Capitolo 17

1.9K 189 13
                                    

May

Capitolo 17

"Io senza te, non sono nulla."

Restai a fissare i suoi occhi per lungo tempo, cercando qualcosa da dirgli ma l'unica cosa che poteva riassumere tutto ciò che mi stava passando in testa era solo un bacio e non potevo permettermi ciò. Così mi alzai, presi le distanze e tornai al tavolo sedendomi sulla sedia e chiudendo uno ad uno i libri di biologia. Non riuscivo ancora a credere a ciò che aveva appena detto. Mi amava? Forse non volevo accettare la realtà perché il dolore mi aveva fatto ricredere che potesse esistere l'amore vero. Avevo paura che mi stesse prendendo di nuovo in giro, ma volevo assolutamente rifare quell'errore. Volevo amarlo e volevo farmi del male perché vivere senza Graham non aveva senso. Io non ero nessuno senza di lui. Ma c'era Nate, quel dolce ragazzo che non mi aveva fatto soffrire, che si era preso cura di me e mi aveva fatto ritornare il sorriso. Onestamente ero confusa, Graham o Nate? Dovevo assolutamente andare a dormire e svegliarmi con una soluzione in mano o avrei finito per impazzire.
«Sarà meglio darci la buonanotte, sono stanca.» dissi, con molta disinvoltura, come se le sue parole non mi avessero colpito fino in fondo.
«Sì, hai ragione. Allora vado un attimo in bagno e poi tolgo il disturbo.» rispose lui, ferito.
«Bagno? Non ne tengono uno nel posto in cui vivi?» sdrammatizzai, cercando di togliere quell'imbarazzo che si era creato.
«Capisco che chi ha inventanto la macchina ha fatto un bel lavoro, ma ancora non ha un bagno. Che peccato!»
«Macchina..?» restai sorpresa «Graham, dormi in macchina?» chiesi duramente. Che accidenti gli saltava in mente a quell'incosciente!
«Sì.» disse sincero.
«Perché? Graham perché dormi in macchina?» mi preoccupai all'istante, la mia ansia stava per salire sempre di più.
«Perché ho litigato con papà, mi ha cacciato fuori dopo che ha scoperto di Lou. Ho tutte le mie cose in macchina, ma non posso andare in Ohio a dormire, qui ho l'università e poi combattere clandestinamente mi fa guadagnare il giusto e non posso ancora permettermi un posto tutto mio. Sto risparmiando per questo.»
«Come mai non sei venuto da me? L'hai fatto moltissime volte, ti ho sempre lasciato dormire sul mio letto.»
«Non credo mi avresti lasciato dormire sul tuo letto dopo quello che ho fatto. Non potevo neppure venire da te perché mi vergognavo troppo.»
«Ti sbagli, Graham. Ti avrei offerto un posto dove stare perché so come ci si sente a non trovarsi a casa.»
«Non volevo farti soffrire ancora di più.»
«Gioia e dolore hanno lo stesso sapore con te.»
«Mi spiace, May.» sapevo che era molto pentito, si leggeva nei suoi occhi. Così decisi di farlo dormire qui, almeno fino a quando non avesse trovato casa. Era pur sempre un amico in difficoltà, ed io aiutavo sempre gli amici come avevo già fatto con Beatrice, ma lei ormai abitava a New York e ci sentivamo pochissimo a causa dei suoi impegni. Faceva la modella, lei che aveva un fisico giusto e degli occhi splendidi.
«Fermati qui questa notte, il divano è libero. Non voglio assolutamente che torni a dormire in macchina. Fai come se fossi a casa tua. Mangia, dormi, fatti una doccia, davvero questa è casa tua quando hai bisogno.»
«Grazie» rispose timidamente. Allora gli feci un cenno con il capo per augurargli buona notte ma non parlai. Mi limitai ad andare su per le scale e raggiungere camera mia più confusa che mai. Non sapevo cosa dire, non sapevo cosa fare. Volevo semplicemente sfogarmi scrivendo tutto ciò che mi passava per la mente. Piccole frasi, poesie, parole a caso, parole senza senso. Tutto ciò che rappresentava me in quel preciso istante. Presi dunque il mio diario, il pigiama che indossai subito e una penna. Il letto era così invitante che mi tuffai letteralmente dentro, visto che sentivo stranamente un po' di freddo. E poi? Poi mi sfogai. Scrissi qualsiasi cosa mi venisse in mente fino a quando sfinita non crollai completamente. Riposai il diario nel mio posto segreto e spensi la luce. Era notte fonda, la luna splendeva in cielo ed io non volevo chiuder occhio nonostante la stanchezza. Il mio pensiero fisso era solo Graham e nonostante tutto lo volevo qui, sul mio letto, stretto al mio corpo. Potevo desiderare così tanto una persona? Fu impressionante la risposta che decisi finalmente di darmi: SÌ. Il desiderio era una parte di anima che si mostrava solo quando riusciva a trovare in maniera assolutamente perfetta l'altro pezzo di anima mancante. Mi sentivo realmente sola, perfino il letto mi sembrò troppo grande per me. La solitudine stava facendosi spazio dentro me quando sentii dei passi provenire da dietro la porta. Tenni gli occhi chiusi. Graham stava entrando, ne ero più che certa. Sentivo sul serio il suo respiro farsi pensante ad ogni passo mentre si avvicinava a me. Immaginai che volesse dirmi qualcosa, qualsiasi cosa. Ma volevo che sentisse la solitudine come la stavo sentendo io. Volevo che provasse il mio stesso dolore, non per egoismo, ma per condivisione. Condividere lo stesso stato d'animo ci avrebbe fatto avvicinare ancora di più di quanto non lo fossimo già.
«Non dovrei essere qui.» iniziò a parlarmi, ma io facevo finta di dormire. «È da circa tutta sera che non riesco a dormire sapendo che tu sei qui, lontana da me.» lo sentii entrare sotto le coperte e avvicinarsi lentamente al mio corpo. Lui era caldo, morbido e dolce. Mi sfiorò il fianco con una sua mano, ma restò a distanza.
«Sei bellissima quando dormi. Dovresti davvero vederti, May. Mi fai impazzire, sai? Non te l'ho mai detto ma onestamente parlando quando dormivo da te e mi svegliavo nel cuore della notte, restavo a fissarti perché mi piaceva sentirti aggrappata al mio corpo. Mi facevi sentire importante, ed io adoravo essere il tuo scudo, la tua protezione.» si avvicinò completamente a me, facendo incastrare totalmente i nostri corpi. Ebbi un sussulto ma non glielo feci notare.
«Sembrerò un vigliacco perché parlo con una persona che dorme e non riesco a dirti tutto in faccia. Ma quando ti guardo negli occhi mi perdo in un mondo che voglio, che desidero avere. Voglio svegliarmi accanto a te ogni giorno della mia vita, voglio litigare con te e poi fare pace, voglio baciarti senza stancarmi mai, voglio proteggerti dalle tue paure e da ogni cosa, voglio essere al tuo fianco quando riderai, piangerai o urlerai, voglio capirti fino in fondo, amarti nel profondo. Voglio fare l'amore con te fino a perdere i sensi, May. Voglio perdermi in te per il resto dei miei giorni.» le sue braccia mi circondarono il corpo, il suo petto era incollato alla mia schiena, le nostre gambe incrociate, tutto combaciava alla perfezione. Continuai a dormire perché avevamo vinto contro la solitudine, ma non contro la vita. Anche se aveva detto parole stupende, anche se aveva tolto qualche mio dubbio, dall'altra parte avevo Nate, la certezza assoluta. Non sapevo se mi andasse rischiare ancora con Graham o andare sul sicuro con Nate. L'unica cosa di cui ero certa stava qui, aggrappata al mio corpo come un'àncora nel sottofondo.

May - May 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora