A quel punto, anche se distrutta proseguí la mia vita. Clara fu un'amica piú che adatta, la sorella che non avevo. Per le vacanze scolastiche mi ritirai nella mia casetta al lago, lí scoprí che cinque ragazzi l'avevano abitata da tempo a mia insaputa e avevano addirittura conosciuto i miei genitori, a quanto pare i cinque ragazzi erano i principi fuggitivi di questo pianeta» Aveva giá la totalitá dell'attenzione di Xander, ma l'ultima affermazione lo fece quasi cadere dal letto per quanto si sporse verso di lei incredulo «La sera dopo emh...» Lya diventó rossa «No vabbé»
«Ora mi hai incuriosito, dimmi»
«Nooo»
«Sí»
«IoeRaphaelcisiamobaciati, no bhe mi ha baciato lui ma io ho ricambiato, no... cioé ...vabbé proseguiamo» Xander cadde dal letto e Lya rise di cuore «Poi sono stata rapita da un tizio che ho scoperto essere il ragazzo che mi aveva abbandonata» Xander tornó sul letto
«Quello dell'ospedale?» Lya annuí «E perché ti ha rapita?»
«Perché a quanto pare Joe é il capo dei soldati che la regina aveva messo alle calcagna dei principi»
«Tu mi vuoi ammazzare»
«No per questo evito punti imbarazzanti»
«No, allora racconti tutto»
«Bhe come dire...» Lya farguglió qualcosa che avrebbe dovuto essere un "Ci ho fatti l'amore". Xander a momenti collassava sul suo letto
«I principi hanno tentato di salvarmi, ma sono stati catturati e io mi sono risvegliata davanti a casa mia. Ho scoperto un messaggio dei miei genitori che, a quanto pare, non sono morti a causa di un banale incidente e una volta in soffitta sono stata inghiottita dal baule» disse tutto velocemente senza riprendere fiato per dare modo a Xander di parlare solo una volta che lei avesse finito. Poi tacque in attesa.
«Un attimo, credo di essere morto...ma che diamine é sta roba?!»
«La mia storia in breve» replicó offesa Lya mettendo un tenero broncio
«Oh sí bhe scusa» Xander si passó una mano tra i capelli a disagio «Ma é assurdo! Sai quanta genre avrebbe fatto carte false per avere due secondi in compagnia con i principi o il bel comandante e te che a quanto pare ci hai passato del tempo con tutti e sei lo dici cosí» e allargó le braccia «per la barba di Poseidone» Lya lo guardó confusa e Xander fece un cenno vago con la mano
«Non dirlo a delle ragazze, potrebbero ucciderti» Lya deglutí a vuoto
«Eh?»
«Eh giá»
Un boato e un'esplosione di luce rossa proveniente da olte la foresfa li interruppe costringendoli al silenzio mentre veniva fatto suonare lo strumento che segnalava il coprifuoco e l'invito ad andare a letto. Lya si mise sotto le coperte tirandosele sulla testa
«Te sei assurda» Xander la imitó e si mise anche lui sotto le coperte scure
«Shh é ora di dormire»
«Sei stata con Joe»
«Shhh»
«E con Raphael»
«Shhhh»
«Qualcun altro?»
«Shhhhh. Cosa? No!»
«Menomale»
«Domani costringiamo Ortica e Ortensia a darci delle risposte»
«L'idea mi piace, anche se l'hai usata come pretesto per cambiare argomento»
«Notte Xander»
«Notte Lya»
E mentre i due si salutavano Morfeo li colse.

Spazio autrice

Eccomi qui cari lettori. Vi giuro che all'inizio avevo pensato di mettere come titolo al capitolo "Luce rossa" solo che poi ho riletto la prima parte del capitolo e ho detto qui rischio di dover specificare il "non pensate male". Mi sa che dovrei evitare di pubblicare la sera tardi che poi nello spazio autrice vado fuori di testa.... Mi avevate chiesto che fine avessero fatto gli altri? Ecco qui il vostro desiderio esaudito, non chiedete troppo, non posso far finire prima la scuola né tanto meno migliorare le vostre medie scolastiche....ho problemi con la mia, figuriamoci! Basta sto delirando. Buona notte a tutti al prossimo capitolo.

Quando meno te lo aspettiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora