Lo specchio

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Per viaggiare lontano,
non c'è miglior nave di un libro.
Emily Dickinson

Kalea
🌙

Non si era mai amata per quello che era. Non le piaceva il suo viso, i suoi piccoli occhi marroni coperti dagli occhiali leopardati, odiava il modo in cui sorrideva, soprattutto il modo in cui rideva. La sua risata spontanea si sentiva a chilometri di distanza ed è sempre stata costretta ad attutirla con una mano davanti alla bocca. Detestava le sue spalle larghe, le sue braccia, le sue mani ma soprattutto le sue dita, il suo seno, la sua pancia e i suoi fianchi larghi. Odiava le sue cosce, i suoi piedi grandi e la sua carnagione nordica. Ma più di tutto odiava dover sempre pensare al suo aspetto fisico, a come dovesse presentarsi, a non dover apparire troppo trascurata o troppo provocante. A volte, pensava, che pensasse troppo. La sua vita era composta solo da piccoli gesti, a cui ripensava continuamente. Non c'era una volta in cui la sua mente fosse libera da ogni pensiero, non era mai libera di godersi il momento. D'altronde non era mai possibile, passava la maggior parte delle giornate a pensare come rendere felici le persone, a lei più care. Non aveva tempo per se stessa, ma ce lo aveva sempre per gli altri. Si dedicava completamente a loro, gli affidò tutto il suo amore fino a prosciugarsi. Si stava lentamente consumando ma non se ne rendeva conto, perché aveva scelto di rendere felici le persone a discapito della sua stessa felicità. Sapeva che nessuno avrebbe mosso un dito per lei, si era resa conto che le persone ne approfittavano. Approfittarono di quel suo sorriso, della sua felicità e del suo amore che regala a chiunque, di quei momenti in cui si lasciava andare facendo cavolate, come mettersi uno scolapasta in testa in videochiamata per alleggerire la tensione che si era creata.

Si era già data per vinta, non poteva parlare con nessuno di quello che le succedeva, perché nessuno avrebbe capito. Si nascondeva dietro quel suo atteggiamento felice e quel sorriso per non essere un peso per gli altri, perché nessuno sarebbe stato capace di sollevare quel peso per lei.

Kalea, aveva accettato di dover fare tutto da sé e si trasportava quel peso ad ogni saluto, ogni sorriso, ogni gesto. Era vista come una ragazza spensierata, e sempre felice, quando in realtà era la più rotta di tutte.

Non l'avrebbe mai ammesso però, neanche quando si ritrova da sola, nuda, davanti allo specchio prima di fare la doccia, nemmeno quando a fine giornata nel suo letto, al buio, si metteva a piangere. E faceva di tutto pur di non affrontare quello che le passava per la testa, per non pensare ai suoi sentimenti, si nascondeva dietro un libro, e come tutte le cose che faceva con passione, ci si buttava a capofitto riuscendo ad allontanare la sua realtà ed entrando in un universo completamente diverso. Quelle storie, quei personaggi con cui simpatizzava erano l'unico modo per estraniarsi da tutto e da tutti. A volte ci parlava anche con loro, e se all'inizio pensava di essere ridicola, in seguito capì che era l'unico modo per allontanare il proprio dolore e simpatizzando con quello dei suoi personaggi. Leggere per lei era la sua unica distrazione, per quelle ore non conosceva nient'altro che mondi incantati che accoglievano creature magiche quanto mostruose o mondi distrutti dal male in cui solamente i protagonisti potevano riportare la pace. Era il suo attimo di sollievo, in cui i suoi amici non si approfittano di lei, la sua famiglia non era divisa e distrutta e i soldi non erano un problema.

Beh, lo erano per quanto riguardava comprare i libri, per questo ogni volta che ne riceveva, un po' erano messi da parte per le avventure che aveva accuratamente scelto. Per questo ogni volta che i suoi amici la invitano alle feste, lei rifiuta la maggior parte delle volte per stare a casa con un buon libro, coperta da un pile caldo. Kalea non può permettersi di perdere il suo attimo di libertà ad ogni costo, quindi se verrà considerata un topo da biblioteca e non una adolescente normale, secondo sua madre, perché non è l'anima della festa, non se la prende.

Perché non possono capire come lei si sente leggendo un libro e non lo rivelerà mai perché è il suo piccolo segreto.

...

Io, Kalea Richards, sono una adolescente normale. Sono normale, ho solo un passato difficile. D'altronde oggi chi è che se la passa a gonfie e vele?

La sua famiglia era spezzata da tempo, e già a 5 anni se ne era resa conto. Suo padre, Arthur Richards, era sempre via per lavoro, dopotutto essere l'allenatore della squadra di hockey migliore di Chicago lo teneva spesso lontano da casa.

Ma ehi, non posso incolparlo per aver seguito il suo sogno, no? Forse avrei voluto che assistesse alle mie recite più spesso, o che facesse finta di essere interessato alle mie mostre d'arte qualche volta. Ma forse sono io quella sbagliata.

La madre, Leyla Collins, invece aveva un problema, spendeva troppo. Viveva come se possedesse il quadruplo del denaro che aveva, ma non era colpa sua. Arthur, d'altro canto, quando le spese di Leyla erano ancora ristrette, anche se un po' fuori norma, non le disse nulla. L'amava troppo per poterle dire che non avrebbe dovuto spendere così tanto, perché di lì a breve sarebbe stato sostituito.

Tanto finché era una borsa di Chanel in più, cosa sarebbe mai successo?

I primi litigi, però, arrivarono presto. Lui non si sarebbe mai aspettato una fine del genere, come neanche lei. Era un problema, un suo disturbo, peccato che se ne resero conto, entrambi, troppo tardi.





Ok, ciao a tutti, sono saskia e questa storia era nelle bozze da molto, molto tempo. Credo sia l'ora che qualcuno, chiunque la legga. Anche per prenderla in giro; anche per criticarla pesantemente. Non importa. Il fatto che abbia deciso di pubblicarla in principio è gia un grande passo per me.

Chiunque stia leggendo, ti ringrazio e spero che la storia di Kalea possa appassionarti, se invece nessuno (queste sono le mie battutone molto fini, quindi visto il tipo di persona che sono non critico se non leggete questo punto) sta leggendo, beh continuerò fino a completarla perché ho preso un impegno e non posso lasciarlo non finito :/

A presto,
Saskia

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