Jimin si fermò davanti a casa di jungkook alle nove meno un quarto.
Quindici minuti prima, ma quello era il piano. Gli aveva promesso che non sarebbe arrivato in ritardo, e l’unico modo era assicurarsi di essere sostanzialmente in anticipo. Inoltre, gli avrebbe dato alcuni minuti per abituarsi al fatto che stava per entrare nella casa del ragazzo più figo che avesse mai incontrato. E sarebbe rimasto in mutande. Poi avrebbe posato per lui, che avrebbe fissato incessantemente il suo corpo.
Un fremito di farfalle ansiose gli brulicava selvaggiamente nella pancia.
Era nervoso, certo, ma allo stesso tempo non poteva assolutamente aspettare. Amava stare intorno a jungkook , anche solo in sua presenza.Il che suonava ridicolo persino per lui, dal momento che le uniche volte in cui erano stati insieme avevano pronunciato a malapena un paio di frasi. Al diavolo, il più delle volte non erano stati neppure lontanamente vicini l’uno all’altro, solo nella stessa stanza. Era così, ma per qualche strana ragione che non riusciva a spiegarsi, quella scarsa quantità di interazione era stata sufficiente per dare vita alla primissima cotta che avesse mai veramente avuto.
Beh, la prima con condizioni socialmente accettabili, almeno.
Con un ragazzo che non aveva quattro volte la sua età.
Scacciò via il pensiero e afferrò le sigarette dalla consolle, fissando per tutto il tempo la casa di jungkook . Nel cuore di un tipico quartiere suburbano, l’edificio di mattoni a tre piani si ergeva su una piccola collina, fornita di imposte nere e rif i niture bianche. Molto ben mantenuta, così come il paesaggio. Erba verde rigogliosa, alberi potati, cespugli tagliati. Jungkook doveva essere orgoglioso del suo posto. Era ovvio.Sorrise, non si aspettava niente di meno. Fin dall’inizio, jungkook sembrava essere quel tipo, uno che tenesse stretto il pugno assolutamente su tutto, ogni aspetto della sua vita in rigido ordine. Un maniaco del controllo?
Poteva essere. Non che gli importasse molto. Jungkook poteva controllare il suo culo finché voleva, a patto che lo facesse da nudo così che anche lui potesse guardarlo. Non era come se sarebbe stato in giro abbastanza a lungo da disturbarlo. Solo un paio d’ore da modello, più un’altra per scattare alcune foto. Poi jungkook sarebbe stato il suo ricordo sexy.Immaginò sarebbe stato meglio godersi la vista finché la cosa durava.
Scendendo dal suo maggiolino cabrio modello R Line color barriera corallina blu, si appoggiò alla portiera e accese una sigaretta. I suoi nervi non erano impazziti, era un tipo fiducioso, ma un paio di tiri mentre aspettava non sarebbero stati un male. Inoltre, i suoi muscoli erano tesi, quindi un po’ di qualcosa di rilassante poteva andare bene.
La porta principale si aprì e lui guardò verso la casa. Due ragazzi emersero un secondo dopo. Si bloccò, guardandoli incuriosito intanto che scendevano i gradini dell’ingresso, per poi dirigersi lungo il vialetto verso la strada. Chi erano e cosa stavano facendo lì, solo pochi minuti prima del suo appuntamento? Tirò fuori il cellulare, prendendo un’altra boccata.
Dieci minuti alle nove. Jungkook si stava avvicinando al limite. E dov’era quell’eccitante insegnante, comunque? Lanciò un’occhiata alla porta ma quei ragazzi l’avevano chiusa dietro di loro, quindi rivolse lo sguardo di nuovo alla coppia.
Avevano i capelli bagnati, sembravano arrossati e anche un po’ stanchi.
Soprattutto, trasudavano qualcos’altro. Nei loro occhi, nei loro sorrisi, nella loro andatura leggera, ma non riusciva a capire cosa fosse. Sembrava una soddisfazione in una forma pura e cruda, ma cento volte più forte.
Che strano.
Li guardò salire sulla loro auto dall’altra parte della strada, poi li guardò accostarsi… per un bacio. Si fermò a metà di una boccata, con le sopracciglia inarcate. Wow. Erano amanti. Il loro bacio si surriscaldò in fretta e lui sbatté le palpebre. Accidenti. Amanti di lunga data.
Si voltò, non volendoli fissare, e guardò di nuovo la casa di jungkook, la sua curiosità che arrivava alle stelle. Perché un insegnante di sculture aveva due ragazzi bagnati e agitati che si recavano a casa sua a quell’ora?
Suppose che potesse essere per una decina di ragioni diverse e di sicuro
non erano affari suoi. Bastava considerarlo come il primo di quelli che aveva previsto sarebbero stati una miriade di misteri che costituivano jungkook.
Si prese il suo tempo, con la sigaretta, aveva ancora qualche minuto da passare. Al termine, la lasciò cadere a terra vicino al marciapiede e la schiacciò davvero bene con la scarpa, poi la raccolse e la rimise nello zaino, gettandolo nell’auto. Gettare spazzatura per terra di fronte al prato ben curato di jungkook poteva smorzare qualsiasi prima impressione che avrebbe potuto dare. Si aggiustò il berretto, raddrizzò la camicia, si sporse e controllò i denti nello specchietto laterale, una cosa stupida, visto che se li era lavati prima di uscire di casa. Sebbene… Raggiunse di nuovo il Maggiolino e afferrò il suo salvavita dallo zaino. Menta verde, la sua salvezza.

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Rise Again
FanfictionAmore. La forza più potente al mondo, ma anche la più spietata. Scaltra e ingannevole. Il tallone d'Achille dell'uomo, Lascia deboli e vulnerabili tutti coloro che abbraccia. O almeno è come la vede il Dom Jeon Jungkook , dopo che l'amore della sua...