Angoli e spigoli

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Angoli e spigoli

Una giornata di merda. L'ennesima.

Ormai sono tutte giornate di merda, da almeno un mese. Da quando lui e Simone hanno litigato.

Manuel non ricorda nemmeno con esattezza da cosa fosse nata quella discussione, ma ricorda bene come si era conclusa.

Ricorda Simone che abbassa lo sguardo ferito, che cerca di nascondere gli occhi lucidi, che esce dall'appartamento di Manuel - che è diventato un po' l'appartamento di entrambi, in realtà - e che in un certo senso esce anche dalla sua vita.

Manuel non ha idea di come abbia fatto ad andare avanti con la sua vita in quel mese. Di come sia riuscito a conciliare le lezioni all'università e il lavoro con il suo pessimo umore.

In qualche strano modo, è riuscito a farlo. Ma la parte più dura arriva sempre la sera, quando torna in una casa vuota e non c'è nessuno ad aspettarlo.

Non che prima ci fosse sempre qualcuno, in fondo Simone non viveva con lui. Ma da quando Manuel era riuscito a permettersi l'affitto di quel bilocale, Simone aveva iniziato a passare parecchio tempo lì.

A un certo punto, quella casa era diventata anche sua. Era iniziato tutto con Manuel che gli faceva trovare uno spazzolino nel bicchiere sopra al lavandino e che comprava i suoi biscotti preferiti, era continuato con Simone che lasciava un pigiama sotto al cuscino. In un paio di mesi, Manuel aveva dovuto spostare i suoi vestiti sul lato destro dell'armadio per fare spazio a quelli di Simone.

Non vivevano insieme, ma in fin dei conti era come se fosse così.

Simone passava almeno quattro sere a settimana da lui e spesso, quando Manuel rientrava dopo il lavoro o dopo un esame all'università, lo trovava intento a preparargli la cena.

Nell'ultimo mese però, in quella casa non c'era più stato nessuno a parte lui.

Manuel si accascia sul divano. Non ha voglia di mangiare, né di dormire.

Non ha voglia di niente.

Vorrebbe solo avere Simone al suo fianco, a farlo sentire di nuovo completo. Vorrebbe sentire la sua testa che si posa sulla sua spalla mentre guardano un film, le mani che si sfiorano e le gambe che si intrecciano sotto le lenzuola. Vorrebbe di nuovo sentire quello che per lui, almeno fino a un mese prima, è sempre stato un incastro perfetto tra due corpi così simili che riescono comunque a completarsi. Vorrebbe di nuovo provare la sensazione di amare e sentirsi amato a sua volta.

E invece non c'è amore e non ci sono incastri.

E lui si sente come un pezzo di puzzle solitario, che è stato smarrito chissà dove e che non riesce più a trovare il suo posto.

Ironico poi paragonarsi da solo a un pezzo di puzzle smarrito, quando è stato proprio lui durante quella discussione a dire a Simone che forse non si completavano poi così tanto come credevano.

E tutto perché Simone stava raccontando entusiasta qualcosa che aveva imparato nell'ultima lezione di analisi matematica e Manuel, stressato dopo una giornata di lavoro che non era stata delle migliori e con un esame da preparare, non gli aveva dato ascolto. Quando Simone se n'era accorto e si era scusato per aver parlato per mezz'ora di un argomento che probabilmente Manuel nemmeno capiva, il più grande gli aveva risposto che in effetti non solo non capiva ma non era nemmeno interessato all'argomento.

E da lì era venuta fuori un'assurda discussione su quanto fossero incompatibili. O meglio, Manuel aveva discusso mentre Simone lo aveva ascoltato in silenzio.

Poi, quando Manuel aveva smesso di parlare, si era limitato ad andarsene senza dire nulla.

E Manuel era rimasto solo, con il peso delle sue stesse parole sulle spalle.

I was blind before I met youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora