Di vigilie di Natale e lucchetti dell'amore
Simone odia i treni, le stazioni, i viaggi.
Anzi, no. In realtà odia solo i treni che lo riportano a casa, le stazioni in cui si ferma a controllare il tabellone per vedere se il treno ad alta velocità verso la sua città natale è in orario, i viaggi che lo riportano a Roma.
Tutti gli altri treni, diretti verso altre destinazioni, gli piacciono. Così come gli piacciono le stazioni in cui si reca per motivi che non hanno nulla a che fare con il tornare a casa, così come ama i viaggi che invece di riportarlo a Roma lo allontanano da quella città.
È Roma il problema. Ma più di tutto, il problema, è chi ha lasciato a Roma.
Quando ha deciso di trasferirsi a Milano per frequentare l'università, l'ha fatto senza guardarsi indietro. Ha cercato di mettere una pietra sopra al rapporto tra lui e Manuel, ai sentimenti che provava per lui.
Ricorda di aver fatto un ultimo passo, dopo gli esami di maturità, per cercare di capire se valesse la pena restare a Roma, restare accanto a Manuel. Era stato un ultimo disperato tentativo di capire se i suoi sentimenti fossero almeno lievemente corrisposti.
Gli aveva semplicemente detto tutto ciò che pensava e provava, senza pensarci troppo. E Manuel era rimasto in silenzio di fronte alla sua confessione.
Per Simone, quel silenzio, era valso più di mille parole.
Si era iscritto all'università, si era trasferito a Milano - in un minuscolo bilocale che condivideva con altri due coinquilini - e aveva iniziato la sua nuova vita. Senza Manuel.
Ogni volta in cui aveva fatto ritorno a Roma - per le vacanze di Natale, quelle di Pasqua o quelle estive - aveva cercato il più possibile di evitarlo. Stranamente era riuscito a farlo.
Il più grande non lo aveva mai cercato, né con messaggi o telefonate e né di persona. E a Simone andava bene così.
La consapevolezza che a Manuel importasse così poco di lui da non cercarlo nemmeno ovviamente lo aveva ferito. Ma, con il tempo, era giunto alla conclusione che evitarsi fosse la cosa migliore per entrambi.
Per Simone era l'assicurazione che sarebbe riuscito a restare distante da una persona che aveva intenzione di dimenticare. Per Manuel... Beh, Simone era convinto che nessuno avrebbe voluto passare del tempo con qualcuno innamorato di lui, con l'imbarazzo a pesare sopra ogni momento trascorso insieme.
Ma questa era solo la convinzione di Simone. Per Manuel, le cose in realtà erano un po' diverse, ma questo Simone non poteva saperlo.
Comunque, per tre anni e mezzo le cose erano andate bene.
Simone era riuscito a trascorrere le vacanze a Roma senza il rischio di incontrarlo e tutto era andato secondo i piani.
Ma ora tutto era destinato ad essere diverso.
Simone si è laureato circa un mese e mezzo prima, durante la sessione di novembre, e dopo parecchie notti insonni con il cervello arrovellato dai dubbi ha deciso di frequentare i successivi due anni di magistrale a Roma. Ha deciso di tornare a casa.
Sa perfettamente che tornare a casa comporterà riprendere in mano la vita che ha lasciato più di tre anni prima. Sa perfettamente che, per quanto Roma sia grande, si finisce sempre per incontrare qualche faccia conosciuta.
Sa perfettamente che non potrà continuare a nascondersi, né da Manuel e nemmeno da sé stesso e da ciò che purtroppo prova ancora per lui.
Ecco perché odia i treni, le stazioni e i viaggi che conducono a Roma. Che conducono a ciò che ha tentato di dimenticare senza successo.