Capitolo 12

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La routine fu sempre la stessa per un altro paio di giorni: allenamento la mattina, riposo il pomeriggio. Sembrava tutto molto tranquillo e non si sentiva alcuna notizia interessante in tv. Il rapporto con i suoi nuovi "compagni" era maturato. Giocavano a carte, guardavano i programmi insieme, bevevano e parlavano del più e del meno. Una volta, per pranzo si erano messi ad elencare i quirk più imbarazzanti e quando Lily disse che la cuoca  della mensa creasse il cibo dalle ascelle per poco non fece vomitare Spinner. Anche ad un livello più profondo vi era un miglioramento: Dabi faceva meno battute cattive nei suoi confronti e gli altri le raccontavano sempre più cose di loro, che andavano dal colore preferito alla loro visione della vita. In generale erano tutti d'accordo sul fatto che alla società servisse una rivoluzione, che gli eroi fossero corrotti. Aveva provato a scoprire di più sul loro passato ma non riusciva a chiederlo direttamente e se provava a fare qualche domanda indiretta, le risposte erano vaghe. Più passava il tempo, più aumentava la curiosità. Voleva capire cosa li avesse portati fin lì, qual'era il loro sogno nello specifico, con quali mezzi lo avrebbero ottenuto. Parlavano di quanto la società fosse ingiusta, ma non capiva come la violenza potesse giustificare il loro ideale di rivoluzione. Erano solo delle persone frustrate? Il loro passato nascondeva più oscurità di quanto dimostrassero? Probabilmente sì e lei avrebbe cercato di scoprirlo, li avrebbe ascoltati e perché no, aiutati se possibile. Già, voleva aiutarli. Aiutarli ad essere felici, senza fare del male a nessuno. 

Un giorno di pioggia, Twice, Compress e Tomura, tornarono da una missione con i vestiti fradici. Avevano avuto qualche battibecco con una gang di villain nemica ma non avevano riportato nessuna ferita. Peccato che si beccarono tutti il raffreddore. Dopo aver cucinato un po' di ramen fatto in casa, Kurogiri chiese a Lily se potesse portarlo in camera di Tomura, visto che non stava tanto bene. Le diede anche un termometro, per poter controllare se avesse la febbre. Pensò che si comportasse come un padre. Con un sorriso intenerito in faccia, si fece strada nel corridoio, tenendo con due mani il vassoio. Bussò alla porta ma non ottenne nessuna riposta, quindi fece per tornare indietro, non volendo insistere. In quel momento sentì la maniglia della porta girare e si voltò. Tomura aveva un aspetto orribile, più del soltito. I suoi occhi erano spenti e con occhiaie, era pallidissimo e forse stava anche sudando.

<<Ti ho portato il pranzo e il termometro.>>

Lui stette immobile e in silenzio. Poi le chiuse la porta in faccia. Lily non seppe come interpretare quel getso. Ad ogni modo stava sicuramente male e non poteva lasciarlo in quelle condizioni senza intervenire.

<<Hey! Dimmi almeno qualcosa!>> Chiese bussando. <<Se non apri butto giù la porta!>>

<<È aperto.>> Disse la sua voce sottile provenire da dentro la stanza.

Allora si fece coraggio ed entrò. Lo trovò sdraiato sul letto a pancia in giù. Non lo aveva mai visto così debole e indifeso. Diede un'occhiata veloce alla sua stanza. Non c'era nulla di che: una scrivania sopra la quale giacevano dei fogli-probabilmente riguardanti gli eroi e i clan nemici-,  una finestra poco illuminata, armadio, scarpiera e il letto su cui era disteso così, quasi fosse un cadavere. Era raro vederlo così scomposto e rilassato, come se avesse abbassato la guardia.

Lily appoggiò il vassoio sulla scrivania e prese il termometro. Dunque si avvicinò al ragazzo zombie. Restò ferma per un po', nella speranzna che le dicesse qualcosa ma così non fu.

<<Kurogiri dice che devi misurare la temperatura.>> 

<<Non c'è bisogno. Starò bene.>> Rispose con la testa sul cuscino.

<<Mangia almeno quello ti ho portato.>>

Lui si sollevò, sbuffando e le lanciò un'occhiata.

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