Skin to Bone [Bang Chan]

11. daydream

A pancia piena, e con gli occhi sbarrati nel buio, mi resi conto che sarebbe stata un'ardua impresa per me andare avanti. Dovevo scegliere: struggermi per il mio migliore amico, sperando che mi notasse, o andare avanti e dimenticarmi del mio amore per lui?

Nessuna delle due opzioni riusciva a convincermi.

Sbuffando mi scostai le coperte di dosso, e mi alzai per aprire la vetrata che dava sul balcone. C'erano una miriade di stelle, la luna tonda e brillante se ne stava ferma a guardarmi, e il venticello freddo della notte mi solleticava la pelle. Se pensavo al fatto che Chan era soltanto al balcone di fianco al mio, mi tremavano le viscere. Sistemai la sedia a sdraio sul terrazzo, e rimasi lì a guardarmi intorno sperando che il tempo si fermasse. O almeno che mi aiutasse a decidere cosa fare. Ma neanche il tempo di rilassare il collo sulla sdraio, che la vetrata del balcone di fianco si aprì. Ed io andai in panico.

''Ophelia?''

La sua voce calda e sorpresa mi avvolse come una coperta, e per qualche secondo dopo averla udita non ebbi più freddo. ''Ancora sveglio?'' domandai, costringendomi a non guardarlo. In risposta Chan sussurrò ''Non riesco a dormire''. Chissà perché, avrei voluto aggiungere. Forse ce l'aveva con me perché mi ero irrigidita con lui improvvisamente, senza dare cenni di tentennamenti. Ma io ero fatta così: non potevi mai sapere quale sarebbe stata la mia prossima mossa.

''E tu?'' rigirò la domanda. ''Ho troppo caldo'' mentii. Se gli avessi detto che non dormivo perché lui era sempre nei miei pensieri, non ci avrebbe messo molto a fare due più due. E addio alla nostra amicizia.