Caccia al tesoro II parte

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Lya tremava dall'emozione mentre, inciampando un paio di volte sugli scalini, si dirigeva in soffitta.

Arrivata in cima alle scale ancora non credeva a quello che stava accadendo. La porta opponeva una strenua resistenza agli sforzi che Lya faceva per aprirla, dovette darle una bella spallata per smuoverla, l'uscio si aprí e lei cadde per terra, si rialzó pulendosi i vestiti dalla polvere. Si guardó intorno, era da molto che non andava in soffitta. I suoi genitori le avevano sempre detto che la scaletta per arrivarci era pericolante, erano addirittura arrivati a toglierla per impedirle di salire. Ora capiva, a distanza di anni, il perché di tutto quel mistero. Cinque brandine erano sparse nelle zone piú pulite della stanza, poteva pure intuire dallo stato d'ordine in cui era ciascuna di esse a chi appartenesse dei cinque fratelli. Una brandina era coperta da vestiti di ogni genere e il lenzuolo cadeva tristemente per terra

«Raphael» sussurró con un sorriso sulle labbra.

La brandina a fianco era l'esatto opposto, il letto era rifatto e non vi era una sola piega, il cuscino aveva pure gli angoli alzati e la cassa ai suoi piedi era aperta a mostrare i vestiti ripiegati con cura, Lya la chiuse per non far riempire di polvere tutti gli abiti

« Rob..» o almeno la pensava cosí, da subito il piú piccolo le era sembrato il piú tranquillo della combriccola, poteva essere anche Max...

Il suo sguardo vagó nella stanza e si accorse di un altro letto piuttosto ordinato con alcuni dei suoi libri appoggiati sopra

«Ok questo é Max..» le sembrava di conoscerli da sempre e un po' era vero. Le alte due brandine sembravano piuttosto anonime, ma le casse ai loro piedi non dicevano lo stesso. Una cassa era stata colorata vivacemente ed era stata riempita di adesivi o disegni, notó che anche il muro sopra quel letto era stato disegnato

«Matt..»

L'altra cassa aveva una foto attaccata all'interno del coperchio e numerosi post-it erano attaccati tutt'intorno. Erano i cinque ragazzi da piccoli con una donna e i genitori di Lya. La grafia minuta e ordinata di Tom aveva appuntato la data. Lya richiuse anche la sua cassa e notó che il ciondolo della madre che aveva in mano aveva iniziato a raffreddarsi e illuminarsi di luce propria. Il sole venne oscurato da delle nubi nere e la corrente saltó. Un pulviscolo luminoso si uní a creare due figure irridescenti che passarono accanto a Lya, erano i suoi genitori.
«Tesoro credo che qui andrá bene» la voce del padre la scosse
«Sí hai ragione, lo credo anche io» Lya si guardava intorno nel buio cercando le due figure che erano dietro di lei intente a sistemare qualcosa nel vecchio baule della nonna.

«Mamma, papá» Lya chiamava invano i due genitori scomparsi che continuavano a parlottare davanti al baule. Si avvicinó a loro e cercó di toccarli per sentire di nuovo il calore che le davano, ma mentre cercava di appoggiare la mano sulla spalla di quella figura che sembrava sua madre il pulviscolo si ritirava formando un vuoto intorno alla mano della ragazza che si riempiva nuovamente appena lei ritirava la mano. La luce si riaccese colpendo i suoi occhi oramai abituati al buio della stanza, le due figure erano scomparse. Lya, tremante, si avvicinó al baule dove aveva visto le due figure parlottare. Il baule era coperto di polvere, Lya ci soffió sopra, tossicchiando poi per la polvere che si era alzata. Riuscí, con un po' di fatica, a sollevare il coperchio che cigolando si mosse ricadendo all'indietro. Il ciondolo continuava a brillare mentre Lya frugava tra i vestiti alla ricerca di qualcosa, oramai sul pavimento era ammucchiata una grande quantitá di vestiti, Lya guardó sconsolata il fondo del baule, oramai vuoto. Inizió a piangere seduta sul mucchio di vestiti.

I suoi genitori le erano stati portati via, i suoi amici anche e pure lui anzi lui se ne era andato da solo, l'aveva abbandonata...di nuovo. Era tentata dal chiamare Clara, ma chi le avrebbe creduto, molto probabilmente si sarebbe messa a scherzare dicendole che stare sola in un luogo immerso nella natura non faceva bene al suo cervello. Sorrise a malincuore. Le mancava quella ragazza e pensare che tra poco meno di due mesi si sarebbero riviste le lasciava una strana sensazione addosso. Possibile che quando aveva bisogno di qualcuno non c'era mai nessuno a cui potesse raccontare le sue preoccupazioni, condividere il suo dolore.  No doveva riprendersi, non poteva continuare cosí. Si alzò pronta per ricominciare la ricerca quando la luce di casa saltó di nuovo.

« Dannato generatore» imprecó «mi sembrava strano che non ti fossi ancora ribellato pure te» la collana brillava ancora nel buio, Lya si asciugó le lacrime con il dorso della mano e per farsi coraggio si portó al naso il giubbotto di Joe che aveva ancora addosso, sapeva ancora di lui...sorrise e piano piano il suo sorriso fu assorbito dalle tenebre. Ora era sola, doveva salvare cinque piccoli principi e forse avrebbe sfidato la strega cattiva. Le sembrava di essere in uno dei suoi libri preferiti, quelli con avventura, mistero e amore. Solo che ora era lei a vivere l'avventura, svelare il mistero e assaporare le pene e le gioie dell'amore. Il ciondolo le cadde nel baule e mentre cercava di riprenderlo il fondo del baule si fece liquido e cominció a trascinarla dentro di sé. Lya cadde nel baule e il coperchio si rischiuse, rumorosamente, sopra di lei. In casa tornó la corrente e fuori il sole si fece largo tra le nubi e alcuni raggi filtrarono dalle finestre della casa oramai vuota.

Spazio autrice

Chiedo scusa, vi ho fatto aspettare questo capitolo per almeno un secolo... Chiedo venia D: perdonatemi, ma ero priva di idee. Spero che almeno il capitolo vi piaccia. Ci si sente al prossimo capitolo.

Ciao a tutti e buona domenica

Quando meno te lo aspettiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora