Ansia.
Paranoie.
Paure.
Avevo passato la notte rinchiuso tra queste tre sensazioni dopo aver chiuso la chiamata con Mattia, dopo tutto ciò che era successo, dopo tutto ciò che mi aveva detto.
Avevo dormito davvero poco, quasi ogni mezz'ora riuscivo a svegliarmi, con in testa un solo e unico pensiero, declinato in diversi modi: Mattia.
E se non fosse venuto?
E se fosse scomparso dinuovo nel nulla come anni prima?Tra una paranoia e un'altra, sdraiato sul letto di camera mia, vidi sorgere il sole dalla finestra della parete adiacente a quella del letto stesso.
Probabilmente avevo un aspetto orribile mentre la luce del sole che sorgeva mi abbagliava costringendomi a distogliere lo sguardo da quel quadro luminoso così, passandomi una mano sul viso stanco, decisi di alzarmi da quel letto.
Con passo lento mi diressi verso il bagno, ipotizzando che una doccia calda non avrebbe potuto farmi male o, almeno, non avrebbe potuto ridurmi peggio di quanto già non stessi.
Dopo quella doccia, la mia mattinata fu tutta un cercare di non pensare a Mattia e a quello che, forse, sarebbe potuto succedere di lì a quella sera.
Per distrarmi, nel tardo pomeriggio, sarei potuto anche andare in palestra per allenarmi un po', magari al centro commerciale per girovagare tra i negozi, ma... Scelsi l'unico posto che mai avrei dovuto scegliere se il mio intento era non pensare a quel biondino: la nostra ex scuola di danza, nonché quella gestita da mia madre.
Da quando avevo metabolizzato i miei sentimenti per Mattia, avevo passato notti a ricostruire il nostro percorso da amici, notando quante piccole cose mi avrebbero potuto fare capire la portata di ciò che lui provava per me anni prima, se solo fossi stato un po' più sveglio.
Fu così che, chiuso in quella sala nella quale non entravo da anni, mi ritrovai a fissarmi al grande specchio, avvicinandomi ad esso fino ad appoggiare la fronte contro quella superficie fredda, chiudendo gli occhi.
"Sembra una di quelle scenette da fidanzati gelosi"
"Vuoi anche un bacino?"
"Mi stai lasciando?"
Lo avevo talmente deriso, talmente preso in giro per quei sentimenti che, mai avrei potuto comprendere davvero quanto gli avessi spezzato il cuore, il dolore che gli avevo procurato.
E, in quel momento, riconobbi più che mai quanto mi meritassi e me lo fossi meritato di essere trattato in quel modo da lui, quanto fosse stato cattivo ma giusto ogni volta che aveva deciso di farmi soffrire, sia consapevolmente che inconsapevolmente.
Mi ritrovai a chiedermi come sarebbe stato il giorno di quel bacio se avessi ascoltato le farfalle nel mio stomaco, il battito accelerato del mio cuore invece che la fredda e orribile razionalità del cervello... Magari avremmo intrapreso una relazione, magari... Saremmo stati l'uno ogni "prima volta" dell'altro... Forse, dopo tutti quegli anni, saremmo fuggiti insieme a Roma o in qualche altra città del mondo e avremmo convissuto... Saremmo stati felici, non avremmo sofferto, né io né lui.
Perso tra i miei pensieri, sussultai nel sentire una mano poggiarsi ferma ma dolce sulla mia spalla, facendomi voltare di scatto, estremamente spaventato per essere stato sorpreso durante uno dei miei rari momenti di riflessione.
«Ei Chri...»
Deglutii, fissando i miei occhi scuri nei suoi chiari, accorgendomi di avere gli occhi lucidi quando la sua figura si fece sfocata
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Ricordami Di Scordarti [Zenzonelli]
FanfictionDimenticare: /di·men·ti·cà·re/ [Cancellare dalla memoria, non ricordare più, scordare: d. un numero di telefono; non dimenticherò mai questa giornata;] Perché Mattia credeva che dimenticare Christian, rimuoverlo dalla sua vita, fosse facile come di...