Capitolo 17

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Pov's Christian

Quella mattina, quando mi svegliai, I miei sensi si focalizzarono sulle braccia esili intente a stringermi dolci dalla vita e sul forte odore di cannella proveniente da quella massa di capelli biondi al mio fianco.

Lentamente aprii gli occhi, cercando di abituarmi alla forte luce solare penetrante dalla finestra della quale la tapparella era rimasta alzata dalla sera precedente, focalizzandomi poi sulla ragazza dormiente che mi stava affiancando.

La osservai, silenzioso, qualche minuto, concentrandomi sulla sua espressione rilassata e dolce e sul suo respiro lento, passando con delicatezza sulla mano sulla sua guancia rosea.

Serena era bellissima anche in quel momento, magari caratterialmente non andavamo spesso d'accordo ma, imparzialmente, lo si doveva ammettere.

Ero tornato a Bergamo già da quattro giorni... Giorni nei quali non avevo avuto intenzione di vedere nessuno, tantomeno di uscire da casa per andare in un posto che non fosse la scuola di danza di mia madre e... E non avevo visto neanche Serena, non le avevo risposto ai messaggi per giorni interi almeno fino a quando, la sera prima, non si fosse presentata a casa mia trovandomi obbligato ad aprire la porta.

Era entrata come una furia in casa, almeno dopo essersi accertata che non ci fosse nessun altro, cosa intuibile dal silenzio che vigeva tra quelle mura spesse, iniziando a inveirmi contro perché non le avevo più scritto e neanche le avevo risposto ai messaggi o alle chiamate durante il soggiorno a Roma, perché non le avevo detto che ero tornato a Bergamo e aveva dovuto scoprirlo da mia sorella per pura casualità, perché l'avevo ignorata.

Quelle urla e quelle accuse di non amarla erano confluite tutte in una notte di sesso scadente nella mia camera, un sesso che non avrei mai voluto fare ma che mi sembrava giusto fare per noi.

Era stato difficile riuscire a vivere un rapporto con lei, e lo era stato come non mai... In un primo momento ebbi diverse perplessità sul fatto che non riuscissi neanche ad eccitarmi ma dovetti trovare un rimedio rapido al problema: pensare a qualcuno al quale non dovevo pensare.

Fu così che dopo aver fatto sesso, aver sfogato le nostre rispettive frustrazioni diverse, avevamo finito per addormentarci.

Era il primo passo.

Dopo ciò che era successo a Roma con Mattia, o meglio, ciò che non era successo, avevo deciso che avrei cercato di dimenticare una volta per tutte il mio ex migliore amico, avrei provato a cancellarlo dal mio cuore che, ora più che mai, aveva capito la portata dei sentimenti che lo scuotevano per lui.

Avevo deciso che avrei vissuto la mia vita come sempre... Che senso avrebbe avuto vivere la vita con qualcuno che non fosse Serena ma che non fosse neanche Mattia?

Rassegnato dal fatto che Mattia amasse Jacopo, dimenticando tutte le parole che mi aveva rivolto Cosmary che aveva continuato a spronarmi a provarci quando aveva saputo che sarei ripartito, avevo definitivamente deciso che mi sarei tirato fuori, che avrei continuato a professarmi eterosessuale nei confronti di tutti, nonostante avessi già elaborato che di etero in me c'era davvero poco... Non era da etero eccitarsi per un uomo e non era da etero dover pensare a quello stesso uomo per avere un rapporto con una donna.

I miei pensieri vennero schiacciati da alcuni mugolii proveniente dalla mia ragazza, segno che stesse iniziando a svegliarsi, portando così lo sguardo sul suo viso, vedendo nel giro di poco i suoi occhioni schiudersi.

«Buongiorno» Mormorai sforzandomi di assumere un tono dolce e delicato mentre il suo viso si nascondeva contro il mio collo, venendo pervaso ancor di più da quel profumo forte di cannella

Ricordami Di Scordarti [Zenzonelli] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora