Skin to Bone [Bang Chan]

8. until the sun

Il resto della giornata fu a dir poco tragica: i nostri genitori passarono il pomeriggio in piscina, chiacchierando di cose futili, mentre Chan rimorchiò con successo una ragazza dai capelli rossi Giusto, il mio migliore amico aveva un debole per le rosse. Storsi il naso a quel pensiero: i miei capelli erano di un castano topo, troppo ricci e ribelli per poter essere controllati. Come potevo competere?

Crogiolarmi nello sconforto - a quel punto - su un lettino troppo scomodo e una copia de "Il duca e io" tra le mani pareva una buona cosa. Ma più passava il tempo, e più il mio umore crollava come castelli di sabbia costruiti male. Alzai lo sguardo diverse volte, dal mio libro, nella speranza di vedere la testa blu del mio migliore amico spiccare tra le altre, ma Chan non sarebbe tornato. Probabilmente in quel momento stava raccontando alla fortunata di turno dei suoi fumetti, della sua passione per la musica e dei suoi stratosferici addominali. E che addominali, aggiungerei.

''Ophelia, noi andiamo a fare un aperitivo. Non cacciarti nei guai'' lo sguardo di Maryse, la mia fantastica mamma, mi inchiodò sul posto. La mia sbronza mattutina bruciava ancora, come una ferita fresca. Ovviamente i miei genitori non avevano apprezzato il mio comportamento. ''Resterò qui a leggere il mio libro come la sfigata che sono'' sorrisi, alzando il romanzo e schiacciandole un occhiolino. La mamma scosse la testa sconsolata, e seguì Jessica verso l'uscita della piscina.

A quel punto erano le sette di sera, e la cena si stava avvicinando. Se Chan non fosse tornato prima di scendere dallo yatch, sarei impazzita.

E così finalmente me n'ero resa conto. Chan, il mio migliore amico da quando eravamo in fasce, mi piaceva più di quanto fosse lecito.