Lya si sveglió la mattina con una strana felicitá addosso, si sollevó a sedere e vide Joe, ancora vestito a metá, intento a pulire una dellle tante armi che portava con sé. Quando lui la vide, le sorrise dolcemente al che Lya si ricordó della sera prima e di essere ancora nuda e prigioniera di quel letto, a tutti quei pensieri il suo viso avvampó. Trovó i vestiti accanto a sé e mentre li indossava il soldato si alzó, le venne incontro e l'abbracció. Lya si trovó nuovamente ad ascoltare quel cuore misteriosamente perduto e ritrovato. Quando si allontanó da lei, Lya sentí al suo collo il peso di una collana. Era una collana semplicissima: un filo di cuoio con una piastrina con inciso "Salvami che ti salveró"
«Ti piace?»
«É stupenda»
le accarezzó teneramente il collo passando delicatamente le dita sull'osso ancora scoperto della clavicola per poi risalire fino alla guancia. Quel gesto fece rabbrividire la ragazza che gli sorrise, il sorriso si spense lentamente quando, oltre la spalla del ragazzo, vide la faccia sconcertata e sconvolta di Raphael che aveva impugnato l'arma che prima stava pulendo Joe e la puntava contro la schiena dell'ignaro, cosí Lya abbracció Joe stupendolo e fece in modo di trovarsi lei sulla traiettoria dell'arma. A quel gesto Raphel sollevó le mani in segno di resa e fece cadere l'arma: due giorni prima aveva immaginato Lya accanto a sé in quell'aspra guerra ora lei gli voltava le spalle per abbracciare il nemico.
I cupidi non invecchiavano, ma si puó dire che Raphael sembrasse piú stanco, piú fiacco, era impallidito e, illuminato dalla luce dell'alba, si notavano le occhiaie profonde che gli cerchiavano quegli occhi disperati e rossi di pianto
«Perché mi fai questo?» sussurró tra un respiro affannato e l'altro, Lya non rispose ma si trovó triste come se avesse appena ucciso l'amico. Joe finalmente vide il principe fuggitivo e si gettó su di lui bloccandolo, dal corridoio altre grida si levarono:i cinque erano stati catturati. Una fitta al cuore colpí il soldato, sarebbe dovuto ripartire subito abbandonandola di nuovo.
In un susseguirsi di grida, ordini e imprecazioni Lya si trovó ignorata e lasciata in un angolo di quella che era stata la sua prigione per un giorno. Dozzine di corpi sbaraccavano freneticamente, portando all'esterno di quel capannone militare, cibo,armi e oggetti vari. Quando cominció a capire qualcosa si mosse alla ricerca di Joe, aveva una passima sensazione che le si era insinuata viscida nel cuore. Venne colpita alla testa e svenne nelle braccia di un soldato che la portó in braccio fino a casa sua per lasciarla ai piedi di un albero, dopo averla salutata con un leggero bacio sulla fronte lasció il giubbotto su di lei e come Petrarca tornó indietro a "passi tardi e lenti" rientrando poi nel fitto del bosco. Una distesa di pervinche fu il letto della ragazza durante quel sonno inquieto e forzato
Spazio autrice
Pensavate fossi morta eh? Invece sono ancora qua. Scusate il mio letargo ma ero priva di ispirazione spero che questo capitolo vi piaccia come piace a me :)
Farei gli augri a ANNYBRACCIA1 anche se con un po' di ritardo. Grazie tante per la spintarella altrimenti probabilmente il mio letargo sarebbe durato un secolo.
Se vi va mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate quindi votate o commentate.
Un bacio
P.S Per San Valentino con un poco di anticipo auguro tutto il meglio alle coppiette e ai single come me
(Menomale che esistono le mamme la mia a tutti i san valentino mi compra i Mon cherie *-* )
Ciaooo