Capitolo 2

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Erano passati anni da quel tragico incidente. Retsuka era rimasto paralizzato e dovette restare in ospedale per molto tempo. Lily era andata a trovarlo solo una volta e non appena lo vide in quelle condizioni non volle mai più venire. Il senso di colpa la divorava e continuò a farlo nei mesi successivi, che divennero anni. Iniziate le medie, Retsuka tornò a scuola. Grazie alla medicina avanzata e ai quirk di esperti, il suo problema era stato risolto ed era tornato a camminare, anche se un po' zoppicante. Quando Lily se lo ritrovò nella stessa classe, entrò nel panico e cercò di non incrociare il suo sguardo, nascondendo la testa con le braccia e chinandosi sul banco. Una voce gentile e pacata risuonò alla destra della ragazzina.

<<Ciao. Posso sedermi con te?>>

Ebbene i due tornarono ad essere compagni di banco e amici. Lily non avrebbe mai creduto fosse possibile e questo la rendeva immensamente felice. Il suo amico di infanzia non l'avrebbe abbandonata neanche negli anni successivi, infatti i due si ritrovarono insieme pure al liceo.

Andare alla UA era il sogno di una piccola Lily ancora ingenua e sognatrice; quella di ora frequentava l'ultimo anno di liceo di un istituto per persone senza quirk. Il suo unico desiderio era quello di trovare un lavoro modesto, senza alcun rischio, che le permettesse una vita tranquilla. Non era più la ragazzina ambiziosa, impulsiva ed energica di un tempo e non le dispiaceva. La campanella era appena suonata e segnalava la fine della giornata scolastica. Lily stava camminando insieme a Retsuka e altre due amiche. Parlando del più e del meno si ritrovarono a passare davanti alla UA. Si fermarono ad osservare gli alti cancelli che delimitavano un'imponente struttura.

<<Che ne dite se andiamo a vedere la palestra della UA? Il mio ragazzo mi ha detto che sono lì ad allenarsi in questo momento.>> Così il gruppo seguì la proposta di una compagna e in pochi minuti si ritrovarono all'interno di una delle scuole migliori per la formazione di eroi. Entrarono in palestra, una struttura immensa con una cupola e delle aree che richiamavano ambienti diversi. Lì, una classe si stava allenando, quindi cercarono di non dare disturbo. Sembravano tutti così straordinari, c'era una vastità di quirk incredibile e Lily faceva fatica a seguire ogni singolo soggetto, ognuno dedicato a un'attività diversa. Si sentiva anche un po' fuori luogo e allo stesso tempo voleva appartenervi. Mentre elabora questo misto di emozioni, accadde qualcosa di improvviso. Qualcuno irruppe in palestra, scatenando il panico. Non si capiva niente, c'erano studenti che correvano, altri che lottavano. Qualcuno urlò. <<SONO I VILLAIN!>> Esaminando la situazione, Lily vide effettivamente dei mostri neri con il cervello in bella vista. C'era il panico più totale e sia l'insegnante che gli studenti sembravano in difficoltà. Lei e i suoi compagni si ripararono dietro un cespuglio. Erano tutti preoccupati e tremanti dalla paura. Retsuka disse al gruppo che sarebbero dovuti uscire per avvertire qualche responsabile. Le ragazze si fecero coraggio e annuirono. Uno ad uno si alzarono e, tra un cespuglio e l'altro, riuscirono a raggiungere l'uscita. Mancava solo Lily che sentì un gemito alle sue spalle. Quando si voltò vide un ragazzo agonizzante per terra, la mano di un mostro lo stava schiacciando sul pavimento. Era lo stesso che la bullizzava alle elementari! Non poteva lasciare che quell'essere lo uccidesse. Ma che poteva fare lei? Lei che non usava i suoi poteri da anni. Sembrava la fine per quel giovane, quando ad un tratto, un bastone colpì il testone di quel mostro.

<<Lascialo andare!>> Gli gridò imbracciando il bastone, minacciosa. Il suo trucco funzionò, infatti il mostro lasciò andare il ragazzo per tirarle velocemente un colpo. La figura di Lily scomparve, creando un'esplosione di fumo violaceo che gli annebbiò la vista. La vera Lily aveva tratto in salvo il giovane, trascinandolo per le braccia in un luogo più riparato. Ma l'effetto della sua allucinazione durò poco infatti il mostro li individuò subito. La ragazza si mise a correre nella sua direzione e creò due, poi tre, versioni di sé. Cercava di temporeggiare in qualche modo. Notò che altre persone erano in difficoltà. Quegli esseri giganteschi e spaventosi stavano avendo la meglio. Doveva fare qualcosa, doveva salvarli. Si concentrò dunque su tutti i mostri presenti in quel posto. Potevano essere una decina, quindi non sarebbe stato facile connettersi a tutti loro. Dopo uno sforzo fuori dal normale, stabilì un contatto e fece udire un suono talmente acuto da stordirli per qualche secondo. Gli studenti che erano in difficoltà ne approfittarono chi per attaccare e chi per fuggire via. Non era passato neanche un minuto che la testa le stava per scoppiare e le forze mancare. Non era affatto abituata ad usare il suo quirk, figuriamoci ad usarlo in più soggetti contemporaneamente. Un po' di sangue le colò da una narice, cadde in ginocchia e si toccò la testa che era diventata bollente e pulsante. Non era finita lì perché neanche il tempo di riprendere fiato che uno dei mostri l'afferrò, sollevandola da terra. Si sentiva stritolare e le mancava il fiato, inoltre stava perdendo le forze perciò non riuscì a muovere neanche un muscolo. Sentì dei passi andare nella sua direzione e quando mise a fuoco vide un ragazzo dai capelli azzurri di fronte a lei. Aveva una mano grigiastra che gli copriva il viso e altre che gli cingevano tutta la parte superiore del suo corpo. Sembrava uscito da un circo, ma di quelli da film horror. Da quella stessa figura provenne una voce sottile, quasi rassicurante, eppure un brivido la percosse. Percepiva qualcosa in lui che non prometteva nulla di buono.

<<Abbiamo trovato ciò che ci serviva.>>

L'ultima cosa che Lily vide fu il volto di Retsuka in lontananza, appena entrato in palestra con degli insegnanti della UA. Riuscì a vedere solo la preoccupazione nei suoi occhi prima che il buio la travolgesse.

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