Di balli e consapevolezze

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Di balli e consapevolezze

Per quanto si possa essere stupidi a diciassette anni, Manuel non è così stupido da non capire che tutta quella storia del non provare attrazione per i maschi è solo una bugia.

È qualcosa che ha raccontato a Simone, ma che prima di tutto ha raccontato a sé stesso.

Per anni era sempre stato convinto di essere attratto dal sesso femminile. E basta.

Gli erano sempre piaciute solo ragazze - donne, se si considerava Alice - ed era stato rassicurante passare diciassette anni con quella convinzione, passare diciassette anni cullandosi in ciò che per tutti era la normalità.

Poi era arrivato Simone ed era cambiato tutto.

E Manuel, per tornare al fulcro della questione, non è così stupido da non capire che se lo aveva baciato la sera del suo compleanno, se gli aveva permesso di toccarlo, se aveva fatto l'amore con lui, evidentemente provava qualcosa. Era attratto da Simone, era inutile negarlo.

Razionalmente, Manuel questo lo sa bene.

Ma si tratta di sé stesso. Si tratta di mettere in dubbio qualcosa di sé che per anni ha dato per certo. E in quel caso, la razionalità va un po' a quel paese.

Quindi, nonostante razionalmente sappia bene che il suo rapporto con Simone è la prova lampante della sua evidente bisessualità, Manuel si rifiuta di ammetterlo.

Per mesi ha continuato a sostenere di essere etero, di provare attrazione solo per le donne, di non provare nulla per Simone. E Simone, forse con la mente e il cuore troppo offuscati dai sentimenti, gli ha creduto.

Così hanno cercato di dimenticare ciò che è successo tra loro, di sotterrarlo il più a fondo possibile, e hanno ripreso in mano le proprie vite come se tra loro non fosse mai accaduto nulla.

Sono tornati ad essere amici, a ignorare il peso sul cuore che entrambi sentono quando erano insieme, a ignorare i brividi sulla pelle quando si sfiorano anche solo per sbaglio.

Fino a quella sera.

È il compleanno di Monica, motivo per cui si trovano tutti accalcati in una specie di discoteca che, nonostante sia all'aperto, è talmente piena di gente che Manuel si sente soffocare.

Avrebbe volentieri fatto qualsiasi altra cosa pur di andare in quel posto, ma Monica ha insistito e lui non voleva essere l'unico del gruppo a dire di no.

Quindi ha tirato fuori dall'armadio qualcosa di più adatto delle sue solite canotte da basket e ha accettato, seppur con riluttanza, di passare la serata in quel posto.

A dire la verità non sta facendo niente di diverso da quello che avrebbe fatto in qualsiasi altro posto: si è appropriato di un divanetto a bordo piscina - abbastanza lontano dalla pista da ballo da non essere infastidito dalla musica alta, ma sufficientemente vicino da vedere le persone che si muovono tra la folla - e non si è mosso da lì.

Simone si è fatto trascinare da Laura a ballare un attimo prima, lasciandolo solo. Ma a Manuel non dispiace osservarlo ballare. Anzi, è una visione particolarmente gradevole, per quanto gli costi ammetterlo.

Quelli sono i momenti in cui si domanda se prima o poi supererà quel senso di inadeguatezza, quel disagio che prova ogni volta che pensa che Simone in realtà gli piace e non come amico.

Sa che non ha motivo di sentirsi a disagio, sa che non c'è nulla di male se gli piace un ragazzo. Sa anche - e di questo ne è assolutamente certo - che se confessasse ai suoi amici o a sua madre che prova qualcosa per un ragazzo, nessuno lo giudicherebbe.

I was blind before I met youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora