12. Tatiana

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Mentre aspetto che l'autobus arrivi, chiamo mia madre per dirle che sto bene e che tornerò a casa tra circa mezz'ora. Mi chiedo perché non abbia accettato il passaggio di Blake. Mi aveva detto che non gli avrei fatto fare tardi e che la cena con la sua ragazza era alle nove. Forse è solo una questione di

abitudini. Prendo gli autobus da quando facevo la prima media e non perché mia madre non ha una macchina e non mi può portare dove voglio ma semplicemente, perché ha altri due figli a cui

badare e altre esigenze a cui prestare attenzione oltre alle mie.

Ad esempio adesso è andata a portare Pete a casa di un suo amico per un pigiama party.

«Taty, tutto bene?», esordisce mia madre al telefono.

«Sì mamma, ascolta, ti volevo dire che nel giro di mezz'ora di sarò a casa.»

«Io sto portando Pete da Jackson, quindi ci metterò un pochino. Hai le chiavi, quindi non ci sarà nessun problema. Ah e ti ho lasciato la cena accanto al frigo da riscaldare. In ogni caso dovrebbe esserci Tom a casa». Dopo aver chiuso la chiamata, controllo l'orologio e mi accorgo di essere arrivata con un quarto d'ora di anticipo.

«Serve un passaggio, signorina?», Santissima Madre Perla, che ci fa Dan qui davanti a me? Mi ero ripromessa di non parlare più con quel ragazzo arrogante e viziato.

«Che ci fai qui? Non hai la tua carrozza?»

«Finiscila con questa storia», ribatte con fare arrogante, come lui d'altronde.

«Devi prendere l'autobus?» gli chiedo, anche se mi sembra strano.

«Ho la macchina e credo che tu sia arrivata in largo anticipo. Perciò potrei darti un passaggio... Se ti va...», ma che accidenti vuole da me?

«Mi dispiace, mamma mi ha detto di non parlare con gli sconosciuti», gli dico per prenderlo in giro.

«Okay Tatiana, allora seguimi», non insisto e lo seguo fino alla sua macchina.

***

«Non hai una ragazza?», gli domando per rompere il ghiaccio mentre siamo in macchina. «Giugno, luglio com'è che si chiamava?»

«April, si chiama April... Sei davvero spiritosa», non serve che me lo dica lui, è un dato di fatto.

«Come pensi reagirebbe se scoprisse che hai pregato una ragazza conosciuta meno di una settimana fa di farla salire sulla tua auto?», ci mette un po' a rispondere. «Vedi, le cose tra noi non vanno più come prima. Onestamente non so neanche se mi importa più», tutta questa situazione è strana. È strano che Dan abbia insistito per riportarmi a casa dopo avermi detto che mi vesto da troia, ed è ancora più strano il fatto che mi stia raccontando della sua relazione in crisi che è arrivata alla frutta.

Ringrazio Dan per il passaggio e appena scendo dalla

macchina, mi metto a correre, nella speranza che Tom non mi abbia visto in macchina con lui. Mi darebbe fastidio se cominciasse a pensare che ci stia provando con Dan, cosa neanche vera.

The Closeness 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora