Capitolo 6

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Non chiusi occhio quella notte, continuando a pensare e ripensare a quel dannato video e a quella stupida coreografia, non capacitandomi di come a distanza di così tanti anni Christian fosse ancora un così grande manipolatore: si comportava in quel modo perché io tornassi a fare il cagnolino, era palese, ma io ormai non ero più quel Mattia ingenuo che credeva di conoscere.

Con estrema delicatezza, per non svegliare il mio ragazzo, mi alzai dal letto e mi diressi in cucina, decidendo di farmi un caffè strettamente amaro e mangiare qualcosa al volo, avendo in mente di cominciare poi a prepararmi per andare a fare una corsa.

Così, dopo aver fatto una colazione abbastanza veloce e povera, andai a fare una doccia e mi preparai, uscendo da casa in pantaloncini e canottiera, iniziando a correre dapprima lentamente per potermi riscaldare, verso una meta incognita.

Con la mente altrove, continuando a correre, quasi non risi nell'accorgermi che avessi corso fino a raggiungere inconsciamente il teatro della sera prima, e ironicamente mi ricordai qualche nozione di psicologia riguardante Freud: La nostra psiche è divisa in tre parti, conscio, preconscio e inconscio, tanto da sembrare un iceberg o almeno quello aveva scritto lui nella prima topica; mentre il conscio è conoscibile, così come il preconscio, l'inconscio ci è inaccessibile ma anche lui riesce a farsi considerare attraverso delle banalità, e quello era proprio il mio dannatissimo caso.

Stanco che persino il mio subconscio mi portasse a Christian, accelerai il passo per superare quella struttura continuando a correre forse per altre due ore, ritrovandomi così esausto e sudato ad aprire la porta di casa

Facendomi largo in casa, raggiunsi la camera da letto con l'intenzione di prendere un cambio in modo da prepararmi per poter andare alla scuola di danza per la lezione, trovando il mio ragazzo, che credevo stesse ancora dormendo, seduto sul letto con la schiena poggiata alla spalliera e il cellulare tra le mani

«Ei, buongiorno» Sorrisi, guardandolo alzare il viso per sorridermi a sua volta

«Buongiorno, sei andato a correre?»

Annuii, avvicinandomi a lui per chinarmi e lasciargli un leggero bacio sulle labbra

«Tutto bene stanotte? Ti ho sentito rigirare tra le coperte tutta la notte»

«Mhmh... Tutto bene, non riuscivo a dormire»

Gli accarezzai una guancia, stampandogli un nuovo bacio sulle labbra

«È stato bello lo spettacolo ieri?» Chiese mentre mi dirigevo verso l'armadio, prendendo una tuta da quelle del mio repertorio

«Sì, è stato carino... Mi sarebbe piaciuto che ci fossi stato anche tu»

Ed ero falso, da far schifo... Ma sentivo la necessità di nascondere quella sensazione di sollievo per il fatto di essere da solo lì, libero di guardare Christian, che la sera prima mi aveva terrorizzato

«La prossima volta magari andiamo insieme» Parló titubante ma ignorai la cosa

Annuii allora, spogliandomi della canottiera sudata

«Domani è sabato...» Iniziai, guardando il castano distratto al cellulare

«E domani parto» Concluse brusco lui, digitando qualcosa

«Dobbiamo smetterla di tornare e partire uno dopo l'altro. Dovremmo farci un viaggio insieme, non partiamo da tanto»

Quando non ricevetti risposta mi sedetti sul bordo del letto, dal suo lato, sfilandogli il cellulare dalle mani

«Allora, cosa c'è stamattina?»

«Niente, stavo avendo una discussione con mia madre... Lo sai com'è, è stressante delle volte» Spiegó alterato, facendo una smorfia, portando lo sguardo nel mio

Ricordami Di Scordarti [Zenzonelli] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora