CAPITOLO 7

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Jungkook si svegliò la mattina dopo un po’ prima del solito, probabilmente perché c’era un estraneo in casa sua. Nessuno era mai rimasto a dormire da lui. Riveriva la propria solitudine, ma per qualche ragione, l’idea che Yoongi dormisse lì sembrava diversa. Non gli dava l’impressione di una cosa sbagliata, non lo irritava, niente. Il che significava qualcosa, dal momento che solo il pensiero di qualcuno che si trattenesse oltre i saluti di solito lo rendeva irrequieto. E scontroso.
Indossò dei jeans e si sfregò gli occhi, prima di guardare l’orologio. Le nove passate. Merda Non si era svegliato così presto, dopotutto. Si fermò, poi girò lo sguardo verso la porta. Era tutto terribilmente silenzioso. E se yoongi se ne fosse già andato? O peggio, e se si fosse fregato qualcosa per prendere della droga mentre usciva? Serrò i denti e uscì a grandi passi dalla stanza, correndo spedito lungo il corridoio
Stupido, Così stupido, Che cazzo aveva pensato, tutto preso dall’essere un eroe. Indipendentemente da quanto Scott avesse attirato le sue simpatie, il ragazzo era ancora un drogato da manuale. Non importava che non fosse pericoloso, non importava che avesse avuto bisogno di aiuto.
Persone come lui avevano delle coscienze compromesse e non potevano neanche lontanamente essere affidabili. Lui guardò di sbieco con ancora più durezza, le mani a pugno lungo i fianchi. Giuro su Dio, se ha rubato qualcuna delle mie cose, darò la caccia a quel suo culo scheletrico e… Si fermò bruscamente quando raggiunse il soggiorno, trovando yoongi ancora schiantato sul divano
L’ira svanì, rimpiazzata all’istante dal senso di colpa. Solo una fitta, ma c’era lo stesso. Anche se non capiva perché gli importasse di essere
giudicato male da un estraneo. Si era basato sulla probabilità. Cazzo, che lo denunciassero. Conosceva yoongi solo da qualche ora Chaz, che non aveva avuto il tempo di finire un solo bicchiere di birra, li aveva lasciati a casa di jungkook come prima cosa, dopo il loro casino alla festa. E merda, neanche cinque minuti dopo aver oltrepassato la porta, yoongi era stramazzato sul divano. Cinque cazzo di minuti, proprio così, mentre lui era in cucina a fargli un sandwich Un panino ora sistemato nel frigo
Aggrottò le sopracciglia, intanto che stava lì a guardare yoongi dormire.
Il ragazzo aveva un aspetto di merda e non sembrava molto felice. Anche in stato di incoscienza, era accigliato. Gli effetti collaterali di essere stato malmenato la notte precedente? Probabilmente solo l’inizio di una brutta sbornia
Sorridendo un po’, scosse la testa e si diresse in cucina. Era il momento di fare del caffè, e preparare un altro pasto. Il suo ghigno si trasformò nel più piccolo dei sorrisi, quando aprì il frigorifero. Colazione per due. Non esattamente tipico, ma nemmeno un male. Almeno non ancora. Avrebbe riservato ogni giudizio reale per dopo.
Tirò fuori un barattolo di caffè a mezza tostatura francese, poi riempì la caffettiera con acqua. Doveva preparare il filtro, perché, beh era una priorità Afferrò alcune uova e della pancetta, un panetto di burro mezzo usato e del pane. Se a yoongi non piacevano le uova all’occhio di bue,  peggio per lui. Avrebbe mangiato quella roba, niente storie
Afferrò due padelle, in una sbatté delle uova e nell’altra mise a cuocere della pancetta. E poi era all’opera, a cucinare la colazione, proprio come gli aveva insegnato sua madre.
Il profumo del cibo riempì l’aria, dirigendosi senza dubbio verso il naso di Scott. Lo vide nell’attimo in cui si mosse, grazie alla bellissima mezza parete della sua cucina. Connessa a un bancone per la colazione dall’altra parte, dava una bella vista sul soggiorno, e sul ragazzino dall’aria pietosa sul divano.
Scott contrasse per prima gli occhi, poi iniziò a muoversi, con la schiena e gli arti che si allungavano delicatamente. Jungkook distolse lo sguardo per imburrare il toast. Quando tornò a guardare, yoongi si era alzato e si stava stropicciando gli occhi
Un angolo della bocca gli si incurvò. «Buongiorno, ragazzino. Come ti senti?»

Yoongi fece una smorfia e appoggiò un palmo sulla fronte «Mal di testa,» mormorò «Ma ho avuto di peggio» «Ah, sì,» concordò prendendo un piccolo sorso del suo caffè. «Le famigerate conseguenze della birra.» yoongi sospirò e annuì, poi si guardò intorno, come se stesse vedendo la casa di jungkook per la prima volta. In un certo senso, pensò che fosse più o meno così.
«Vuoi del caffè?» gli propose.
Scott lo guardò. «Sarebbe fantastico.» Gli fece cenno di avvicinarsi. «Allora vieni a sederti. Te ne darò una tazza. Come sta il tuo stomaco?» «Uhm…» yoongi si alzò in piedi e si avvicinò lento. Proprio al momento giusto, il suo stomaco brontolò.
«Ecco la mia risposta,» ridacchiò yoongi si adagiò imbarazzato su uno degli sgabelli. «Qualsiasi cosa tu stia facendo ha un buon profumo.» Gli allungò una tazza. «Sono contento che la pensi così, perché lo mangerai tra un secondo.» «Oh, amico,» sospirò yoongi , con un sorriso sulle labbra. «È davvero fantastico da parte tua. Grazie.» Riempì due piatti e ne porse uno sopra il mezzo muro. «Nessun problema. Mi piace cucinare, quindi, sì, va tutto bene.» Ma yoongi stava spazzolando la sua parte ancora prima che lui avesse finito di parlare.
Ridacchiò sottovoce e ruppe altre uova nella padella. Chiaramente, qualcuno avrebbe avuto bisogno di un secondo giro.
Yoongi lo guardò, sembrando di nuovo imbarazzato, ma non si fermò a commentare: continuò solo a riempirsi la bocca di cibo. Cazzo, un minuto dopo emise un vero e proprio gemito, quando masticò una fetta enorme di bacon.
Le labbra di jungkook si contrassero mentre procedeva a mangiare la sua parte, ancora in piedi nella cucina di fronte al suo visitatore.
Sfortunatamente, anche se odiava rischiare di rovinare l’appetito di yoongi, aveva bisogno di elaborare un piano. Del tipo: cosa avrebbe fatto con quel ragazzo, una volta che il suo culo scheletrico fosse stato nutrito. Lo esaminò con discrezione. Non sembrava sporco. Probabilmente non avrebbe rifiutato una doccia, però, se gliene avesse offerta una. Si accigliò
Merda,yoongi non aveva portato vestiti, tutti quelli che aveva erano probabilmente a casa di Testa-di-cazzo Phil.
Testa-di-cazzo Phil.
Gli spuntò un sorrisetto cupo. Non gli sarebbe dispiaciuto un secondo round con quello là.
Appoggiò la forchetta e prese la propria tazza. «Quindi, se non ti dispiace che lo chieda, come fa un bravo ragazzo come te ad andare a convivere con un simile stronzo?» Scott smise di mangiare. La domanda lo aveva sconvolto? Oh, no, aspetta. Aveva semplicemente fi nito il suo cibo così gli fece cenno di allungargli il suo piatto.
«Grazie.» yoongi accettò la seconda porzione, poi abbassò lo sguardo e continuò a rispondere. «Ehm… non so. Voglio dire, lo so. Era il mio ragazzo Ma sì, era decisamente uno stronzo» Aspettò che dicesse altro, perché quella non era di certo una risposta
Yoongi alzò lo sguardo, non preoccupandosi nemmeno di fingere un sorriso, ma si afflosciò quando si rese conto che jungkook lo stava ancora fissando
«Non ho una casa fissa,» mormorò piano. «Non avevo nessun altro posto in cui andare.» Lui si irrigidì, aggrottando le sopracciglia. «E i tuoi genitori?» Lo avevano buttato fuori di casa perché era gay?
Yoongi si accigliò guardando il suo piatto. Non sembrava più affamato.
In effetti, appariva davvero triste, cazzo. Jungkook si mosse, non apprezzando le vibrazioni che Yoongi stava lanciando.
Alla fine, yoongi rispose. «Non sono nei dintorni.» «Non sono nei dintorni? Cosa significa? Cosa, ti hanno buttato fuori di casa?» Scott scosse la testa. «No. Me ne sono andato da solo.» «Perché sei gay?» yoongi annuì.
Increspò le labbra. Altri stronzi. Si passò una mano tra i capelli. «Va bene. Ho capito. Ehm… quindi, i tuoi vestiti… sono dal tuo ex?» «Il mio ex?» mormorò yoongi sembrando perso nei suoi pensieri
«Il tizio nella cui faccia mi sono imbattuto?» suggerì lui. «Sono abbastanza sicuro che abbiamo bruciato quel ponte fino alle fondamenta.»

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