Questione di scelte

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Questione di scelte

Simone è abbastanza giovane da non aver mai visto Dawson's Creek.

Sa cos'è, ovviamente, e sa in linea di massima di cosa parla. Ha anche visto qualche scena per caso, in una delle mille repliche fatte in televisione. Ma non lo ha mai guardato bene, dall'inizio alla fine, seguendo ogni puntata.

Se lo avesse fatto, quel momento gli risulterebbe fin troppo familiare.

Se lo avesse fatto, in quel momento - mentre fissa Manuel, con un occhio livido e qualche graffio sul viso, dormire accanto a lui - gli risuonerebbe nelle orecchie la voce della nonna di Jen che dice: "Capisci di amare veramente qualcuno quando puoi passare tutta la notte a guardarlo dormire."

Ma Simone non ha mai visto quella puntata di Dawson's Creek, quindi a quella frase non ci pensa.

Pensa che è semplicemente un ragazzo che si sente un po' confuso accanto al suo migliore amico. E per ora gli va bene così.

Perché se avesse visto quel telefilm, si ritroverebbe a pensare che evidentemente è innamorato di Manuel se rimane a fissarlo dormire per tutta la notte. E no, sarebbe troppo ammettere una cosa del genere.

Lui non è innamorato, è solo un po' confuso.

E il video che sta facendo a Manuel mentre dorme serve solo a permettergli di capire meglio quella confusione. Una versione tecnologica del pensatoio del professor Silente in Harry Potter, un modo per riguardare i propri ricordi e studiarli.

Niente di più.


***


Ripensare a quel video a distanza di mesi, un po' lo fa sorridere.

Con il tempo Simone ha preso piena consapevolezza di ciò che è e di ciò che vuole e ripensare a quando accanto a Manuel si sentiva semplicemente confuso e non riusciva a capire a pieno ciò che provava per lui, quasi lo diverte.

Anche se forse quando si sentiva semplicemente confuso, le cose erano più facili.

Capire i propri sentimenti per Manuel lo ha spinto ad agire. A baciarlo al museo, prima. Ad accettare i suoi baci confusi alla sua festa di compleanno, dopo.

Lo ha costretto anche ad accettare le sue parole arrabbiate e impaurite il giorno seguente a quella assurda notte trascorsa a scuola. Lo ha obbligato ad accettare le sue scuse dopo il suo incidente.

E così ora si sente di nuovo come il ragazzino confuso di qualche mese prima, anche se per motivi completamente differenti.

Non è più confuso su sé stesso, ma sul rapporto che lo lega a Manuel. Un rapporto quasi morboso, a volte, in cui nessuno dei due si sente al sicuro se l'altro è distante. Un rapporto che è ben lontano dall'essere definito semplicemente un'amicizia, ma che loro continuano a definire tale.

Simone non ne ha molti di amici, ma quei pochi che ha non si sono mai comportati come Manuel. Non si sono mai stabiliti a casa sua durante un periodo di convalescenza per assicurarsi che stesse bene, non hanno mai preteso di parlare con i suoi medici per sapere con esattezza come aiutarlo dopo l'incidente.

E non gli hanno mai chiesto una copia delle chiavi di casa per poter andare da lui nel caso ci fosse un'emergenza. Che poi Manuel, quelle chiavi, le usi per entrare e uscire da casa di Simone come se fosse casa sua anche quando non c'è un'emergenza è un altro discorso.

Un po' come in quel momento, mentre entra dalla porta di ingresso come se stesse entrando a casa sua e senza che Simone si aspettasse minimamente il suo arrivo.

I was blind before I met youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora