Farina, acqua, lievito e sale

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"Sometimes in life,
we need a few bad days in order to keep the good ones in perspective."
Colleen Hoover

Kalea
🌙

La casa non aveva mai avuto un profumo del genere. L'odore di pane appena sfornato era inebriante, uno tra i miei preferiti. Appena metto piede in cucina la tavola è coperta da uno strato di farina e piccole pagnotte di pane. Evin, che si trova di spalle, sta sfornando gli ultimi panini che appoggia su una cesta insieme agli altri.

"Sai cucinare il pane?" mi ritrovo a dire, senza nemmeno salutarlo, ho perso le buone maniere ultimamente. Anzi no, è perché mi sta antipatico ed è il mio unico modo per fargli capire di starmi lontano. "So cucinare tante cose." I suoi vestiti sono sporchi di farina, come anche un po' della sua guancia destra, ma pare non essersene accorto.

"Sai, non siamo tutti come tuo fratello che riesce a bruciare anche le uova." Ridacchia e quel suono, purtroppo, fa sorridere anche me.
"Già, credo che Greg sia un caso perso." Ma poi, con tutto quel casino sul tavolo, mi chiedo però... perché si sia messo a cucinare il pane, visto che mia madre aveva preparato cibo in abbondanza per questo weekend. Saremmo potuti sopravvivere per due settimane.

"Sai, non dovevi cucinarlo, cioè, mia madre è a conoscenza dell'incapacità di Greg in cucina e ha pensato bene di prevenire." Lui inarca le sopracciglia come se lo avessi offeso in qualche modo, "Lo so, ma visto che occuperò la vostra casa non solo questo weekend, volevo ringraziare rendendomi utile."

Vi prego, universo chiunque sia in ascolto, fa che non debba sopportare Evin Carter troppo a lungo.

La porta di ingresso si apre annunciando l'arrivo di mio fratello di cui non avevo sentito la partenza.
"Che profumo, ma.. oddio che casino, Carter poi pulisci tu eh?" E quando Greg tenta di prendere una pagnotta appena sfornata, Evin intercetta la sua mano schiaffeggiandogliela. "Richards sarà meglio che tu porta le tue manacce fuori da qui." Greg ridacchia, "Okay, okay amico me ne vado, però questo vale anche per Kalea, non devi fare i compiti?"
"Ero venuta solo per un po' d'acqua, prendo la bottiglia e me ne vado."

Greg si mette a sedere rumorosamente sul divano e accende la televisione mentre io mi avvicino al frigo per prendere una bottiglia d'acqua.

Evin inizia a pulire, ma io mi sento in dovere di dirgli qualcosa, non riesco a fare l'indifferente, anche se si tratta di Carter. "Evin, volevo ringraziarti per... ieri sera, non l'ho fatto ma ecco, te lo dico ora, grazie."
Si ferma, e irrigidisce la schiena come se si fosse messo all'erta.
"Credevo non dovessimo parlarne" il suo tono è brusco, privo di gentilezza. "Sì, giusto." Sospiro, ora mi sento in colpa, per Evin, il tipo che al mio sesto compleanno mi ha spinto la faccia dentro la mia bellissima torta a tema alice nel paese delle meraviglie. Non mi dovrei nemmeno scusare con un tipo come lui. Certo, ora era diventato adulto e non nascondo che non sia un bel ragazzo ma la verità è che il suo bel aspetto nasconde la sua indole malvagia e vendicativa.

Mi avvio per andare in camera, ma Evin si rivolge a me di nuovo,
"Dovresti parlarne con Greg."

Il suo sguardo è duro e severo, solo i suoi occhi danno quel tocco di dolcezza che manca nel suo viso. Mi ritrovo ad analizzare il suo volto, le sopracciglia folte, il naso, le guance coperte dalla farina, la mascella spigolosa e poi, poi guardo le sue labbra rosee. Ammetto di aver indugiato sulle labbra per un po'. Lo fisso come se non avessi visto un volto prima d'ora, mi sono come incantata.

Noto che ha una piccola cicatrice sul mento quando inclina un po' la testa come se stesse aspettando una mia reazione. Perché effettivamente sta aspettando una mia risposta, non so cosa mi succeda. Riprendo la ragione e gli rispondo perché si è rivolto a me giusto? Giusto.

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