Basta un messaggio

9 0 0
                                    

Dovrebbe essere solo una voce, eppure è molto di più. 
Dovrebbe essere come un lontano sussurro, invece mi colpisce in pieno.
Dovrebbe essere solo una voce, è quello che mi ripeto,
costantemente,
ad ogni ora del giorno,
mattina o sera, non fa differenza.
Dovrebbe essere solo una voce,  invece è un urlo in faccia.
Che giudica ogni mio gesto,
ogni mio discorso.
E so,
so,
So che devo sopprimerla,
ma è più forte di me.
Saskia Crisconio


Kai

🧠

"Sono Kai, ho delle domande.." No, non va bene, non l'ho nemmeno salutata.
"Ciao, sono Kai, mi hai lasciato il numero, ricordi?" Certo che se lo ricorda, scemo.
Cancello di nuovo il messaggio.

Perché mi è così difficile iniziare una conversazione?

Ero così disinvolto una volta. Tutto mi riusciva semplice, senza dover ripensarci ogni due secondi, senza dover essere sempre incerto su cosa dire, cosa fare. Ero così sicuro di quello che facevo, di quello che usciva dalla mia bocca. Ora invece, tutto quello che faccio mi sembra sbagliato, anzi le mie mosse sono tutte sbagliate e non so mai come approcciarmi visto che mi muovo e mi sento come un elefante dentro un negozio di ceramica. Per questo la maggior parte delle volte scelgo il silenzio. Il silenzio non sbaglia, il silenzio è l'unica ancora di salvezza quando mi trovo in compagnia. Ma è un arma a doppio taglio, perché una volta solo, mi distrugge, cambiando il verso e appesantendo tutto quello che nella giornata mi aveva alleggerito.

Prendo un respiro, cerco di calmare i muscoli e di attenuare tutte quelle voci nella testa.

"Ciao Julie, sono Kai, ho qualche problema con la mail della scuola, del tipo che mi dice che non è abilitata, sai a chi posso domandare?" Decido di inviare questo, e bastano solo pochi secondi perché mi arrivi una sua risposta.

"Ciao Kai! Prova a sentire con Kalea, mi ricordo che ha avuto un problema simile, altrimenti domani dovrai andare in ufficio alunni." 

Col cavolo che rientro in ufficio alunni, quella della segreteria non ha fatto che prendere in giro il mio accento. Il problema ora si ripresenta, mentre digito un grazie a Julie, prendo la chat vuota con Kalea.

Che cosa le scrivo? Dopo la conversazione in mensa, non sono molto sicuro che mi voglia aiutare.

Che cosa ti aspettavi, lei voleva solo aiutarti.

Ero distratto, arrabbiato, anzi furioso per come mio padre riesca ad avere una così influenza su di me anche se si trova in un altro paese.
"Ti ricordo: media alta, fondi alti." nient'altro. Non un ciao, non un come stai. Bensì quello che gli riesce meglio, una minaccia. Per ricordarmi chi ha il potere, chi detiene i soldi ed i miei fondi. Una mossa falsa e mi toglie tutto, lasciandomi senza niente. Una mossa falsa e gli basterà poco per disconoscere il suo stesso figlio, e toglierlo dal suo patrimonio.

Ero arrabbiato, ma non con lei, non volevo essere scortese. Avrei dovuto stare in silenzio, non dire nulla, cercare di trattenere la mia rabbia. Ma quando si tratta di mio padre, ben poco mi passa per la testa.

"Ciao, sono Kai, ho un problema..." No, se per Julie bastava ora no. Cancello e ci riprovo.
"Ciao Kalea, sono Kai, ho bisogno del tuo aiuto." Per sbaglio invio questo messaggio e maledico il mio cellulare. Un attimo dopo ricevo la risposta.

"Ciao, dimmi."

"Ho un problema con la mia mail d'istituto, Julie mi ha detto che hai dovuto affrontare una cosa simile, quindi ti ho scritto per evitare di andare domani in segreteria."

BrokenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora