Cupidian

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Lya riemerse in un lago ghiacciato, mancó poco che affogasse,ma fortunatamente due ninfe che passavano da lí vicino l'avevano notata e tratta in salvo portandola in una sorta di taverna scavata in un albero immenso le cui stanze si districavano in altro fino alla cima del tronco e in basso in cunicoli sotterranei adibiti anche alla conservazione dei cibi, delle armi e della legna. Quella era la Taverna ??? ( N.A.momentaneamente non ho idee per il nome della taverna, ma se qualcuno ne vuole proporre uno accetto suggerimenti)

Lya ancora fradicia dalla testa ai piedi si sveglió su di un giaciglio di muschio e fiori, dei gridolini di gioia si alzarono quando lei cominció a muoversi

«Si é svegliata, si é svegliata»

«Peonia smettila di gridare»

«Avevo ragione, avevo ragione si é svegliata»

«Anche perché se avessi avuto torto questa ragazza non avrebbe mai piú riaperto gli occhi non dovevi darle il nettare delle ninfe» borbotto l'altra ragazza sbuffando rumorosamente.

«Anemone, Peonia avete raccolto l'acqua che vi avevo chiesto...oh e lei chi é?»

«Non lo sappiamo madre l'abbiamo trovata nel Lago di Luna, ma si sta svegliando grazie  me»

«Le ha dato il nettare delle ninfe!!»

«Peonia» ammoní la madre

«Brutta gorgone»

«Gorgone a me? Rimangiatelo o ti metto lo sterco di Pegaso sotto il cuscino»

«Non oseresti»

«Oso eccome» fulmini e saette brillavano tra le due ragazze mentre si insultavano a vicenda avvicinandosi sempre piú una all'altra fino a trovarsi fronte contro fronte

«Peonia, Anemone» le rimproveró la madre « avete trovato la fanciulla nel Lago di Luna e non avete nemmeno provveduto ad accendere il fuoco, divino Zeus» La figura entrata da poco nella stanza pose sul corpo di Lya un telo fatto di foglie e depose della legna sulle braci che si stavano spegnendo. Anemone si avvicinó alla madre e bisbiglió

«Aveva il ciondolo di Venere in mano e al collo portava una collana fatta con una piastrina dei soldati della regina» la donna annuí

«Quando te lo dico tu e le tue sorelle preparate le stanze delle terme sotterranee» Lya che aveva riaperto da poco gli occhi si guardava in giro, chiuse gli occhi cercando di capire se stesse sognando o meno e quando li riaprí si trovó faccia a faccia con una ragazza che scattó all'indietro e la salutó imbarazzata. Aveva la pelle verde chiaro e gli occhi colore del miele, un naso piccolo e delle labbra rosse. I lunghi capelli verde prato erano raccolti in una treccia dalla quale spuntavano dei boccioli che sembravano nascere proprio dai suoi capelli.

«Sono Peonia e tu come ti chiami?»

«Io sono Lya»

Una voce dalla stanza vicina fece scappare la ragazza

«Peonia non disturbare l'ospite»

Una donna con una enorme cesta piena di frutta entró nella stanza

«Peonia» l'ammoní mentre questa usceva correndo dalla stanza.

La donna aveva la pelle del colore della sabbia del deserto con dei lunghi capelli bianchi con sfumature azzurre e verdi tenuti legati in una coda bassa da un mollettone che sembrava la testa di una Venere acchiappa mosche (Dionea muscipula). Gli occhi di un blu intenso avevano uno sguardo materno e rassicurante

«Salve cara io sono Ortensia, mi spiace che Peonia ti abbia disturbato»

Lya ancora stupita scosse il capo

Quando meno te lo aspettiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora