Sanno solo compatirti- 7 giorni dopo.

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  Crediti copertina: rrilley_ on IG

Musica raccomandata per il capitolo: Vacations- telephones
(Quella che ho ascoltato per scriverlo)



2 marzo 2019.


Suona la sveglia.
Lentamente apro gli occhi, destandomi dal mio sonno senza sogni.

Nessun "Buongiorno" ad accogliermi. Solo il mio letto tristemente vuoto.

È passata una settimana, ma mi manca come se fosse appena... successo.

Spengo quel rumore infernale ma continuo a rigirarmi nel letto. La cosa peggiore è sempre riuscire ad alzarsi ora che non è più qui.

Oggi è il mio giorno libero, fortunatamente, ma ho comunque un'ultima cosa da fare.

Non so dove trovo la forza di alzarmi. Trascino i piedi fino in cucina e mi verso un bicchiere di vodka. Liscia.

Mentre lo mando giù, nello sconforto più totale guardo la pila di piatti sporchi che attendono solo di essere lavati, per mia sfortuna, proprio dal sottoscritto.

Mi avvicino, posizionandomi davanti al lavello.

Proprio in quel momento sento delle braccia cingermi la vita, e per poco non ci rimango secco quando realizzo che è solo il mio cervello che mi gioca brutti scherzi.

"Perché non lasci stare questi piatti e vieni a farti una doccia con me?"

È come se quelle parole mi risuonassero nelle orecchie come un'eco lontana. Molto lontana.

Ho un mancamento. Mi accascio vicino al piano cottura, mentre inizia a girarmi la testa. Ok, lo so, la vodka alle 7 di mattina non aiuta, ma non credo di star male per quello. Non mangio un vero pasto da giorni, perché cerco di fare la spesa il meno possibile, devo risparmiare soldi. Sono stanco. Vuoto. Solo. Depresso. Esausto, anzi, ogni singolo aggettivo che ho usato è un eufemismo.

Dovrei ascoltare... le sue parole, e andare a lavarmi.
Lascio perdere i piatti, e mi costringo ad entrare nel box doccia. La sensazione dell'acqua sulla mia pelle mi irrita, per qualche motivo, come ogni cosa del resto, da una settimana a questa parte.

Se solo ci fosse lui, potrei sentire ancora le sue dita lunghe e affusolate che tracciano ogni linea del mio corpo, il suo respiro sul mio collo, il calore dei suoi abbracci che mi pervade il petto...

Mi accorgo di essere imbambolato in uno stato catatonico, sto sprecando acqua, e proprio non posso permettermelo nella mia situazione economica.

Esco e mi asciugo alla meglio, lasciando i capelli ancora leggermente umidi, si asciugheranno all'aria. Rischio un raffreddore? Si. Mi interessa? Beh...

Mi vesto ed esco, non potendo chiamare un taxi raggiungerò la mia meta in bicicletta. Ci impiegherò un pochino, è vero, ma non mi importa.

È anche vero che più rimango solo con me stesso e più rimugino sull'accaduto, quindi mi darò una mossa.

Mentre pedalo ascolto gli slipknot, perché mi ricordano la felpa che indossavo la prima volta in cui ci siamo visti.

Nel giro di poche canzoni, oltre a cercare di non farmi investire per la mia disattenzione, arrivo a destinazione. Parcheggio e metto la catena, e appena scendo mi risistemo i vestiti.

Faccio un bel respiro e mi decido a varcare l'uscio.

"Benvenut- oh. Sei tu Chuuya..."
"Ciao Higuci. È da un po' che non ci si vede eh?"
"Si...beh... sai, dopo-"
"Sono qui per le sue cose. So che le hanno già imballate per spedire tutto a casa sua, ma voglio prima controllare cosa ci sia."

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 28, 2022 ⏰

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