Capitolo 6
Il vestito che avevo scelto di mettere quella sera era blu, semplice ed elegante, che arrivava sopra il ginocchio. Gli avevo abbinato un paio di scarpe col tacco, dorate. Tutto era posizionato sul mio letto, mentre io cercavo di infilarmi gli slip e il reggiseno, visto che ero appena uscita dalla doccia. Mi ero decisa ad andare alla festa di Nate dopo aver chiamato Graham parecchie volte quel pomeriggio, e avevo ricevuto solo messaggi da quella stupida segreteria che ormai odiavo. L'avrei rivisto l'indomani a scuola, lui non era tipo da feste. Quindi dovevo semplicemente rilassarmi e non pensare a lui solo per qualche ora. Ma non ci riuscivo. Avevo mille domande a cui non potevo dare una risposta. Sarebbe venuto da me stanotte, a dormire nel mio letto? O avrebbe preferito rischiare di essere ucciso nel sonno da suo padre? Cavolo se ero in pensiero per lui! Era sempre nella mia mente, e non riuscivo a farlo uscire da lì. Perché Graham era così importante per me? Perché stavo iniziando a pensare che tra noi ci fosse qualcosa di più che una semplice amicizia? Perché immaginavo le sue labbra sulle mie? Che cazzo mi stava accadendo!
Scossi la testa nervosamente, cercando di calmarmi. Mi sedetti sul letto e feci un gran respiro, facendo uscire fuori tutta l'aria dai polmoni. "Respira, Norah. Respira." Mi convissi mentalmente.
Proprio quando pensai che il peggio fosse passato, sentii dei rumori provenire dalla finestra. Nessuno era a conoscenza della scaletta sul retro che portava sino in camera mia. Solo Graham.
«Graham?» mormorai incredula, quando la sua testa ricciola spuntò dal buco della finestra. Rise fortemente, e si lasciò andare a terra, come se il suo corpo pesasse un quintale. Non ci misi poco a capire che aveva bevuto, e anche parecchio. La puzza di alcol si sentiva a chilometri di distanza.
«May, come sei sexy.» e rise «Mi stavi aspettando?» disse ammiccando. Non capii bene cosa volesse dirmi, ma forse neppure lui sapeva cosa.
«Graham, quanto hai bevuto?» domandai, autoritaria.
«Wow, May. Hai un fisico da urlo! Non ti ho mai vista nuda, e non mi dispiace affatto! Dovresti farti trovare più spesso così.» Oh porca miseria. Ero così concentrata su di lui, che avevo pure dimenticato che ero vestita a metà, cioè quasi nuda. Mi portai immediatamente le mani al petto, nascondendo un po' di pelle nuda.
«Graham, porta il tuo culo fuori di qui.» lo informai, decisa. Lui si accigliò per un attimo, e poi si alzò, mostrandomi la sua altezza. Ero piccola in confronto a lui, e mi fece paura. Graham era ubriaco, fuori di sé, e poteva davvero diventare suo padre se avesse voluto.
«Non voglio farti del male, May.» disse ferito. «Non devi aver paura di me.» I suoi occhi, ormai lucidi, sembrarono quelli di un cucciolo che aveva perduto la via per ritornare a casa. Mi fece tenerezza, e non potei essere arrabbiata con lui. Una cosa era certa. Il Graham ubriaco era docile e dolcissimo, mentre il Jake ubriaco era violento e infuriato. Due opposti, eppure erano figlio e padre. Graham non avrebbe fatto male ad una mosca.
Sicura di ciò che avevo pensato, mi avvicinai a Graham e con mia sorpresa mi abbracciò fortemente. Stretto al mio piccolo corpo iniziò a piangere, gettando fuori tutto il male che aveva accumulato dentro.
«Mi dispiace..» sussurrò tra i singhiozzi «..tu..tu sei importante per me.» le sue mani grandi si posizionarono sul mio viso e si chiusero a coppa. Una strana sensazione si fece largo dentro di me, la sua vicinanza mi fece impazzire. Era la prima volta che mi sentivo così attratta da lui, dai suoi occhi azzurri e dal colore delle sue labbra rosee.
«Lascia..lasciati andare.» disse successivamente, prima che le mie fantasie si avverassero. Le sue labbra viaggiarono esperte sulle mie, tracciandone il contorno ed esplorando la mia bocca con grande maestria. Venni invasa dalla frenesia di quell'attimo, dalla passione, dal piacere puro. Non capii neppure bene che stessi facendo quando le mie mani sfilarono la maglietta di Graham e la gettarono a terra. I nostri baci si interruppero per un nano secondo, che per me fu un'eternità. Era come se mi avessero tolto l'ossigeno, ed io volevo respirare, almeno per un po'. Graham continuò il suo assalto, mentre mi spinse sul letto dove cadde su di me. Mi divaricò le gambe e si posizionò tra di esse, mentre mi baciava sulla bocca e poi sul collo. Non avevo mai provato emozioni così forti ed intense.
«I pantaloni.» sussurrai senza fiato. Lui rise sulla mia pelle ed annuì. Le mie mani tracciarono i contorni dei suoi addominali e del tatuaggio, mentre scendevano più giù. Trovai finalmente la cintura e la tolsi, così come il bottone e i pantaloni. Graham scosse il suo corpo, affinché cadessero a terra insieme agli altri indumenti. Si fermò di colpo, penetrando il mio sguardo con il blu intenso dei suoi occhi.
«Cosa stiamo facendo, May?» domandò, lucidissimo. Sembrò aver smaltito l'alcol in pochi secondi. Era il Graham che conoscevo adesso, forse un po' brillo, ma in sé.
«Non lo so..» risposi sincera.
«Vuoi davvero che accada questo?» fece una pausa «Insomma, non vorrei mai rovinare un rapporto come il nostro con una cosa del genere. Per me non sei una botta e via, May. Se venissi a letto con te non sarebbe solo sesso, io farei l'amore, May. L'amore. Sei troppo speciale per me, lo sai. Ho paura che dopo questo domani tu sparirai, perché ti conosco bene. Per te sarebbe la prima volta, e non voglio che sia con qualcuno che tu non ami.»
«Voglio che la mia prima volta sia con te, Graham.» queste parole erano davvero uscite dalla mia bocca? Ebbene sì, l'avevo detto, ma ero troppo confusa per pensare lucidamente. Qui, con Graham su di me, pelle contro pelle, era difficile mantenere una posizione.
«Oh, May.» mi diede un dolce bacio sulle labbra. «Io ti desidero, ma non so cosa provo per te. Non lo riesco a capire. È qualcosa di spaventoso e meraviglioso allo stesso tempo.» sospirò «Cosa faremo domani dopo questo?»
«Vedremo come andranno le cose.» feci spallucce.
«Non sarai una scopamica, assolutamente no.» rispose accigliandosi.
«Non voglio esserlo, e non voglio neppure essere la tua fidanzata o la tua amica.» Graham mi guardò, sorridendo.
«Neppure a me sono mai piaciute queste classificazioni. Ricordi il nostro patto? "Io mi prendo cura di te, e tu ti prendi cura di me". Vale ancora, forse più di prima.» mi sfiorò la guancia con i polpastrelli «Sii la mia cura, ed io sarò la tua.»
«Cura?» domandai, felicemente.
«Cura.» ribadii deciso.
Non ci volle molto per togliere ciò che restava sui nostri corpi. Era bello ciò che avevamo creato. Qualcosa che andava oltre ogni confine, un rapporto magico che non aveva classificazioni né attribuzioni. Nessuna parola del vocabolario sarebbe riuscita a descrivere ciò che eravamo io e Graham. E ci stava bene così. Noi eravamo diversi da tutti gli altri, avevamo ideali differenti e lo stesso comune denominatore. La società di oggi ci annoiava, troppe discriminazioni, troppi paroloni per descrivere relazioni che forse non avevano bisogno di nulla, se non dei due componenti. La cura. Ecco cosa eravamo noi due, o almeno in parte.
Sentii la busta del preservativo rompersi, mentre tenni gli occhi chiusi. Stava per accadere davvero, e non mi sarei mai immaginata una prima volta migliore di questa. Avevo Graham, e questo bastava per rendere questa occasione speciale.
Entrò dentro di me con una lentezza unica, facendomi desiderare di restare per sempre qui, nel nostro piccolo paradiso. In qualche modo, sentivo di aver trovato la mia casa, il mio porto, la città in cui avrei trascorso anni, fino alla morte. Il mio viaggio si era concluso con Graham? Era ancora presto per dirlo.
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May - May 2
ChickLitMAY Bukowski scrisse: "Era bello che fosse lei a stringermi, a lasciar perdere le parole." Aveva ragione. Quando Norah May Alcott mi teneva tra le sue braccia, stretto al suo corpo caldo, le parole non servivano. Curava le mie cicatrici con la forz...