Capitolo 1

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Pov's Mattia

“Si ricorda ai gentili passeggeri di spegnere i cellulari o attivare l'apposita modalità aereo, il volo sta per decollare.”

Erano state circa quelle le ultime parole delle hostess di bordo che avevo ascoltato, seduto su uno scomodo sedile dalla tappezzeria azzurra, accanto al finestrino dell'aereo che aveva come destinazione Roma.

Con le airpods alle orecchie e il cellulare tra le mani, scorsi con il pollice sullo schermo dove potevo leggere i titoli di innumerevoli canzoni, scegliendo come prima canzone di quel viaggio aereo "Love of my life", un brano di Harry Styles vecchio qualche anno, forse sei, ma che comunque era uno dei miei preferiti di quell'album che ricordo bene quando uscì aveva scatenato l'euforia di tutti quei fan che lo seguivano da quando faceva ancora parte dei One Direction, band che tra l'altro da più piccolo ascoltavo anch'io, soprattutto per brani come 'Little Things', 'Steal my girl' e 'Story of my life'. Crescendo avevo preso ad ascoltarli con meno frequenza ma comunque non riuscii a non dispiacermi quando venni a conoscenza della loro separazione e del loro intraprendere carriere da solisti, e nonostante ormai fossero passati dodici anni una piccola parte di me, quella ancora bambina, desiderava e sperava nel loro ritorno, perché sì, singolarmente erano bravissimi ma insieme erano davvero arte a livello puro ed estremo.

Interruppi quel flusso continuo di coscienza, degno di James Joyce in 'Ulysses' o, anche se erroneamente associato per credenza popolare, di Italo Svevo con la sua 'Coscienza di Zeno', una delle più belle opere letterarie che avevo mai studiato durante gli anni duri del liceo che, di cui dopo sei anni dalla maturità, ancora quasi potevo avvertirne i traumi, quando mi resi conto che l'aereo fosse appena decollato e che, dopo una settimana, stessi lasciando a malincuore il suolo della capitale inglese.

Quella settimana era stata una delle più dinamiche e ansiolitiche degli ultimi tempi; avevo ottenuto l'opportunità di fare dei casting per entrare a far parte di un'altra compagnia di ballo, oltre a quella della quale già facevo parte a livello nazionale, ed era stata una fatica immensa preparare quelle moltitudini di coreografie in meno di quattro giorni e ciò mi aveva fatto capire una cosa o due: Londra era più esigente dell'Italia. Le compagnie internazionali erano più pretenziose di quelle nazionali. E la speranza di entrare a far parte di quella compagnia guidava la mia voglia di fare, di non mollare e di non accontentarmi di posizioni più basse all'interno di quel mondo difficile.

Durante quella settimana era stato quasi fondamentale, direi essenziale il supporto del mio ragazzo; Jacopo era splendido, sotto tutti i punti di vista. Stavamo insieme da circa cinque anni, e mi aveva da sempre incoraggiato a non lasciarmi abbattere da quelle difficoltà tipiche del mio settore lavorativo... Aveva creduto in me e nelle mie capacità fin dal primo momento, da quando ci eravamo conosciuti, più di quanto avesse mai fatto nessun altro, ed era per quello che tutte le sere ci ritrovavamo al cellulare a raccontarci di come avevamo trascorso rispettivamente quelle nostre giornate senza l'altro, e a supportarci a vicenda nei nostri percorsi.

I miei pensieri si interruppero nuovamente, ma quella volta in un modo abbastanza brusco, quando sentii alle orecchie le note di 'All of me' di John Legend, premurandomi a cambiarla subito con qualsiasi altro tipo di melodia giusto in tempo per non sentire neanche le parole pronunciate dal cantante... Quella canzone era una di quelle che non si riascolta più dopo averla riascoltata tante volte, oppure come quelle che non si riascoltano più che ti riportano alla mente qualcosa, qualcuno, una situazione... E non c'è cosa più brutta al mondo di trovarsi a non riuscire a sopportare neanche il suono di una melodia che, paradossalmente, si riconoscerebbe già solo dalla prima nota e a kilometri di distanza, come se inconsciamente la si cercasse intorno a sé.

Ricordami Di Scordarti [Zenzonelli] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora