Capitolo 7

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Y/N'S POV:


Sono arrivata presto in ufficio questo lunedì. Ero ansiosa di sapere se Namjoon si sarebbe fatto vivo oggi. Temevo che stesse ancora male, ma evidentemente ieri ha avuto il tempo per riprendersi ed è già al lavoro. E a quanto pare è qui dall'alba. Scruto la sua immagine dalla finestra divisoria.

Si direbbe in splendida forma anche. Si direbbe cattivo come sempre, ora che ci penso, osservando il suo sopraciglio nero.

È al telefono con qualcuno, e ha un'aria parecchio seccata. Non invidio per niente il suo interlocutore.

«Y/n!» tuona infine sbattendo la cornetta. «Invece di spiarmi vedi di renderti utile!»

Ah, a quanto pare è stra-guarito.

«Non ti stavo spiando» dico a voce bassa, alzandomi dalla sedia e affacciandomi alla sua porta. Non ho molta voglia di entrare nella tana del lupo, ma a quanto pare sono costretta.

«Guarda che vedo la tua immagine riflessa anche se sono con la schiena voltata, quindi non raccontarmi frottole. Sto meglio comunque, grazie per non averlo chiesto.» Sorriso odioso.

E come si fa a chiedere una cosa del genere ad un cretino simile? Decido di non abboccare alla provocazione.

«Cosa posso fare per te?» domando in maniera molto innocente. «Per iniziare ho bisogno quanto prima dei bilanci a cui state lavorando, mi servono le previsioni per i prossimi tre anni e mi servono per ieri» dice rimettendosi a sedere con grande agilità.

Come se questa fosse una novità, tutto qui è da fare ieri.

«Muoversi!» mi intima agitando la mano nella mia direzione.

Perché mai sono venuta sabato a dargli da mangiare! Magari, se non avessi suonato alla sua porta non si sarebbe svegliato, non avrebbe mangiato e non avrebbe preso le medicine, magari oggi sarebbe ancora costretto a starsene a casa a curare la sua malattia... che sbaglio che ho fatto!

Mi alzo dalla sedia su cui mi ero timidamente appoggiata solo un secondo prima e faccio un passo quando mi richiama di nuovo.

«Y/n!»

Non sono mica un cane! La mia espressione non deve essere delle più simpatiche in questo momento.

«Sì?» dico acida.

«Dimenticavo, ho una buona notizia per te.»

«Ti trasferiscono?» dico e quasi sorrido all'idea.

«Non sognare cose impossibili ad occhi aperti» mi risponde per niente colpito da quello a cui stavo pensando. «Nuovo viaggio di lavoro, andiamo a New York. Partiamo mercoledì. E questa volta camere separate» mi dice serio, anche se cerca di nascondere un mezzo sorriso.

«E io che pensavo che ti piacesse tanto la mia compagnia notturna...» lo stuzzico, ma ormai non lo sento nemmeno. Tutto quello a cui riesco a pensare è che vado a New York! Io vado nella grande mela! Beh, sì, peccato che ci vada con lui... ma in fondo cosa importa? Posso sempre seminarlo.

«Decido di non rispondere a questa provocazione, se posso.» Ma ormai non m'importa niente delle sue risposte. Faccia quello che vuole.

«Non mi stai ascoltando affatto, vero?» mi dice.

«Se proprio vuoi saperlo, no.» Sorrido soddisfatta.

«Bene, allora vedi di tornare alla tua scrivania, perché deve essere tutto pronto prima del nostro viaggio.»

ℂ𝕠𝕞𝕖 𝕀𝕟𝕔𝕚𝕒𝕞𝕡𝕒𝕣𝕖 ℕ𝕖𝕝 ℙ𝕣𝕚𝕟𝕔𝕚𝕡𝕖 𝔸𝕫𝕫𝕦𝕣𝕣𝕠 {Nam x Reader}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora