19. Tatiana

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Prima di andare a lavoro, mia madre mi ha dato uno strappo fino al centro commerciale per portarmi da Dan. Tralasciando l'interrogatorio che mi ha fatto, spera che possa divertirmi e vuole assolutamente conoscerlo. Ho cercato di dirle che probabilmente non si sarebbe persa niente, ma lei ha continuato ad insistere.

«Ciao mamma, ci vediamo dopo», chiudo lo sportello alle mie spalle e mi avvio verso l'entrata. Fa così caldo, che accelero il passo per riuscire a sentire l'aria condizionata davanti all'ingresso.

Dan dovrebbe essere qui a momenti, così vado al bar e ordino un caramel macchiato. Mentre una cameriera porta quello che avevo ordinato al mio tavolo, intravedo Dan all'entrata. «Prendi qualcosa?», domanda la ragazza a Dan. «No, grazie», risponde cortesemente. «Da quanto sei qui?», mi chiede. «Sono arrivata poco fa.»

«Sai ci avevo messo un po' ad arrivare, perché c'era parecchio traffico, ma adesso sono qui», sospira. C'è un po' di silenzio imbarazzante perché nessuno dei due sa cosa dire. Magari lo sto facendo sentire in imbarazzo, però non so da dove cominciare.

«Hai mai avuto una ragazza?», potevo fargli un'altra domanda. Fa niente, ormai è troppo tardi per rimangiarmelo. «Solo una in terza media. E tu? Cioè hai mai avuto un ragazzo? Be' che domanda scontata...», mi ha appena fatto involontariamente un complimento e mi ha anche strappato un sorriso.

Gli racconto un aneddoto imbarazzante sulla mia prima relazione, facendolo anche ridere e quando arriva la cameriera per darci il conto, Dan insiste per pagare. Infine gliela do vinta e gli lascio pagare il mio caramel macchiato.

«Ti andrebbe di cenare da me questa sera?», mi chiede Dan. Forse è un passo più lungo della gamba, alla fine stiamo solo uscendo assieme da amici, sarebbe un po' eccessivo. «Non ti sembra un po'...», provo a fargli capire, «invadente? Stai tranquilla, ai miei non crea nessun problema», perfetto, ha capito tutt'altra cosa.

Non credo di aver altra scelta e inoltre, non so come mai, non riesco a dirgli di no. Forse ci tiene a presentarmi la sua famiglia, non posso certo rispondergli con un no secco.

Impieghiamo un paio di minuti ad arrivare a casa sua e tutte le aspettative che mi ero fatta circa la sua abitazione e tutto il resto, svaniscono. Allora non è ricco sfondato come avevo insinuato alla festa del cugino di Blake. Forse è la prima impressione che dà, il suo tono strafottente e arrogante oppure i suoi giudizi affrettati. È tipico di quella gente giudicare un libro dalla copertina, come Raphael. Le persone come lui fanno così. Spero che Dan sia diverso, che non sia come loro.

I genitori di Dan non sono ancora tornati dal lavoro, perciò io e Dan stiamo in salotto e scegliamo un film da guardare. «Che film ti piacciono?» mi chiede. «Sono una ragazza molto romantica, quindi vado sul genere sentimentale.»

Mentre cerchiamo un film, il mio cellulare squilla. Lo giro e leggo sul display Jim. Dannazione! Proprio
adesso doveva chiamarmi?

«Ciao Jim» rispondo con tono rilassante. «Ciao tesoro, domani torno a casa. È stato davvero un bel viaggio, mi serviva, sai?», fa una pausa e poi riprende subito: «sono al centro commerciale e avevo intenzione di... sai, prenderti un pensierino», Dan ha la testa appoggiata alla mia spalla, quindi sente tutto quello che Jim dice dall'altra parte. «Pensavo una maglietta... oppure qualcosa nel reparto intimo», divento subito rossa come un peperone dall'imbarazzo.

«Credo meglio una maglietta. Scegli tu, alla fine è il gesto che conta», taglio corto prima che Dan mi tartassi di domande.

Dopo aver chiuso la chiamata, Dan mi fissa per qualche secondo e poi comincia con le domande. «Chi è Jim?», come immaginavo. «Un mio amico», gli rispondo. «A me sembrava qualcosa di più... di un semplice amico.» «No, stai tranquillo. Siamo soltanto molto in confidenza», spero che questa risposta gli basti per non destare sospetti. Cambiamo argomento e fa partire il film che ho scelto.

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