You talk of the pain like it's
all alright but I know that
you feel like a piece of
you's dead insidе×
×
×-È la prima volta che vado a visitare l'ufficio di un'altra squadra.- commenta Jing non appena scende dal treno con Lia.
-È per questo che Steven ti ha mandato qui?-
-Si, crede che sarà un'esperienza.-
-Staremo lì per massimo un'ora.- fa stranita.
-Forse voleva solo che mi togliessi dai piedi.- alza le spalle.
-La prossima volta parlo io con t'ho fratello.- scuote la testa divertita dalla sua ipotesi.
Jing è molto vivace, in mancanza di qualcuno come Lia, che è capace di lavorare e di darle da fare, non farebbe altro che cercare compagnia e disturbare gli altri, ha dovuto far si che venisse tenuta d'occhio quando è partita per il ritiro in Argentina.
-Uh che bello, visito una città che non sia Milano.-
-Emozionante, vero?- sorride.
-Più o meno, vedrò solo un ufficio ma sempre meglio di niente. Spero che Steven mi porti in un bel posto quest'estate.-
-Lo farà.- ma non può certo dirle che le ha chiesto un consiglio su dove portarla.
-Tu hai già qualche piano?-
-No, devo seguire l'Argentina ai mondiali.- spiega.
-Oh giusto.- mormora. -Dove lo prendiamo il taxi?-
-Qui. Laggiù ne è già arrivato uno, muoviamoci prima che ci salga qualche altro.-
E così riescono a prendere quello ed arrivano fino allo stadio, lo osservano per un po' di tempo: non ci erano mai entrare prima d'ora per qualcosa che non riguardasse una partita.
-Salve, sono Natalia Zanetti, sono qui per risolvere il problema della documentazione di un giocatore.- dice alla segretaria che sorride cordialmente e la invita poi a salire ad un certo piano e parlarne direttamente con chi di competenza. Ringrazio per la disponibilità e prende l'ascensore.
-Non avevo tenuto in considerazione che a San Siro siamo più informali perché ci conosciamo, adesso sento che devo comportarmi bene.- sussurra la minore.
-Dovresti farlo anche quando siamo a casa.- si sistema la mascherina.
-Ma lì sono tutti nostri amici.-
Lia scuote la testa e sorride, anche se non può essere vista. Quando sente il "bing", si prepara ad uscire e subito, dopo aver voltato l'angolo, trova la persona che le è stata descritta. Parlano del problema subentrato e si sente anche in dovere di scusarsi, iniziando a guardare insieme i fogli e tutto ciò che manca.
-Mi servirebbe la delega che le hanno mandato per poter firmare.- dice cortesemente l'uomo e lei gliela porge. -Ok, le prendo le copie ufficiali, stampiamo quel che ci hanno inviato e firmiamo come d'accordo. Intanto potete accomodarvi.-
-Grazie.- fa Jing che va a sedersi per prima, mentre l'altra rimane in piedi ed incrocia le braccia al petto. -Si deve aspettare tanto?-
-Non lo so, ma immagino che anche loro abbiano del lavoro da svolgere.-
-Anzi, è tutto calmo.- osserva.
-
-Hey Paulito, cos'è tutta questa fretta?- domanda Alvaro mentre si veste.
-Devo raggiungere l'ufficio.-
-È per la questione della documentazione mai arrivata?- domanda Chiellini.
-Si.-
-Non se ne sarebbe dovuta occupare la tua ragazza?- domanda allora Danilo.
-Se ne sta occupando lei, sarà già qui.- indossa velocemente la maglietta.
-La stai raggiungendo per tenerle compagnia? Che carino che sei.- scherza Manuel Locatelli.
-Vai, prima che se ne vada lei.- ride Giorgio.
Non se lo fa ripetere due volte e corre fuori dalla porta, prendendo l'ascensore ed indossando la mascherina.
-Mi scusi, oggi sarebbe dovuta venire una ragazza per la compilazione dei moduli mancanti.-
-Si, sono due signorine. Sono già qui.-
-Saprebbe dirmi dove sono?-
-Sono nella sala d'attesa in fondo al corridoio.-
-Grazie.-
Respira profondamente e cammina verso la strada che gli è stata disignata e, quando si trova ad un passo, riesce a sentire la voce di Natalia e quella che sembra essere Jing.
-Hey, che bella visita.- sorride Jing, facendo così voltare anche la maggiore che, non appena incontra gli occhi del numero 10, sorride leggermente anche se non si può vedere chiaramente data la mascherina.
-Ciao.- saluta lei, avvicinandosi per i due classici baci e lo stesso fa anche Jing.
-Aspettate qui da molto?-
-Io ho un criterio di tempo molto diverso da quello comune, per me 5 minuti sono già troppi.-
-Aka no.- risponde l'altra, brandendo il cellulare dalla tasca quando lo sente vibrare. -Scusate.-
Si allontana un attimo per rispondere ad un'importante telefonata ed i due restano da soli, ne approfittano per parlare un po'.
-Devi firmare anche tu questi fogli?- domanda Jing.
-A dire il vero, no.-
-E allora perché sei stato chiamato qui?- piega leggermente la testa.
-Non sono stato chiamato.-
-Oh.- realizza solo dopo. -Oooohh, sei qui per lei.-
-Già, possiamo dire così.-
-Ci tieni parecchio a lei, eh?-
-Tantissimo, resterà sempre una parte integrante della mia vita.- e questo fa sorridere la ragazza.
-Lei non ha mai l'opportunità di parlarmi di certe cose ultimamente dato il carico di lavoro, ma anche per lei sarà sicuramente così.-
-Mi dispiace aver causato tanti casini.-
-Ormai è acqua passata, ha anche chiarito con Caleb qualche giorno fa. È come se non fosse successo niente.- tenta di rassicurarlo.
-Menomale, quindi alla fine l'ha fatto.-
-E dobbiamo ringraziare te, ci hai salvato da una tempesta.- ride.
-Una tempesta?-
-Quando Lia si arrabbia sono tutti di cattivo umore.-
-È vero.- si rende conto che è sempre stato così anche per lui, è come se tutti seguissero il suo stesso filone di vita. -Per il resto come vanno le cose?-
-Tutto bene, stiamo tutti bene. Tu invece?-
-Va tutto bene.- deve ammettere a sé stesso che non è proprio così, ma non può dire nulla adesso. -Ce l'ha almeno il tempo di riposare?- domanda poi e lei capisce subito cosa vuole dirle.
-Non è che io sia con lei a casa sua, ma se me lo chiedi è perché si vede che è un po' stanca.-
-No, in realtà non si vede. Ma so che si carica sempre di lavoro, pensavo che le fosse passata con il tempo, ma in Argentina mi sono reso conto che è rimasta sempre la stessa di sempre.-
-Difficilmente cambia le sue abitudini, non so se sia un bene o male dato che sembra essere piena di pensieri.-
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Una vita non basta // Paulo Dybala
Fanfic"Una vita non basta, non per viverti come vorrei" Sono parole perse tra le stelle, parole pesanti, piene di significati. Lia non si sarebbe mai aspettata di riavvolgere il nastro, di fare un passo indietro per capire cosa aveva lasciato indietro e c...